Resilienza

Giovedì scorso ho terminato la formazione sulle Soft Skills, per l’agenzia Solco – Agenzia del lavoro sede di Montichiari, che prevedeva l’incontro con 4 diversi gruppi di lavoro.

La formazione è una grande ricchezza non solo per chi impara ma anche per chi insegna. Un grande Dono. Ho accompagnato queste persone speciali a riscoprire la forza e le risorse meravigliose che erano già dentro di loro, in attesa di essere svelate. Onorata e colpita dalla loro voglia di migliorarsi, di mettersi in discussione. Di cambiamento. Lascio alle parole scritte di una di loro, Cecilia, che ha scritto un messaggio di saluto per i docenti e per i suoi compagni di corso, il miglior insegnamento di resilienza. E’ un pò lungo, ma vi consiglio di leggerlo tutto.

Grazie a Solco – Agenzia del lavoro sede di Montichiari e grazie di cuore a Cecilia e a ognuno di voi, allievi e persone uniche ❤

“Ormai questo corso è giunto quasi al termine, purtroppo.

Se penso a quando me lo proposero, dentro me pensai: Tanto non servirà a nulla, chi me lo fa fare di andare fino a Montichiari in mezzo a gente sconosciuta, sto tanto bene a casa, poi magari sto male, mi agito, sono lontano da casa

In quel momento i pensieri più negativi mi riempivano la testa…poi presi coraggio e partii x questo viaggio; mal che vada il giorno dopo non vado più, nessuno mi obbliga.

Ricordo ancora il primo giorno, salendo in ascensore pensavo, chissà quanti siamo…come saranno…chissà cosa penseranno vedendomi. Entrai da quella porta, eravamo in 5,uno diverso dall’altro; il genio, l’insicura,l a tuttofare, il simpaticone, e io, l’ansiosa…bel gruppo pensai. Però devo dire che le paure che avevo il giorno prima stavano scomparendo…

Quel giorno abbiamo conosciuto x prima Alessia del marketing, ragazza dolce, carina, alla buona, che ci ha fatto sentire subito a nostro agio; ci ha fatto presentare e via siamo partiti x la nostra avventura (x me lo è). Da lì è stato tutto un susseguirsi di risate allegria, scambi di numeri ,di consigli. Poi abbiamo conosciuto credo la migliore… Mariarosa…senza nulla togliere a nessuno. Ma Mariarosa è una persona dolcissima, che sa creare un’atmosfera piacevole, ti tira fuori le cose più nascoste che non avresti mai ammesso, mi ha emozionato e fatto piangere ,xk la vita è anche questo. Avrei tanto da dire su di lei ma mi dilungherei troppo…poi c’è Francesco di informatica, devo dire bell’uomo e molto simpatico e disponibile. Mi piace molto informatica, credo mi sarà utile. Poi si, ci sono Matteo e Stefano …bravi anche loro.

Poi ci sono loro ….i miei compagni d’avventura, a cui non avrei mai pensato di affezionarmi così… Claudio, ragazzo gentilissimo dolcissimo con un cervello che vorrei avere la metà della sua intelligenza, sei grande e unico Claudio, non dimenticarlo mai. Xk tu vali molto.

Doriana, che dire di te…sei sempre molto insicura, negativa, e questo ti porta a vedere tutto nero. Ma non è così, sei una donna che ha cresciuto un figlio da sola, che ha affrontato molte cose da sola, quindi non sottovalutati xk sai essere forte, sai essere luminosa, il tuo sorriso ti illumina gli occhi, e ricorda sempre che volere è potere! Non pensare al tuo ginocchio, non vederti come invalida! Non lo sei! Ma devi convincerti tu! E se hai bisogno di una spalla io ci sono. Non spegnere la luce che c’è in te.

Raffaella… è…tu sei tu, un’altra come te non c’è…sei vivace, allegra, iperattiva, sei una sbirulina e Mary Poppins insieme. Devi essere orgogliosa di quello che sei e x quello che fai, x tutti quelli che sono nella tua vita. Vorrei avere 1/4 della tua energia…so che ti senti inutile, ma la verità è che se non ci fossi bisognerebbe inventarti..io invece…si a volte rido troppo…forse x nascondere ciò che ho dentro….ma devo farcela, voglio farcela…e così anche voi.

