Come se fosse reale – parte seconda

Continuano le avventure di Bea e Pallino nel Villaggio Lemax che è improvvisamente diventato reale e con misteri da risolvere.

Grazie ancora alla giovanissima autrice Beatrice Fraccalvieri per la sua fantasia e passione! Davvero bravissima

Capitolo 5. Di nuovo quell’odorino

Entrammo nel negozio di dolciumi, c’era un buon odore di cioccolato, cannella, biscotti. Era così buono, dolce, natalizio, gustoso… mi venne sonno…

Annusai ancora, ero stanchissima, chiusi gli occhi. Quando li riaprii vidi Brenda osservarmi dall’alto. Ero distesa sul parquet di legno. Mi rialzai massaggiandomi la testa, il pasticcere disse con l’aria di una persona che sa tutto: “Che ti è successo? Era buono quell’odore vero?”.

“Sei stato tu! Fin da quando mi sono rimpicciolita per finire in questo villaggio di ceramica!” urlai “sei tu che mi hai fatto svenire” urlai. Brenda con un gemito cadde a terra, subito corsi a soccorrerla.

“Loro non possono saperlo” disse il negoziante sorridendo “sarà un segreto tra te e me” continuò “e tu non lo dirai a nessuno! Il nostro villaggio potrebbe andare distrutto e non animarsi più” disse con aria disperata “e tu devi promettermi che non dirai questo a nessuno del villaggio o a qualche tuo amico irresponsabile!”. Io non risposi, guardai Brenda sdraiata sulle mie ginocchia.

Il pasticcere mi prese per le spalle e mi scosse dicendo “Ti prego…”. La sua voce si addolcì e il suo volto diventò triste “mi è già accaduto una volta” sussurrò, una lacrima rigò la sua guancia paffuta.

Guardai Brenda: non era altro che un pezzo di ceramica animato… sembrava così viva, vera e lo era infatti. Mi alzai e misi una mano sulla spalla del pasticcere “Io te e nessun altro” dissi sorridendo.

Capitolo 6. La protettrice del villaggio

Il pasticcere mi sorrise e disse “Ora che sai il segreto devi andare nella grande torre per non finire nei guai e per avere il giusto equipaggiamento”.

“Sarò un guardiano come lei?” dissi entusiasta.

No, sarai la protettrice, il ruolo più importante! Adesso va e proteggi il villaggio” disse dandomi una boccetta per Brenda. Corsi sulla neve e feci bere il composto a Brenda che riprese le energie e dimenticò tutto.

Risalita la collinetta, iniziò a fare veramente freddo, intravedemmo le luci di un edificio, non esitammo ed entrammo chiudendoci la porta alle spalle.

“Chi siete?” sentii urlare. Davanti a me c’era un bambino di circa 7 anni con occhiali rotondi e mocassini neri. Ci bloccò la strada.

“Chi sei?” chiesi.

Sono Simon. E voi non siete le benvenute. Allora intervenne un adulto togliendocelo davanti e scusandosi. Eravamo in un rifugio di montagna. Subito ci accolsero dandoci delle camere calde. Brenda accese il camino e i proprietari misero a scaldare i nostri vestiti fradici. Ci accomodammo nei caldi letti di legno e spegnemmo la luce. Brenda dormiva, allora uscii fuori dal balconcino e osservai le stelle. Alla fine rientrai e dormii profondamente. Al mattino mangiammo, indossammo un tutone, pronte per sciare!

Arrivati sulla pista, Brenda mi insegnò ad andare sugli sci e piano piano imparai, mentre Simon, abituato fin da piccolo, sciava a gran velocità. Io invece ero affondata nella neve, caduta per la millesima volta! Passammo tutto il pomeriggio a sciare, poi salutammo tutti perché dovevamo rimetterci in viaggio. Zaino in spalla, ci incamminammo velocemente verso la collinetta tortuosa.

Capitolo 7. Riprende il viaggio

Brenda prese dal suo zaino una corda, che lanciò in modo che si agganciasse saldamente alla fine della tortuosa collinetta. Ci annodammo un pezzo di corda alla vita e iniziammo ad arrampicarci. Per evitare le pietre camminammo lateralmente saltellando per spostarci. Eravamo quasi arrivati. Vedemmo una bancarella. Era decorata con stelle di Natale, addobbi e alberelli. L’insegna diceva Chistmas Crafts e aveva dei cartelloni a forma di alberello con scritto Hand painted ornaments. Appese c’erano delle simpatiche lucine colorate che sfarfallavano; sulle mensole c’erano molti oggetti artigianali. Infatti un signore col grembiule era indaffarato a creare addobbi per il villaggio. Io mi avvicinai e presi in mano un delfino di legno.

