
Il piccolo villaggio era in attesa; il freddo era arrivato, era dicembre e nelle case i camini ardevano donando il loro generoso calore. Tutto era pronto: gli alberi erano addobbati con luci dorate e sfere colorate; era la vigilia di Natale.
A dire il vero quasi tutto era pronto. Il sindaco del villaggio uscì dal Comune e guardando il cielo disse fra sé : – mah… –
Camminando, passò davanti al negozio del barbiere, che in attesa di nuovi clienti aspettava sulla porta del suo negozio. I due si guardarono con la stessa domanda:
-Ma la neve? –
La stessa domanda era disegnata silenziosa come un grosso punto esclamativo sul viso del panetterie, su quello del dottore che andava di fretta perché con il primo freddo tutti si erano presi il raffreddore, e sulla faccia della signora Agostina che, in silenzio, non smetteva di scrutare il cielo.
Ma dov’era la neve? Quell’anno non voleva proprio saperne di arrivare, e non era mai capitato, mai, da quando era nato il primo abitante del piccolo villaggio.
– E che Natale è senza neve? – diceva la maestra della scuola, pensierosa, mentre i bambini, erano tristi perché non potevano nemmeno fare un piccolo pupazzo.
Alla fine la domanda passò di bocca in bocca e tutti si ritrovarono nella piccola piazza del paese a commentare il fatto.
-Cosa succederà ora senza neve? – chiese la moglie del lattaio
– Sicuramente è un brutto segno- disse la pasticcera che per la preoccupazione non riusciva più a fare le sue buone torte.
Tutti guardavano il cielo grigio pieni di speranza ma niente, non si vedeva nemmeno un piccolo fiocco di neve.
-Possiamo dargli un po’ della nostra neve? – disse Gemma che era sempre generosa con tutti.
-Perché erano così preoccupati che non arrivava la neve?- chiese più pratico il piccolo Keil.
– Perché a volte le persone si abituano alle cose e le danno per scontate, ma poi ogni piccolo cambiamento le spaventa.- rispose la nonna.
Non si ricordavano più di quanto si erano lamentati gli anni prima della neve, ogni anno accadeva – e la neve era troppa, ed erano bloccati per mesi, e poi dovevano spazzare le strade ogni giorno. E quando i bambini uscivano a giocare, le mamme si arrabbiavano perché tornavano a casa tutti bagnati e sporcavano dappertutto.
Gli uomini si dimenticano presto delle cose. E desiderano subito quello che credono di aver perso, e che prima ignoravano – disse la nonna e poi continuò – solo i bambini desideravano sempre la neve e a loro mancava davvero. E solo il desiderio del loro cuore puro fu esaudito. Mentre tutti i grandi parlavano e parlavano, cercando ragioni e facendo supposizioni, e dopo po’ cominciarono ad addossarsi la colpa l’un l’altro per la scomparsa della neve, i bambini andarono tutti insieme nel bosco a cercare la neve.
Quando tornarono, il gruppo di adulti stava ancora discutendo: i bambini si infilarono nel mezzo e il più piccolo di tutti, Tommy alzò la sua manina paffuta e l’aprì, e i grandi rimasero improvvisamente in silenzio, a bocca aperta.
Un fiocco di neve, candido ed elegante, un piccolo brillante prezioso si guardò intorno sorpreso da tutta quella attenzione e poi si sciolse in preziose perle umide, nella manina del piccolo Tommy.
-Oooohhhh-disse il Sindaco
-Ohhhh- disse il barbiere
-Ohhhhh- disse la pasticcera.
Un secondo fiocco di neve scese leggero dal cielo, ondeggiando elegante come un ballerino che si è fatto attendere un po’ per la prima del suo spettacolo, seguito poi da tanti altri.
I grandi, si salutarono l’un l’ altro augurandosi Buon Natale e tornarono a casa, forse sentendosi un po’ imbarazzati,ma già presi dal altre faccende; solo i bambini restarono a giocare insieme con la neve e le loro risate gioiose raggiunsero il cielo.