Come ho detto all’inizio, siamo quasi al termine… ma voglio dire che non ho mai fatto scelta migliore di essere qui ,con voi, con i docenti, con i ragazzi del solco anche loro persone squisite e disponibili. Mi sono sentita accolta, apprezzata, mai giudicata… spesso con il mio fisico devo affrontare sguardi di disprezzo, risatine, frasi offensive…qua no, e so già che mi mancherete tutti quanti…

Voglio chiudere con l’augurio che possiate e possiamo trovare ciò che stiamo cercando, che sia il lavoro, che sia noi stessi.

Spero davvero che la nostra amicizia non finisca con il corso, ma che prosegua, xk davvero vi voglio bene e siete parte del mio quotidiano, spero di esserlo anch’io x voi

Vi voglio bene , Cecilia”

Comunicare a scuola

Comunicare a scuola: due giornate di formazione per i docenti di una scuola professionale per confrontarsi, e condividere esperienze e difficoltà. Comunicare è difficile, comprendersi è difficile, comunicare e comprendere gli adolescenti è un vero percorso a ostacoli, ma quando c’è la volontà di cambiare davvero le cose, ogni cosa è possibile.

Il primo cambiamento che chiediamo agli altri, parte dal nostro: ogni momento di formazione e aggiornamento, è importante perchè è darsi la possibilità di fermarsi e chiedersi con grande empatia verso sè stessi e senza giudizio “ora, dove sono arrivato?”

Un bilancio fondamentale per ripartire con nuovi stimoli e modalità comunicative per entrare in contatto con gli adolescenti, che chiedono di essere ascoltati, e di essere compresi. Di essere accettati per quello che sono senza chiedere loro di conformarsi alle aspettative degli adulti.

Fin da piccoli siamo abituati a essere giudicati e di conseguenza a giudicare gli altri. Prima la famiglia, che è la prima istanza educativa che sta vivendo la crisi genitoriale, e poi la scuola, che è basata sul giudizio, con i voti, con le punizioni, con gli insegnanti che troppo spesso sono lasciati soli, a gestire classi numerose, con alunni difficili.

Troppo spesso si dimentica che è proprio in questi ambiti che si formano le personalità degli adulti del futuro, e ci stupiamo se i giovani di oggi non sono in grado di progettare il proprio futuro. Se non sono in grado di desiderare un futuro, non sono in grado di immaginarselo.

Ascolto attivo, empatia. Rivalutare l’errore come grande strumento per migliorare, e non demonizzarlo e ridurlo a un semplice brutto voto.

La comunicazione funzionale è lo strumento fondamentale per iniziare un nuovo dialogo. La voglia di guardarsi dentro, di riconnettersi all’adolescente che siamo stati, di mettersi in gioco e di ripartire, prima di tutto da una nuova comunicazione con sé stessi, è il nuovo inizio.

Grazie di cuore al bellissimo gruppo di insegnanti che hanno lavorato insieme.

Comunicare…

La comunicazione nell’era digitale: sette giorni di formazione intensiva con un bellissimo gruppo di lavoro pronto a mettersi in gioco, per migliorarsi.

Per ogni modalità comunicativa una regola fondamentale è sempre la stessa: la prima forma di comunicazione che mettiamo in atto è con noi stessi…

Grazie

La verità è che non gli piaci abbastanza…

La verità è che non gli piaci abbastanza... Quanto ci avrebbe fatto bene, in alcune situazioni, sentirsi dire queste parole – riprese da una fortunata sit-com di amori e altre faccende.

Le amiche che ci consolano – magari fa così perchè ha paura, vedrai stasera ti chiama o ci supportano e ci consigliano, demonizzando il maschio cattivo che non si sta comportando come vorremmo – ripagalo con la stessa moneta, sparisci per un po‘ – vogliono farci stare meglio, sono amiche, prendono le nostre difese, comunque sia.

In realtà non stanno realmente ascoltando il nostro problema: consolare e consigliare sono degli ostacoli alla comunicazione:l’ascolto attivo implica una connessione empatica, un’attenzione che è rivolta totalmente al sentire dell’altro e non a cercare di dare soluzioni o consigli. Quelli magari vengono dopo.