“Non è nemmeno colorato!” disse il signore.

E’ bella nella sua semplicità!” risposi girando la statuetta tra le mani. Il signore me la tolse dalle mani e disse gentilmente “Questa è una delle prima decorazioni che ho fatto”. Poi si voltò a guardare altre palline sofisticate e disse “Sicura che non ne vuoi qualcun’altra? Questa non è nemmeno di Natale”. Io scossi la testa. Brenda intervenne comprando molte palline e festoni, mise tutto nello zaino e fece cenno di andarcene. Io presi velocemente tutte le palline, stavo per andarmene ma il signore mi fermò porgendomi il delfino di legno: “Offre la casa!”, mi fece l’occhiolino e mi diede una leggera spinta verso Brenda.

Capitolo 8. La torre

Finalmente eravamo arrivate. Una torre alta sorgeva accanto a noi. Aveva megafoni, orologi, campane e perfino un sistema per il conto alla rovescia dei giorni che mancavano a Natale. Io guardavo perplessa, mentre Brenda sgranocchiava un biscotto pandizenzero.

“Entriamoci!” gridai correndo all’entrata.

“Questa torre c’è in ogni paesino, per far ricordare a tutti gli abitanti quanti giorni mancano a Natale, non possiamo!”.

Ormai ero già alla porta e l’aprii dicendo “Io sono la protettrice e posso!”. Brenda mi seguì alzando il sopracciglio. La porta si chiuse alle nostre spalle. Camminammo a lungo per mano in un corridoio buio, quando sentimmo rumori robotici, di macchinari, come quello di una stampante. Finalmente vedemmo la luce! Enormi e rumorosi macchinari creavano… carta da regalo!?! Guidati da elfi? Tutto era decorato in modo natalizio.

“Fred! Alfred! Eccovi, vi ho trovati!”. Urlò un elfo spingendoci avanti e incollandoci sul giubbotto due cartellini con i nomi Fred e Alfred. Io ero Fred.

“Andate alla sezione 1949 a lavorare i regali e già che ci siete cercate i miei occhiali” e con questo ci spinse via. Io e Brenda ci guardammo con aria interrogativa. Lo stanzone era popolato di bassi elfi con scarpe stravaganti con un campanellino sulla punta, lo stesso che stava alla fine del cappello.

Io e Brenda ci incamminammo verso la sezione 1949. Una volta arrivate, ci mettemmo in un posticino davanti ad un rullo su cui c’erano i nostri nomi segnati. Il rullo ci passò una scatola di cartone con dentro un regalo; dovevamo incartarlo, ma il rullo era talmente veloce che non feci in tempo a finire e andò avanti! Allora mi gettai sul rullo per riprenderlo. Saltai parecchi regali e quando ero quasi vicina al regalo non incartato, una pinza mi prese per il cappuccio e mi sollevò! Pallino nel frattempo mi si era attaccato al cappotto con le unghie e miagolava di disapprovazione.

Fummo depositati in un pacco pieno di palline di polistirolo che conteneva una Ferrari rossa giocattolo. Il rullo andava avanti e ci venne spruzzata addosso una raffica di brillantini argentati. Il rullo finì in un’enorme vasca di pacchi che man mano scivolavano in un tubo! Rimasi appesa ad uno spigolo con i pacchi che mi cadevano sulla testa! Afferrai quello non incartato e mi lasciai cadere nella vasca.

Capitolo 9. I travestimenti

Arrivate agli armadietti degli elfi, raggiungemmo quelli di Fred e Alfred. Così quando nessuno ci osservava, avremmo potuto travestirci con quegli abiti. Nascondemmo i lunghi capelli sotto al berretto e ci togliemmo le gonne vaporose, infilandole nell’armadietto. Nel frattempo Pallino scampanellava in giro con il cappellino e le scarpine, mentre io e Brenda ci attaccavamo i cartellini dei nomi. Misi Pallino in borsetta e corremmo via! Non vi dico la faccia di un elfo a vedere le gonne negli armadietti!

Brenda mi raggiunse e risalimmo assieme. Finii di incartare il pacco e presi da parte Brenda:

“Non si può andare avanti così, cosa proponi di fare?”.

“Ah, guarda, che ne dici di esplorare la torre fingendoci elfi?” ridacchiò Brenda.

“Buona idea!” dissi trascinandola verso un corridoio.

“Ma scherzavo…” mi rispose.

