La voce delle fiabe…

Scoprirai che il tuo viaggio ti metterà alla prova, che sarà terribile, che sarà meraviglioso.

Ti porterà ad una nuova crescita, a una nuova consapevolezza; ti aiuterà a scoprire le tue risorse nascoste, ad accettare e comprendere i tuoi limiti; ti darà nuovi aiuti magici e ti porterà al tesoro che stai cercando.

Ogni nuovo viaggio è un privilegio. Le fiabe possono aiutarti ad ascoltare la voce del tuo Re interiore, a scoprire il tuo Eroe, a trovare la strada e i magici doni che ti sono destinati. – I messaggi delle fiabe

Le fiabe possono accompagnarti nel tuo viaggio, leggile, ascoltale… vedrai la mappa sottile e indelebile che tracceranno nel tuo cuore, e seguirai il sentiero che ti indicheranno. E quando sarai stanco e sfiduciato, loro sapranno rincuorati e illuminare il tuo cammino.

Oggi più che mai, in questi strani giorni, è importante ascoltare la voce antica e la saggezza millenaria delle fiabe, e per questo da oggi e fino al 30 marzo  I messaggi delle fiabe è in offerta speciale sul sito Il mio libro

Io dico questo: le fiabe sono vere – Italo Calvino

Il folletto Virus

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Una nuova storia nata dal  binomio perfetto di due parole che non c’entrano nulla, l’una con l’altra, ma insieme diventano piccole, potenti storie di catarsi e speranza.

Un esercizio che puoi fare anche tu: crea una piccola storia utilizzando VIRUS E FELICITA’ come protagonisti, e poi invia la tua fiaba a fiabincostruzione@gmail.com.

Lascia che le tue emozioni raccontino questi strani giorni…

Ecco la bella fiaba di Marta Tessera:

In un grande villaggio arrivò un giorno un piccolo signore, in realtà un piccolo folletto.

Il suo nome era Virus. Ovunque andasse le persone iniziavano a ballare, ma a ballare così tanto che non riuscivano a fermare i loro piedi.

All’inizio le persone del villaggio presero un po’ sottogamba gli effetti del piccolo folletto e si riversarono nelle piazze ballando di felicità.

Il loro sorriso svanì quando i più deboli iniziarono a cadere sfiniti per il troppo ballare: una volta che si iniziava a ballare non ci si poteva più fermare e solo i più forti continuavano imperterriti.

Virus era davvero soddisfatto del suo lavoro. Un altro villaggio sarebbe rimasto sotto il suo potere.

Un gruppo di bambini, però, visto ciò che stava succedendo, iniziarono a correre e a urlare casa per casa di non uscire in strada, di stare in casa, dove la musica di Virus non avrebbe potuto raggiungerli. Ci avrebbero pensato loro a quel malefico folletto.

Con la loro forza e giovinezza ballarono e ballarono così tanto che, alla fine, fu lui, il folletto, a stramazzare al suolo.

Con le ultime forze se ne andò lentamente, lasciando per sempre il villaggio.

Un urlo di gioia echeggiò da tutte le case che finalmente furono aperte per far riversare le persone per strada a festeggiare, insieme.

 

 

Virus e felicità

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Non smetterò mai di dirlo, la scrittura e le fiabe sono un rimedio naturale, potentissimo, per superare difficoltà, sciogliere nodi, vincere le emozioni che ci fanno stringere il cuore, come la paura.

In questi strani giorni, prendiamo carta e penna e scriviamo, lasciamo uscire le parole e le emozioni che non sappiamo esprimere, perché questo è il modo migliore per liberarle. 

Io organizzo corsi di scrittura di fiabe e ogni volta, vedo gli effetti meravigliosi delle parole scritte, sulla nostra anima.

Ho proposto ai miei corsisti un piccolo, potente esercizio, che oggi propongo anche a voi. 

Come insegna Rodari, cosa succede quando due parole, che non c’entrano nulla si incontrano? Si provocano, e più distanti sono e meglio è, perché solo così si può avere un binomio perfetto. E quali parole più distanti di VIRUS E FELICITA’? 