Ma le amiche ci vogliono bene e non riescono proprio, non sempre almeno, a dirci che quello che chiamiamo amore, non c’entra nulla con un sentimento, né dalla parte di lui, ma nemmeno dalla nostra: è così facile scambiare il bisogno di attenzione, di sicurezza, di non sentirsi sole, per amore, soprattutto quando queste cose le cerchiamo nello sguardo di un uomo.

Nel mio lavoro incontro molte donne che vivono storie sbagliate, che le fanno stare male, e che non danno loro, nulla, e pur consapevoli di questo non riescono a chiudere il rapporto.

Meglio questo, che niente

Finchè non trovo un altra persona

Non posso stare senza di lui..

Senza sapere che nemmeno il loro, è amore, ma quel vuoto nel cuore deve essere riempito a tutti i costi: di aspettative, di giustificazioni, di inutili parole, e restano in questo equivoco emotivo – magari anche per anni – struggendosi di amore, per qualcuno che, poi, scoprono di non amare davvero.

Un consiglio: quando cominciate ad inciampare nelle vostre emozioni e la vostra storia non ha più capo né coda, provate a raccontarvela, scrivendo. La scrittura è una meravigliosa pratica catartica che connette al nostro inconscio e fa uscire parole che razionalmente non diremmo mai.

Come descrivere, quella che riteniamo la storia più importante della nostra vita, con parole come: farsi compagnia, controllo, comodità, oppure solitudine. Quando Laura – nome di fantasia – ha riletto quello che aveva scritto, è rimasta in silenzio per qualche minuto. Sorpresa. Perché quelle parole del suo inconscio non c’entravano nulla con la passionale storia d’amore che si era costruita, per renderla accettabile.

Amarsi è il traguardo di un percorso di crescita, che parte prima da noi stessi, per arrivare poi all’altro.

Un cammino che possiamo fare insieme: nei percorsi di crescita personale, ho accompagnato, e accompagno, donne che hanno bisogno di uscire da una storia sbagliata, di tagliare legami invisibili ma potentissimi, di ritrovare autostima e consapevolezza di sé. E amore per sé stesse.

Come le principesse delle fiabe abbiamo aiutanti magici preziosi – le nostre risorse e la nostra forza interiore – e possiamo liberarci da altissime torri senza porte – senza via d’uscita – e da sole, e senza paura, possiamo percorrere i sentieri profumati del bosco per trovare la nostra vera strada.

Ricevo on line e possiamo fare un primo incontro conoscitivo, senza impegno. Per fissare un incontro scrivi a fiabeincostruzione@gmail.com o compila il modulo.

Cosa ti porti a casa?

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Cosa ti porti a casa da questa giornata? Una frase di rito, la chiusura degli eventi formativi  per fare insieme, e fare da soli, un piccolo ceck su quanto si è appreso durante la lezione, quanto è rimasto, quanto ci potrà servire e quanto ci potrà cambiare le cose.

Sono sempre molto contenta quando i miei discenti mi dicono che hanno acquisito più consapevolezza delle proprie capacità, abilità e più sicurezza del proprio ruolo.

La prima forma di comunicazione che facciamo è la presentazione di sé: come parliamo, ci muoviamo, guardiamo e ci poniamo verso gli altri. Come ci vestiamo, e che tono di voce usiamo… Come gesticoliamo e che distanza mettiamo fra noi e gli altri.

Quanto siamo sicuri di noi, o al contrario, quando non ci stimiamo abbastanza…

Quando diciamo NO e la nostra fragile energia dice SI.

E’ importante conoscere le proprie abilità e competenze, perché  quando siamo  sicuri di noi stessi e delle nostre  capacità, sappiamo accogliere  le  nostre emozioni, sappiamo gestirle.

Sappiamo riconoscere i nostri bisogni, e se facciamo un buon lavoro empatico con noi stessi, lo potremo fare con gli altri e impareremo a rispettare noi stessi, per prima e poi rispettare gli altri.

L’assertività è il miglior biglietto da visita che puoi mostrare quando presenti te stesso.

Impariamo ad ascoltarci, non lo facciamo  mai, impariamo a cogliere i segnali del nostro corpo e delle nostre emozioni, e a guardare l’altro, per davvero.