“Lo sapevo!” urlò. Io e Brenda attraversammo varie stanze di lavoro fino ad arrivare alla sala pranzo. Prendemmo un vassoio al self service: uova, spaghetti al sugo, panettone e bastoncino di zucchero! Che lusso! Trangugiammo anche qualche frittella e bevemmo un po’ di latte, poi ci incamminammo verso altre stanze.  Ci trovammo davanti a una porta con scritto “Accesso vietato!”. Ci nascondemmo nei nostri caldi vestiti e aprimmo la porta.

Capitolo 10. Il distintivo

Appena lo vidi, quasi urlai. Eccolo, il distintivo più importante, quello del protettore del villaggio. Lo afferrai e me lo nascosi nel giubbottino, tirai via Brenda che mi guardava con aria interrogativa. Appena usciti, un trambusto mi travolse facendomi cadere a terra. Milioni di elfi urlavano correndo e urlando “La cupolaaa!!”.

Mi affacciai ad una finestra e vidi che la volta del cielo aveva un buco: da lì intravedevo casa mia! Il segreto sarebbe stato svelato e gli abitanti sarebbero svaniti, dovevo intervenire! Spinsi Brenda e alcuni elfi in una stanza che chiusi a chiave. Continuai così finchè non c’era nessun elfo in giro. Sulla cupola del cielo c’era un deltaplano che gli elfi utilizzavano a Natale per lanciare agrifogli e dolci. Salii le scale, Pallino mi trotterellava dietro con passo veloce.

“Ok Pallino, ora salta nella tasca e copriti bene” dissi mentre afferravo il deltaplano. Ero sul terrazzone, non ero vestita adeguatamente e congelavo, non ero sicura di quello che stavo facendo, avrei potuto morire. Ormai la mia identità era stata svelata perché i capelli svolazzavano al vento. Ero sul ciglio, presi la rincorsa e mi lanciai. Il capello da elfo volò via, mi direzionai verso il buco. Mi stavo avvicinando sempre di più, intanto contemplavo il paesaggio dall’alto. Era ancora più magico! Ero vicina al buco, chiusi gli occhi e mi lasciai cadere, strinsi fortissimo Pallino e….Doing! fece proprio così: Doing!

Ero atterrata nel cortile della famiglia Biondi, per fortuna su un bel cumulo di neve che il padre aveva appena finito di spalare.

Ciao Philip! Ciao Margot!”. Philip sbiancò di colpo.

Alzai lo sguardo e vidi il deltaplano incastrato nel buco del cielo, lo aveva tappato. “Siiii!” urlai alzando in aria Margot e saltando con lei. “Siiii” ripeté lei. Mi lasciai cadere e sospirai.

“Perchè siamo felici?” disse Margot.

Perché ho salvato il villaggio e perché sono viva!!”

Ritornai da Brenda che mi urlò di non farlo mai più e che ero pazza e stupida, ma poi mi abbracciò. Guardai il distintivo rubato, brillava. Capii e urlai “Brenda, elfi!” tutti guardarono il distintivo che brillò intensamente. Tutti immobili con lo sguardo perso nel nulla, grazie al forte bagliore avevano dimenticato tutto… Mi tolsi il distintivo, tutto riprese come se niente fosse. Gli elfi ripresero il lavoro, mentre io e Brenda uscimmo dalla torre.

Credo sia vostro” dissi consegnando il distintivo al panettiere.

“Ora non più” disse facendomi l’occhiolino.

“Ma cosa ha causato tutto ciò?”.

“Qualcuno è entrato senza annusare la mia essenza. D’altronde se gli abitanti possono vivere qui è grazie a quest’aroma”.

“L’odore di biscotti?” chiesi.

“Sì, piccola pasticciona! Piuttosto devo preoccuparmi di come abbia fatto a crearsi. Quel buco, chiunque sia stato… non è semplice come sembra!” disse facendomi l’occhiolino.

Nevicava, come era bella la neve, mi cadeva delicatamente sul viso tramutandosi in leggere goccioline d’acqua. Che bel colore bianco intenso, era così forte e avvolgente! e che buon odore di biscotti!

Intravedevo Brenda ridere saltellando, allungava la lingua per assaggiare la neve, vidi il furbo sorriso del panettiere e…

Eh? Ero a casa mia? Mi ero addormentata? È stato tutto un sogno? Corsi accanto al villaggio Lemax, mi inginocchiai e scrutai ansiosamente tutto: Brenda, Margot e perfino Philip erano immobili, inanimati. Ero sbalordita, ma poi vidi qualcosa brillare…il distintivo! Avevo il distintivo attaccato al pigiama! Era tutto vero quindi… Guardai la statuina del pasticcere che… mi fece l’occhiolino! Dopo aver spalancato gli occhi, ricambiai affettuosamente con un occhiolino.