Prendete queste due parole e create una piccola storia che abbiano come protagonisti VIRUS E FELICITA’.

Sono nate piccole storie preziose, che hanno portato sulla carta, speranza e sorrisi; hanno raccontato paure e domande... Dopo averle lette, sono arrivate anche le risposte.

Oggi pubblico il primo di questi racconti speciali, e pubblicherò ogni giorno, ogni piccola storia nata dal binomio perfetto. Aspetto anche il vostro – potete inviarlo via mail fiabeincostruzione@gmail.com –  e lo pubblicherò come gli altri. Diamo voce alle emozioni, condividiamole, perché questo cammino diventa meno difficile, se lo facciamo insieme!

Ecco la bellissima  fiaba  di Rossana M.

C’era una volta un virus tanto triste perché nessuno lo voleva.
Tutti lo scandivano o lo mandavano via in malo modo.
Un giorno mentre si aggirava triste in un bosco, incontrò un bimbo che correva e saltellava qua e là nel prato, il bimbo vedendolo si bloccò gli occhi sgranati!
Il virus si avvicinò e gli disse:
“Perché hai paura di me?”
Il bimbo rispose:
“Tutti dicono che sei cattivo!”
“Ma io voglio solo far amicizia” Ribatté il virus.
“Dimostrami che è vero.”
Disse il bimbo.
Allora il virus cominciò a girare su se stesso fin quando si divise in tante bolle colorate.
Una di queste si posò sul bimbo e subito spuntò un sorriso, il cuore scoppiava di…
“Ma cos’è?” Chiese il bimbo.
Felicità!

 

Il dono…

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La scorsa settimana, in occasione della festa della donna, ho dedicato un’ora di consulenza gratuita,  a tutte le donne:

Cosa desideri cambiare, migliorare, o realizzare nel tuo Regno? Lavoro, tempo, emozioni, autostima, amore… o cosa altro?

Qual è il tuo intento? Per celebrare al meglio questa giornata, ho deciso di fare ad ogni donna un dono speciale, perché si possa sentire una vera Regina, padrona di sé e del suo Regno: un piccolo tratto di cammino insieme, che ti aiuterà a vedere qual è la  tua strada: un’ora di consulenza gratuita, on line, di crescita ed evoluzione personale, insieme alle fiabe, la scrittura e il reiki.

La settimana è passata, e ho incontrato persone speciali che mi hanno raccontato storie, o condiviso pensieri e preoccupazioni. In questo  giorni è proprio la paura che spesso non riusciamo nemmeno a esprimere, come se il solo fatto di parlarne, potesse attirarla ancora di più. Ho utilizzato molto il reiki, meravigliosa pratica che dona benessere psicofisico, inviando la sua luce di protezione e benessere.

Sono un operatore Reiki di secondo livello, e Animal Reiki ed essere un tramite della sua meravigliosa energia è per me, un grande dono. Un dono che in questi strani giorni, voglio donare a mia volta a chi ne ha bisogno, e per tutta la prossima settimana farò delle connessioni reiki gratuite per chi me le chiederà.

In più, ho ancora qualche posto disponibile,  per le consulenze individuali gratuite che, su richiesta, proseguono anche nei prossimi giorni.

Basta compilare il modulo di seguito con  il nome della persona interessata, meglio se con  data di nascita, e se vuoi,  indicando per cosa inviare reiki.

La vita non può essere posseduta, non la puoi trattenere in un pugno, se la vuoi avere devi tenere le mani aperte. Osho Rajeneesh

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Vi portiamo con noi…

Possiamo uscire a fare qualche passeggiata, è vero, ma come è giusto, solo lo stretto indispensabile;  stanno chiudendo i parchi, e non tutti hanno la fortuna di abitare vicino al bosco.

Così, io e la mia anima gemella a quattro zampe, vi portiamo con noi, nel bosco... qualche minuto in mezzo al suo colore, al suo calore di umido e verde, accompagnati dai suoi profumi e dai suoi rumori.

Basta lasciarsi andare, respirare, a lungo e concedersi pochi minuti di quiete… e lasciare che le immagini e i suoni parlino alla nostra anima.