Non dimentichiamo mai, il valore dell’auto formazione.  Possiamo imparare tanto, semplicemente   osservando…

Cosa ti porti a casa da questa giornata?

“oggi ho capito cosa significa comunicare, mi ha aiutato! Mi ha fatto capire di credre più in me stesso, perchè tutti noi abbiamo la capacità di diventare ciò che vogliamo, basta crederci!”

il coraggio per trovare la strada giusta, pensare sempre positivo. Un aiuto per decidere quello che voglio fare!

La consapevolezza delle mie capacità, i lati positivi, il saper lasciar andare. L’assertività come valore all’emozioni. Uno sguardo su quello che sono e una traccia su quello che posso fare per migliorare. La certezza di sapere quello che voglio fare”

“#consapevolezza di valere e sapere, #confronto, #destrutturazione #empatia #alleanza educativa #accoglienza #buongiorno, cosa c’è di vivo in te?”

Io mi porto a casa, da ogni giornata di formazione, crescita, condivisione, privilegio, evoluzione, soddisfazione, gratitudine e apprendimento. 

E tu, cosa ti porti a casa da questa giornata?

La comunicazione a scuola

 

Lo sapete? Anche le maestre vanno a scuola, e lo fanno per imparare cose nuove ed essere sempre più preparate per i loro bambini. La cosa più bella è incontrare professioniste che amano il loro lavoro, lo fanno ogni giorno con passione e amano il loro piccoli, piccoli alunni, e per loro sanno mettersi in gioco e mettersi alla prova.

La scuola d’infanzia e il nido, sono, insieme alla famiglie, le prime e più importanti e preziose strutture educative per la crescita e il benessere dei bambini.

Famiglia e scuola sono alleate per educare, e indirizzare al meglio il futuro delle piccoli uomini e donne di domani.

Grazie di cuore alle bravissime maestre ed educatrici, e alla direttrice, per la condivisione, il confronto e il grande reciproco insegnamento

Guarda!

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Drew Graham

Si può vedere molto, semplicemente guardando – Yogy Berra

Troppe volte guardiamo l’altro con giudizio. La nostra comunicazione è influenzata dai nostri punti di vista, dai nostri pregiudizi, e dai nostri schemi mentali. Così ci poniamo all’altro, giudicandolo.

E comunichiamo, esprimendo, anche inconsapevolmente,  il nostro giudizio, che l’altro recepisce subito come una critica. E comprendersi diventa sempre più  difficile.

Come guardi l’altro?

Quante volte mescoli osservazione e giudizio? Puoi fare un piccolo esercizio: scrivi una situazione in cui un’ interazione con un’altra persona – amore, lavoro, amicizia, famiglia – non è andata bene, non è andata come avresti voluto e anziché risolvere, ha amplificato l’incomprensione. Scrivi le parole che hai usato per parlare con l’altro, e guarda con attenzione: hai osservato o hai giudicato?

Se ti va, condividi il tuo pensiero…

Come comunichi?

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Un incontro per parlare di comunicazione, per condividere le difficoltà e scoprire che comunicare, comunicare bene, è davvero possibile.

Per informazioni: fiabeincostruzione@gmail.com

Perchè è così difficile comunicare?

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Perché è così difficile comunicare? Me lo chiedono spesso durante gli incontri formativi, anche quando non sono specifici sulla comunicazione, e mi rendo sempre più conto che relazionarsi, a qualsiasi livello, stia diventando sempre più un problema.

Marito e moglie, genitori e figli, genitori  e insegnanti, fidanzati, colleghi, innamorati, amici, vicini, e conoscenti: anche quando parliamo la stessa lingua – perché se pensiamo a quando ci relazioniamo ad una persona che appartiene ad un altro paese e ad un’altra cultura, naturalmente la cosa si complica ancora  di più – non ci capiamo.

Anche quando diciamo la stessa cosa, non ci capiamo. Perché è così complicato?

Perché non sappiamo dire qualcosa ad un’altra persona, senza partire dal nostro, personale punto di vista, e non teniamo conto di cosa può pensare l’altra persona

Perché sentiamo e non ascoltiamo, l’altra persona, e anzi la maggior parte delle volte mentre stra ancora parlando, stiamo già pensando a quale risposta dare.