Ma … chissà, chi avrà mai tentato di entrare nel villaggio? Lo scopriremo il prossimo Natale…

Fine … aspettando la prossima avventura!

I diritti dei bambini

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Oggi ricorre la giornata internazionale sui diritti dell’infanzia, una ricorrenza importante che da 30 anni  sancisce i diritti dei bambini.

Riconosce il diritto di considerare il bambino e l’adolescente come persone, e riconosce e norma i loro diritti fondamentali perché siano sempre  protetti e tutelati.

La Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è un’occasione importante per parlare, per riflettere e per “fare” azioni  che  siano rivolte al benessere di tutti i bambini. Un’attenzione che non deve limitarsi ad un solo giorno ma che dovrebbe essere una riflessione sempre presente, nei governi, nelle istituzioni, nei governi, nelle scuole, e nelle teste di tutti gli uomini, di tutto il mondo.

Per questa giornata così importante condivido con con voi una bellissima  guida da scaricare  , creata dall’associazione Save the children che da sempre si occupa di proteggere i diritti dei bambini di tutto il mondo e di preservare il loro benessere e garantire un futuro migliore. Per spiegare ai bambini nel modo più semplici quali sono i loro diritti fondamentali di piccoli uomini.

Non ci può essere rivelazione più acuta dell’anima di una società che il modo in cui tratta i suoi bambini Nelson Mandela

 

Il trapano e la felicità

 

Cosa c’entra un trapano con la felicità? Niente direte voi, ma vi sbagliate! Chiedetelo agli alunni delle classi  seconde, sezioni A e B,   della scuola primaria di Vobarno, che hanno scritto delle piccole storie preziose su questa insolita coppia,  perchè come ci ha insegnato Rodari, più le parole sono distanti fra loro e più il binomio è perfetto, e provoca la mente, che chiede aiuto alla fantasia per inventarsi cose meravigliose.

Ho incontrato ancora i bambini della scuola primaria di Vobarno per la seconda  parte del laboratorio di scrittura creativa e fiabe e, questa volta, abbiamo anche  usato “il domino delle carte”  le bellissime carte delle fiabe di Paola Biato, counselor professionale,  che hanno entusiasmato i bambini e anche la sottoscritta perchè seguendo la traccia dei disegni,  insieme alle loro  maestre – i bambini hanno inventato magiche storie di streghe sposate con orchi, di maghi che fanno pozioni per far trasformare i cattivi in farfalle, di una chiave preziosa e di un bellissimo castello.

Anche questa volta i bambini hanno dimostrato la loro infinita voglia di fare, di inventare e di lavorare in gruppo e mi hanno donato il privilegio di vivere una bellissima esperienza.

Ancora un gigante GRAZIE a tutti i piccoli alunni, che mi hanno fatto parte  della loro meraviglia e della loro allegria,  GRAZIE alle  loro maestre Cristina e Sara che li accompagnano ogni giorno, facendo con loro, e per loro un lavoro meraviglioso, fatto di passione, dedizione e cura, e GRAZIE a Clara presidente dell’infopoint AID Garda e Valsabbia che mi ha coinvolto in questa bellissima avventura.

Ma naturalmente, ora, voi vorrete sapere cosa c’azzecca un trapano con la felicità…

“Un giorno c’era un bambino che aveva sempre una felicità pazzesca e a lui gli piaceva usare il trapano perchè lui pensava che il trapano, quando faceva rumore, spruzzava fuori felicità e allora la voleva prendere.” Sabrina -classe 2A

In un mondo fantastico, un giorno è successa una catastrofe, oh santo cielo, disse un bambino – il trapano ha fatto un buco nella F e nella C di felicità, che catastrofe. Allora il trapano prese una vite per la F e una vite per la C e ad un certo punto: TRRRRRRRRR-TRRRRRRR-TRRRRR. – Cosa è successo – esclama il bambino – guardate, il trapano ha sistemato il guaio che aveva fatto un’ora fa. E da quel giorno FELICITA’ diventò così bella che tutti la volevano.” Aurora -2A

Le fiabe sono tutte intorno a noi…

Il regalo di Emma

auguri di emma

Le avventure di Magica Emma e Co.

Natale è appena passato e con esso anche la magia e l’emozione dei regali. Ma la piccola Emma adora fare e ricevere regali; in questi giorni ha confezionato bellissimi pacchetti per tutti e ha ricevuto un sacco di doni. Ma non importa se il Natale è finito… lo sapete no che Emma è un pò magica? Oggi ha disegnto ancora tanti pacchetti colorati confezionati con nastri dorati o argentei – da regalare ad Andrea, il suo fratellino- o Pongo il topo,  e Timo il gatto, i suoi amici per la pelle, o ai nuovi amici – sempre di più – che partecipano alle sue avventure,  e da ogni pacchetto è uscito un grande cuore.