Restiamo in ascolto…

Chakra Muladhara, io esisto

 

 

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Abbiamo parlato dei chakra e di come sia importante conoscerli e sapere come attivarli perché quando questi centri energetici, sono aperti e in equilibrio ne consegue il nostro benessere psicofisico.

Muladhara,in sanscrito mhula e adhara, radice e sostegno, è  il primo chakra, posizionato nella parte bassa del bacino, nel coccige, e la sua ghiandola corrispondente è la ghiandola surrenale. 

E’ chiamato anche chakra della radice, perché costituisce la radice e il fondamento  del sistema energetico dei chakra, ci collega all’energia di Madre Terra e il suo colore è il rosso.

Quando Muladhara è funzionante, abbiamo un solido contatto con la terra, siamo radicati e ci sentiamo sicuri, fiduciosi e sviluppiamo una personalità tale che ci consente di garantirci protezione e crescita, anche a livello di relazioni con l’altro molto positive e successo nel nostro lavoro.  Ci sentiamo vitali e positivi.

Se questo chakra è bloccato e poco aperto, ci sentiamo “senza fondamenti”, non abbiamo il contatto con la terra e viviamo sentimenti di sfiducia, inadeguatezza e solitudine, che può diventare anche forte egoismo e aggressività. Possiamo anche provare paure esistenziali.

In un momento come questo, è facile che il nostro Muladhara sia bloccato, perché siamo messi alla prova da qualcosa che non conosciamo e che ci ha tolto la stabilità, la vita di ogni giorno, quella che ci appartiene e ora non possiamo più fare, anche se per un tempo limitato.

Come attivarlo: oltre alla pratica Reiki che interviene per riequilibrare i chakra,  indossate qualcosa di rosso, basta anche un nastro legato al polso, o vestite, e circondatevi di rosso.

Non possiamo andare troppo in giro, ma una passeggiata nei campi e nei giardini è consentita: cerchiamo il legame con la terra, sediamoci e tocchiamo il terreno intorno a noi e se possiamo piantiamo un seme, fiori, immergiamo le mani nella terra per riconnetterci alle sue radici.

Se usate olii essenziali, il rosmarino e i chiodi di garofano stimolano il primo chakra,ed è di grande aiuto ripetere le affermazioni, più volte al giorno, come un mantra: le parole sono altrettanti semi che dobbiamo piantare con grande cura e attenzione nel nostro giardino interiore.

Ho fiducia nella forza della natura, la terra mi sostiene e mi sorregge

Per informazioni sulle sessioni di REIKI compila il modulo di seguito:

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La fiabe per i grandi

Adolf Born

Da quando è nata Fiabe in costruzione e io sono rimasta impigliata nel meraviglioso incantesimo delle fiabe, ho sempre avuto un desiderio: che anche i grandi, gli adulti, tornassero a leggere le fiabe.

Le fiabe da sempre hanno raccontato la vita degli uomini, e gli uomini, oggi più che mai, hanno bisogno di riavvicinarsi al mondo magico e fantastico delle fiabe, perché sono uno strumento fondamentale di crescita ed evoluzione.

Le fiabe sono nate per i grandi: Perrault nel 1600 scriveva i suoi racconti per la corte di Versailles, e ancora prima, Basile, raccontava nelle sue fiabe, il popolino nelle sue forme più rozze e volgari.

Come dice Rodari “La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.

E non solo il bambino ma anche e soprattutto l’adulto, così, in questi strani giorni, ho deciso di leggere una fiaba per i grandi, un audiofiaba che puoi ascoltare mentre fai i mestieri, mentre sistemi l’ufficio, o mentre sei sul divano, indeciso su come impegnare questo improvviso e prezioso, tempo libero.

I musicanti di Brema è la prima, bellissima e antica fiaba dei fratelli Grimm, che ci porta messaggi importanti: quando tutto sembra perduto, e ci sentiamo, inadeguati, svalutati, e sembra che non ci siano via d’uscita, possiamo sempre trovare la capacità di non farsi abbattere dalle difficoltà ma possiamo trovare nuove soluzione utilizzando le proprie risorse interiori; se poi, accogliendo diversità e rispettando le reciproche differenze, anzi valorizzandole, uniamo le forze, si crea la connessione del gruppo, che amplifica, intenzioni e risultati.

