
Baba Jaga – Illustrator Cecilia Galli – Accademia di Belle Arti Santa Giulia
“Così passavano i giorni, i mesi, e Anja cresceva e diventava sempre più bella. Non rivelava a nessuno il suo segreto. Le sorellastre la osservavano invidiose e cercavano un modo per disfarsi di lei una volta per tutte..
La matrigna ebbe un’idea….Decise di mandare Anja a far visita alla Baba Jaga che abitava poco lontano, con la scusa di chiederle del fuoco per accendere la stufa spenta….Anja si spaventò.
-Non dalla Baba Jaga! – disse -lo sanno tutti che mangia chiunque si avvicini alla sua casa orribile!E che pesta le ossa dei poveri malcapitati dentro quel tremendo mortaio!E che la sua casa ha zampe di gallina che corrono veloci come il vento e rincorrono chi si avvicina …!Vi prego matrigna non mi mandate là, sarebbe la mia fine!
Ma la matrigna non volle sentire ragioni e costrinse Anja ad andare proprio là dove le faceva più paura .” Baba Jaga – fiaba russa
La Baba Jaga, la strega terribile – della cultura fiabesca russa – che divora le ossa degli uomini, ma può anche mettere alla prova e dare saggi consigli, o la strega mangiabambini delle fiabe europee – ad esempio quella di Hansel e Gretel – o il drago da uccidere per avere la principessa in sposa, come nei Due fratelli dei Grimm;
e ancora il diavolo da ingannare, come ne I tre capelli del diavolo, o il lupo cattivo che ingurgita le bambine indifese come in Capuccetto Rosso.
Personaggi delle fiabe che fanno paura, ma che in qualche modo ci attirano: sono l‘espressione dell’archetipo Ombra – secondo Jung – un archetipo potente che rappresenta la parte oscura che vive in ognuno di noi, la nostra parte cattiva, il nostro limite, le nostre frustrazioni; tutti i sentimenti negativi che non riusciamo a sfogare, a far vivere perché li reprimiamo pericolosamente dentro di noi.
Una parte cattiva che esiste grazie alla sua controparte buona; la parte malevola che prende il sopravvento sui nostri pensieri, sulle nostre azione; che vanifica le buone intenzioni dell’archetipo che agiamo, in un dato momento della nostra vita.
L’archetipo del Re è nella sua accezione positiva il Sovrano che si prende cura del suo popolo , che regola ogni cosa nel suo Regno, perché ognuno abbia il giusto; ma quando il lato ombra lo avvolge, il re diventa un tiranno, distruttivo, persecutore e prevaricante, che può decidere di non prendersi più nessuna responsabilità e lascia andare il suo regno alla rovina.
Ombra è la madre amorevole che diventa carnefice, è l’eroe valoroso che diventa vigliacco.
Cappuccetto Rosso ci dice che la bimba disubbidiente è attratta dagli inviti del lupo – questa fiaba antica deve il suo grande successo a questo : chi non subisce il fascino del proprio lato nero, delle cose proibite, delle cose che non si devono fare? – e per questo viene mangiata.
Ma la fiaba di Cappuccetto Rosso ci insegna che dalla pancia del lupo si può uscire integri e il lupo può essere sconfitto: nel nostro viaggio spesso incontriamo l’ ombra che è dentro di noi, ma solo quando la conosciamo per davvero – ne siamo consapevoli – e la affrontiamo, impariamo a conviverci. Vuol dire crescere…