Vuoi partecipare anche tu alle avventure di Magica Emma e Co? Regala una fiaba personalizzata, che parli del tuo bimbo, dei suoi sogni e dei suoi giochi e che  contenga anche i suoi disegni!

Richiedi una copia in omaggio della prima fiaba di Magica Emma e Co, e chiedi informazioni compilando il modulo

 

 

Chi ha paura del buio?

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Ora di fare le nanne: tutti nel lettino e la mamma spegne la luce.

Emma, Timo e Pongo si tirano le coperte fino al naso perché nel buio si sentono strani rumori:

Improvvisamente si sente un rumore nella stanza e due occhioni minacciosi

fissano Emma, Timo e Pongo che, spaventati, urlano: – Aiuto c’è un mostro! –

Alzi la mano chi non ha paura del buio! Credo che anche qualche grande non abbia alzato la mano.

La paura del buio è una delle paure normali nei bambini che non deve essere mai minimizzata o evitata. I bambini imparano attraverso la lettura delle fiabe che le loro paure più grandi possono essere superate, perché si identificano con i protagonisti delle loro storie preferite.

Anche Magica Emma, Timo e Pongo hanno paura del buio ma…

A breve le nuove avventure di Magica Emma ma intanto potete ancora richiedere la prima fiaba di Magica Emma in omaggio, basta compilare il modulo di seguito:

 

Timo, il gatto

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Allora Emma ha disegnato un gattone rosso perché la aiutasse a prenderlo, ma quello era un gattone pigro e quando ha visto il divano si è addormentato e non voleva proprio saperne di svegliarsi.”

E’ così che Emma ha conosciuto Timo…

Emma e Pongo, il topolino

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Quando Pongo, il topolino, è uscito dal disegno, ha cominciato a correre pazzo di gioia per la casa e quando Emma ha provato a farlo tornare nel disegno, lui era così triste che lei non se l’ è proprio sentita di cancellarlo…

Un dolcissimo grazie

Oggi abbiamo ricevuto questo delizioso biglietto  da parte della piccola, dolcissima, Beatrice, per ringraziarci della fiaba che le abbiamo dedicato; il regalo più bello per noi, insieme al simpaticissimo segnalibro che ci ha donato.

E’ sempre emozionante la meravigliosa reazione dei nostri  piccoli lettori; i bambini sanno essere così attenti alle piccole cose, e vogliono sempre restituire il piacere del dono.

Così Beatrice ha voluto sapere quale fosse la nostra fiaba preferita e ci ha disegnato una bellissima Cappuccetto Rosso.

Un dolcissimo grazie!

 

Un concorso da Fiaba

 

castello padenghe x maria

Scrivere, disegnare e leggere le fiabe antiche non ci basta: ora vogliamo leggere le vostre fiabe, e anche premiarle! Vi avevamo preannunciato qualche sorpresa e questa è la prima: vi presentiamo il  1° concorso letterario per Fiabe, organizzato dal  Comune di Padenghe sul Garda e la sua bella Biblioteca comunale, con la  collaborazione di Fiabe in Costruzione:  una bellissima iniziativa un’opportunità unica, per  mettervi alla prova, per dimostrare il vostro talento e far uscire, finalmente,  tutta la vostra creatività.

Un’ottima occasione per conoscere meglio la storia – ammirare il suo castello che domina il paese –  la bellezza e le tradizioni di Padenghe sul Garda, un piccolo gioiello della bella Valtenesi,un tranquillo paese, posto sulle colline che dolcemente degradano verso la sponda occidentale del Lago di Garda, dove maggiore è la larghezza del bacino lacustre” Andrea Nodari – Padenghe sul Garda.

L’iscrizione è gratuita ed il concorso è aperto  ai grandi ma anche ai piccoli che possono divertirsi,  con lo splendido esercizio educativo della scrittura, usando tutta la loro naturale fantasia.

BANDO DI CONCORSO PAESE DA FIABA

Per conoscere le modalità di partecipazione consultate  il regolamento pubblicato sul sito del Comune di Padenghe sul Garda.
Per informazioni potete rivolgervi direttamente alla Biblioteca di Padenghe,   al numero 030 9907647 e parlare con le responsabili del servizio,  Federica e Flavia, o mandare una mail a questo indirizzo: biblioteca@comune.padenghe.brescia.it.
La magia ha inizio!
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Tutte le immagini e i disegni sono Copyright Fiabe in Costruzione