I protagonisti della fiaba sono uno diverso dall’altro,  ma è proprio questa diversità, e le loro caratteristiche uniche e personali che unite a quelle degli altri, riusciranno a cacciare i briganti!

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Rosaspina

pexels-photo-271821Tanto tempo fa c’erano un re e una regina e ogni giorno dicevano: “Ah se avessimo un bimbo”, ma bambini non ne arrivavano.

Allora accadde che, mentre la regina faceva il bagno, dall’acqua saltò fuori un ranocchio, si avvicinò a riva e così parlò alla regina: “Il tuo desiderio sta per essere esaudito: in capo ad un anno partorirai una bambina”. Quello che il ranocchietto aveva detto si avverò e la regina partorì una bimba talmente bella che il re non sapeva più contenere la sua gioia e ordinò che venisse allestita una grandissima festa. E non invitò solo i parenti, gli amici e i conoscenti, ma anche le fate, perché fossero propizie e benevole con la piccola nata.

A quel tempo di fate nel regno del re ce n’erano tredici, ma poiché il re aveva solo dodici piatti d’oro per servir loro il pranzo, dovette rinunciare a invitarne una.

Durante le festa, piena di allegria e gioia, le fate donano alla piccola nata, virtù e ricchezze, ma prima che l’undicesima possa pronunciare il suo dono, arriva la tredicesima fata, che arrabbiata per non essere stata invitata, scaglia sulla piccola, un terribile incantesimo: al 15 anno di età si pungerà con un fuso e morirà.

Questa fiaba, bellissima e antica, dei fratelli Grimm, è anche una delle più conosciute: la piccola si punge con il fuso e cade addormentata.

 Come sentì la puntura cadde su un letto che si trovava in quella stanza e sprofondò in un sonno profondo. Quello stesso sonno si diffuse in tutto il castello, il re e la regina che erano appena rientrati quando raggiunsero la sala del trono caddero a terra addormentati, e con loro tutta la corte. E s’addormentarono i cavalli nella stalla, i cani nel cortile, le colombe sul tetto, le mosche sulle pareti, persino il fuoco che crepitava nel focolare si zittì e s’addormentò e l’arrosto smise di sfrigolare e il cuoco, che aveva afferrato lo sguattero e gli voleva dare una sberla perché ne aveva combinata una delle sue, lo lasciò andare e si addormentò. Il vento si addormentò e sugli alberi accanto al castello fu solo silenzio. 

Ho pensato a questa fiaba, in questi giorni, in cui il nostro tempo è rallentato, interrotto. In cui i nostri passi, sulla solita strada, sanno di silenzio e pacatezza, quasi non li riconosci…

Rosaspina si addormenta e con lei tutto il suo regno, persino il vento. Ho sempre amato l’immagine descritta, di ogni cosa, persona e animali che si addormentano nell’atto che stavano facendo. Restano lì, sospesi. In attesa.

Questa storia è la nostra storia, e parla del tempo. Del tempo di fermarsi, un tempo necessario per restare in ascolto; nelle fiabe il tema del sonno, della morte apparente è sempre molto presente: il simbolo del necessario periodo di raccoglimento, di riposo, per poi tornare alla vita, trasformati, con nuove risorse e nuove consapevolezza di sé.

Ogni cosa a suo tempo. Il principe non trova spine ma rose che si aprono al suo cammino,   perché era arrivato giusto il tempo del risveglio, non solo di Rosaspina, ma anche di tutto il suo Regno, di ogni parte del suo spirito e della sua anima.

Anche in natura, quando è inverno, ogni cosa sembra ferma, inerme, ma in realtà tutto si sta preparando alla nuova vita, al nuovo risveglio.

