
Grimm stories
E vissero per sempre felice e contenti non è una semplice frase conclusiva delle fiabe, e non vuole far credere al bambino che ci sia una vita eterna, ma gli fa capire che vivere una sana relazione di coppia appagante ed equilibrata lo aiuta nel distacco dalla famiglia e dalla figura materna – dal cordone ombelicale – e lo accompagna verso una vita adulta, serena e autonoma.
Quando ci ammaliamo d’amore? Quando la relazione non funziona più, o quando il nostro – o la nostra – partner non è quello che desideriamo, o ci rendiamo conto che gli atteggiamenti non mostrano amore, quando le azioni sono svalutative — con la mancanza di rispetto – o punitive, con il silenzio, o ingannano con comportamenti ambivalenti – una volta dolce, una volta assente – un gioco sottile e terribile che invece di mettere in allarme apre la strada alla dipendenza affettiva.
Così ci si ammala d’amore. Si scivola, una caduta lenta ma inesorabile che crea un legame indistruttible e consapevole fra aguzzino e vittima. Un equivoco emotivo immenso, che trascina la vittima nell’inganno delle proprie giustificazioni, nel proprio disperato bisogno di essere accettato, accolto, amato da chi non è in grado di provare nessun sentimento.
La storia di Cappuccetto Rosso – abbiamo parlato spesso di questa bellissima fiaba, la nostra preferita, una delle più antiche e interpretate, per i suoi molteplici e profondi significati, nell’interpretazione di Bruno Bettheleim racconta, nell’incontro tra la bambina e il lupo, un legame malato: il lupo, che non rappresenta solo il maschio seduttore, rappresenta anche tutte le pulsioni sessuali e asociali in noi, perchè diventa irresistible per la sua vittima. Bettheleim
Nella versione di Perrault, Cappuccetto Rosso non è una bambina capricciosa, ma è una giovane, che sta scoprendo i propri, primi istiniti sessuali, e, complice, si lascia sedurre dal lupo – in apparenza gentile – e si consegna a lui, non scappa. Ma anche il lupo è sedotto dall’offerta di Cappuccetto Rosso e invece di attaccarla, come farebbe qualsisi lupo, si intrattiene con lei, in un gioco mortale di attrazione e seduzione.
La fiaba sembra svelare un aspetto inquietante della realtà: le vittime più appetitose sono quelle accondiscedenti, quelle che apprezzano il loro cannibale. Enrico Maria Secci- I narcisisti perversi
Secondo Berne, il padre dell’analisi transizionale, Cappuccetto rosso è complice di un gioco autodistruttivo; chi è sedotto e chi seduce? Chi è vittima e chi è carnefice?
Come uscirne?
“come psicoterapeuta la dipendenza affettiva e la malattia d’amore mi hanno raggiunto atraverso le storie dei pazienti, storie trasfigurate nelle più varie richieste di aiuto: ansia, attacchi di panico, mal di testa, paranoie, disturbi gastointstinali, depessione, sono il grido acuto di un esercito di Cappuccetto Rosso in psicoterapia” Enrico Maria Secci
Bisogna imparare ad ascoltare i segnali del nostro inconscio, della nostra anima. E’ difficile riconoscere il proprio carnefice, quanto è difficile rendersi conto che si è vittime consenzienti.
Il primo passo? Impariamo a volerci bene!