Ivan Bilibin
Aleksander Afanav’es fu scrittore, linguista e uno dei massimi studiosi del folklore, della mitologia e della tradizione russa. A lui si deve la più grande testimonianza dei racconti e delle fiabe della cultura e della tradizione popolare del suo paese; ispirato dai fratelli Grimm, Afanas’ev raccolse 600 fiabe che rappresentano la raccolta più grande esistente di fiabe russe.
Le Fiabe russe – anche Lev Tolstoj, uno dei maggiori scrittori e filosofi dell’800 scrisse molte fiabe dedicate ai bambini poveri per cui aveva aperto una scuola – popolate da draghi, streghe, spiriti magici e serpenti sono bellissimi racconti ricchi di atmosfere magiche, oscure e affascinanti, miste alla paura; non parlano di fate – tipiche della tradizione celtica, – e uno dei personaggi ricorrenti è la Baba Jaga, presente anche nella tradizione slava e polacca, una vecchia strega, orribile nell’aspetto che vive in una casa fatta di ossa e resti umani, che viaggia su una specie di mortaio, e cancella i sentieri dei boschi con una scopa di betulla d’argento. Una vecchia che può essere positiva e dare consigli, ma in caso contrario rapisce i bambini e può anche decidere di mangiarsi i suoi ospiti.
“Vasilisa camminò tutta la notte e tutto il giorno, solo la sera successiva giunse a una radura, dove si trovava la casetta della Baba Jaga; la palizzata intorno alla casa è fatta di ossa umane, sui pali della palizzata stavano dei teschi umani con gli occhi; invece dei gangheri della porta c’erano gambe umane, invece dai catenacci, delle braccia umane,invece del lucchetto una bocca con denti aguzzi. Vasilisa impietri’ per il terrore, stette li’ stordita. A un tratto passò un altro cavaliere: tutto vestito di nero, su un cavallo nero; galoppo’ verso il portone della Baba Jaga e scomparve, come se fosse stato inghiottito dalla terra. Era giunta la notte. Ma il buio duro’ poco: a tutti i teschi della palizzata si accesero gli occhi, e in tutta la radura si fece luce, come nel bel mezzo del giorno. Vasilisa tremava per lo spavento ma, non sapendo dove rifugiarsi, rimase li sul posto.”Vasilissa la bella – Afanav’es
Baba Yaga ha tre servitori il Cavaliere bianco, che rappresenta il giorno; il Cavaliere rosso, che rappresenta il sole; il Cavaliere nero, che rappresenta la notte e che lei definisce “la mia alba luminosa, il mio sole e la mia notte scura”. perché lei controlla il tempo, il giorno e la notte; infatti la vecchia strega è connessa alla natura selvaggia e la può controllare; simbolo della Madre Terra, depositaria del sapere, che può essere saggia e generosa, ma terribile nello stesso tempo con i suoi figli.
Qualche volta può dare il suo aiuto a chi lo chiede ma può essere davvero rischioso perché lo concede solo a chi è puro di cuore e spirito.