Non appena l’ebbe sfiorata col suo bacio, Rosaspina aprì gli occhi, si svegliò e gli sorrise. Allora entrambi scesero dalla torre e si svegliarono il re e la regina, e tutta la corte si svegliò e tutti si guardavano con sguardo pieno di stupore. E i cavalli nel cortile balzarono in piedi e si scrollarono, e i cani da caccia saltavano e scodinzolavano e le colombe sul tetto levarono la testina di sotto l’ala, si guardarono attorno e volarono via, e le mosche ripresero a muoversi sulla parete, e il fuoco in cucina si ravviò, si rimise ad ardere e ricominciò a cuocere il pranzo, l’arrosto riprese a sfrigolare, il cuoco diede allo sguattero quel famoso schiaffo e lo fece gridare e la serva finì di spennare il pollo. Poi furono celebrate le nozze con grande sfarzo tra il principe e Rosaspina e tutti vissero felici fino alla morte.

Questi sono  strani giorni, ma possono diventare giorni preziosi, se sappiamo ascoltare… Se sappiamo ascoltarci.

C’è  tempo per ogni cosa. Il nostro Regno si è addormentato e noi siamo in attesa… Ma l‘attesa può diventare tempo inestimabile per riscoprire parti di noi, della nostra vita, che abbiamo trascurato, che abbiamo dato per scontate o semplicemente dimenticato, e  che  potranno arricchire il nostro nuovo tempo.

 

 

Il viaggio, continua on line!

 

Sono strani giorni, che chiedono di fermarci, di sospendere, di rallentare.

Sono giorni in cui sperimentiamo la paura di quello che non possiamo controllare, la sorpresa di fare quello che non abbiamo mai fatto, e di scoprire che ci piace. Meno tempo per le relazioni forse, ma più tempo per noi, per i nostri bambini e per la famiglia..

Anche il nostro CORSO DI SCRITTURA FIABE è rimasto sospeso in una dimensione di attesa, di un “non si può fare”, di un “rimandiamo a data da destinarsi” e forse sarebbe rimasto lì, a dondolare, indeciso, come una foglia al vento.
Ma le fiabe e la scrittura sono proprio le compagne di viaggio migliori, quando il viaggio diventa più faticoso.
E noi il viaggio lo vogliamo proseguire.

Così,  il nostro corso parte ON LINE: cosa vi serve? UN PC e la rete, e potremo trovarci proprio come se fossimo nella stessa stanza, superando limiti di tempo e spazio e luogo. Proprio come accade nelle fiabe!

Quando?

25 Marzo ore 20.00 – 22.30

1 aprile     ore 20.00 -22.30

15 aprile    ore 20.00-22.30

29 aprile     ore 20.00-22.30

più due date da definire  insieme al gruppo di lavoro per sperimentazioni e contaminazioni di creatività e fiabe.

Una vera palestra di scrittura intensiva, per allenare creatività e fantasia!  per mettersi alla prova, con stili diversi, creando e destrutturando, giocando con le parole per imparare ad osarle, per risvegliare il nostro oro interiore, per scoprire i nostri talenti; perché scrivere è un viaggio meraviglioso che facciamo fuori e dentro di noi e ogni volta ci regala mete inaspettate.
Magia e tecnica, un percorso che faremo con le fiabe, per scoprire che sono speciali compagne di viaggio.
Programma:
schema e struttura delle fiabe, conosceremo alcuni autori di fiabe e i loro stili di scrittura, trova il tuo stile, scrivere con le emozioni, scrivere con i sensi, metafore e figure retoriche, le carte delle fiabe, scrittura itinerante nel bosco, scrittura di sé, scrivi la tua fiaba, progettazione e schede, editing di un testo e self publishing. E tanti, tanti esercizi di scrittura!

Il corso avanzato è rivolto a chi ha già frequentato il corso base, chi vuole migliorare la propria scrittura, chi ha una storia nel cuore che non riesce a trovare la strada, e chi sta cercando la propria strada. Per chi non ha mai scritto. per chi vuole usare le fiabe nel proprio lavoro. Educatori, insegnanti, amanti delle fiabe. Unico requisito la voglia di mettersi in gioco, superare i propri limiti e accettare la sfida!