Stiamo già pensando che tanto sappiamo già che cosa ci vuole dire.

E così facendo non sappiamo davvero cosa ci sta dicendo l’altro, non sappiamo davvero cosa pensa e non possiamo sapere se quello che dice può essere un valore per noi. 

Comunicare vuol dire osservare, senza giudizio; vuol dire che se l’altro è vestito in un modo che non ci piace, o se è diverso da noi, non ci facciamo condizionare da questo, 

e dire: mi fai arrabbiare perchè sei sempre in ritardo

  • mi fai arrabbiare, vuol dire dare la colpa all’altro; è già un giudizio mentre noi siamo responsabili delle nostre emozioni,
  • sempre è un punto di vista, il nostro sempre non è quello dell’altro, e c’è un’accusa implicita.

è diverso dal dire mi arrabbioio provo questa emozione,  quando arrivi in ritardonon giudico ma osservo,  perché sento che non ti interessa nulla di meesprimo il mio sentire

ascoltare, ascoltare davvero, con fiducia partendo dal presupposto che l’altro può avere un pensiero diverso da noi e che ci può arricchire.

guardare l’altro, per cogliere oltre alle sue parole, i suoi sguardi, i suoi gesti, i suoi toni che potrebbero dirci molto  altro, rispetto al suo stato d’animo, e potremmo così attivare quella piccola, grande, purtroppo difficile risorsa che si chiama empatia.

Naturalmente la prima persona per la quale possiamo provare empatia, siamo noi stessi. Se non ci prendiamo in considerazione noi, come potrà farlo qualcun’altro?

Comunicare, bene, è possibile. Come? Partendo da noi, ma ascoltandoci, ascoltando i nostri bisogni, le nostre paure, e i nostri limiti. E accogliendoli. Solo così potremo accogliere quelli degli altri. 

Cominciamo con un piccolo esercizio: basta pensare all’ultima volta che abbiamo discusso con qualcuno, amico, amore o un collega. Come è accaduto? Come ci siamo posti di fronte all’altro.? Abbiamo osservato o abbiamo giudicato? Abbiamo sentito o abbiamo guardato?

Vi consiglio di fare l’esercizio scritto: aiuta l’introspezione. Potreste rimanere davvero sorpresi…

 

 

 

Tempo prezioso

Il tempo della formazione è tempo prezioso che dedichiamo alla nostra crescita professionale e personale. L’essere umano apprende per tutta la vita, è in continua evoluzione e formazione.

Il nostro tempo, dedicato agli aggiornamenti professionali, alle letture, alla auto-formazione, al potenziamento delle nostre competenze tecniche e delle nostre soft skill – così richieste dal mondo del lavoro – a corsi di crescita personale, residenziali e in  e-learning, diventa tempo prezioso perché è un momento fondamentale in cui possiamo fermarci, guardare noi stessi e il nostro lavoro: a che punto sono, cosa mi manca, cosa posso migliorare? 

Formarsi vuol dire elaborare e ri-elaborare il proprio ruolo professionale, trovare nuove modalità lavorative, nuovi spunti: la condivisione di esperienze è fondamentale.

Noi che facciamo formazione ogni giorno, siamo sempre in formazione e impariamo ogni volta dalle persone che incontriamo; vogliamo rendere il tempo che viene dedicato alla propria evoluzione, sempre più, un dono prezioso.

Immagina di  lavorare sul team building , o sulla comunicazione, mentre cammini nei percorsi  di un bosco, ascoltando i tuoi pensieri, le parole, e il mondo che hai attorno, accompagnato dal rumore rassicurante delle foglie secche che si muovono ad ogni tuo passo.

Oppure, immagina  di  sederti, ansante, dopo avere percorso un sentiero tortuoso – perché il bosco ti mette alla prova –  vicino al tronco di un albero,  per scrivere la tua storia personale e professionale,  mentre l’odore di resina e muschio ti avvolge con una nuova energia che allontana ogni stanchezza.

Il bosco ti accoglie nei suoi silenzi e, e ti rende parte della sua forza e della sua immensità…

Perché il “cosa ti porti a casa” dopo,  sia davvero una ricchezza in più da aggiungere al bagaglio della vita. Un vero dono…