Il costo totale per ogni partecipante è di 120,00 euro.

Per informazioni e iscrizioni scrivi a : fiabeincostruzione@gmail.com o telefonate al 3496501558. Oppure compila il modulo sotto

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La sana paura

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Aroon Blanco

Ci sono tante forme di paura.

C’è la paura per qualcosa di definito, che ha una forma e magari un nome.

C’è la paura per qualcosa che non si conosce. Che non ha nome. Che non puoi prendere in mano, se vuoi, per gettarlo lontano. Non puoi controllarlo. E questo fa ancora più paura. Una paura che schiaccia in un angolo e toglie il fiato.

Abbiamo paura di quello che conosciamo e che non possiamo controllare. Abbiamo paura del cambiamento, anche quando vuol dire cambiare alcune abitudini alle quali prima, magari non davamo troppa importanza, ma ora diventano vitali,

C’è la paura che ti fa perdere il controllo: è l’irresponsabilità del panico, quello che rende egoista e senza nessuna empatia per il  resto del mondo. E’ quella paura che ti fa correre quasi senza meta – o a prendere un treno al volo e se nella tua fuga verso il nulla, pesti anche qualcuno, che importa? Questa si chiama sopravvivenza.

C’è la paura che non vuoi sentire, perché è un’emozione che non vuoi provare, perché la tua paura più grande è proprio delle emozioni. Che non sai elaborare, non puoi gestire. Così meglio far finta di niente! Non sta succedendo nulla, e comunque non sta succedendo a me! Vuol dire rimuovere il problema e ogni cosa che lo riguarda. Bisogna stare a casa? Ma non riguarda me…  Non voglio cambiare nulla della mia vita, ed esco con gli amici anche se dicono che sarebbe meglio – responsabile – stare a casa o non creare assembramenti di persone; e si verifica poi il meccanismo tipico dei gruppi, la de-individuazione, cioè l’attenuazione della propria identità  personale, che è caratterizzata dalla sensazione di anonimato, dalla responsabilità diffusa,  e dalla sottovalutazione e la  trasgressione delle  norme istituzionali.

Come dice Baumann: “Per evitare una catastrofe bisogna prima convincersi che l’impossibile è possibile”

Bisogna accogliere la paura, come un sentimento che fa parte di noi, come ogni altra emozione. Aver paura, vuol dire esprimere una emozione che se repressa, causerebbe blocchi e si ripresenterebbe, prima o poi, in modo totalmente inadeguato.

Avere paura è sano,  paura è quella che ci dà dei limiti, che ci fa stare attenti, che ci impedisce di fare cose pericolose. Una sana paura, in questi strani giorni, è quella che ci fa diventare responsabili, attenti a noi, a chi amiamo, e agli altri.

Come non farla diventare angoscia, o totale disinteresse? Noi possiamo sempre fare la differenza anche quando una situazione non dipende da noi, come sta succedendo ora, con il nostro atteggiamento, il nostro modo di porci agli accadimenti.

E’ sicuramente un momento difficile, ma ognuno di noi può dare il proprio prezioso contributo: pensare e condividere positività: se pensiamo agli ospedali pieni, pensiamo alla eccellenza del nostro personale medico, siamo in ottime mani,  e al rispetto per il loro lavoro.

Diffondiamo senso di responsabilità e attenzione: il nostro comportamento, quello che facciamo, cambia davvero le cose,  e, oggi, mantenere un metro di distanza dall’altro, è più amorevole di un caldo abbraccio.

Fiducia di se’:  noi possiamo superare le difficoltà, abbiamo risorse e forza che nemmeno conosciamo; e e quando sentiamo che la preoccupazione sta oltrepassando il limite della sana paura, andiamo a fare una passeggiata nel verde, a contatto con gli alberi, e respiriamo. E scriviamo, disegniamo e coloriamo la paura.

E un piccolo ma potente esercizio: disegniamole un volto e diamole un nome. Umanizzare le emozioni vuol dire imparare a gestirle. La paura diventa così un’amica, che accogli e alla quale puoi chiedere di andare via.