FIABE E TEAM BUILDING

La settimana appena passata ci ha regalato un altro lieto fine. Seguendo un gruppo di ASA (ausiliario socio assistenziale) nel loro percorso formativo e specificatamente per il Team Building, Simona ha riportato nella Casa nel bosco una valigia così colma di racconti da non riuscire a chiuderla.

Il gruppo è stato una fonte inesauribile di condivisione di scoperte, di emozioni, di esperienze, grazie alla qualità umana delle persone partecipanti che si sono messe profondamente in gioco e aperte al cambiamento. L’amore per Simona nei confronti delle partecipanti (tutte donne) è stato ricambiato dagli abbracci ricevuti, uno per ogni partecipante, al termine degli incontri. Perché fare il formatore significa mettersi in gioco in prima persona, trasmettere passione e umanità; in questo caso, a dire il vero e grazie alle ragazze del corso, tutto è avvenuto molto facilmente.

Quando si fanno formazioni sul Team Building non si può prescindere dalle attività del Team Building stesso, anche se molti, purtroppo, anche in questo caso tendono a fare lezioni frontali.

E noi? Cosa abbiamo proposto in questo percorso formativo?

Un’attività diversa per ogni giornata e, ovviamente, la creazione di una fiaba condivisa che è stata anche l’occasione, oltre a sperimentare un’attività di gruppo, di ripercorrere ricordi dell’infanzia e il proprio mondo fantastico passato e presente. Al termine, queste donne che vengono da molte parti del mondo e così ricche di storie speciali, hanno anche raccontato il loro viaggio dell’eroe.

Per la creazione delle fiabe abbiamo usato alcune carte di appoggio, in questo caso si tratta delle Carte del Te di Dario Moretti del Teatro all’improvviso, un mazzo di carte dai disegni molto evocativi, nato per scoprire e conoscere Palazzo Te di Mantova attraverso il gioco.

Sapete già che noi amiamo le fiabe e le utilizziamo in molti modi perché sappiamo che le fiabe sono sempre crescita personale e di gruppo, a questo proposito ri-condividiamo un articolo di Mariarosa del 2017 “La fiaba che insegna il team building

Le fiabe ci accompagnano e insegnano sempre!

E alla fine di ogni corso cosa si fa? Si festeggia!

Così, Simona e le ragazze del corso, hanno deciso di organizzare un “Pic nic” in aula.

Hanno ricordato i picnic dell’infanzia, condiviso cibi e storie dell’identità e della tradizione.

Questi momenti formativi scaldano il cuore e creano nuove storie!

Piccole, cose preziose

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Oggi si riparte, con cautela,  fra preoccupazione e speranza. 

Come affrontare questi nuovi, strani giorni, cercando di stare lontano dalle polemiche e dalle strumentalizzazioni? Cercando di districarsi fra la paura di muoversi e la voglia di strafare? Cercando di rispettare gli altri, fra il timore di contagiare chi ami, e di tenerlo stretto per tutto il tempo in cui non hai potuto farlo?

Ci servono piccoli passi, perché solo così potremo accorgerci di tutte le piccole cose preziose che abbiamo intorno, in questa nuova non normalità.

Se facciamo piccoli passi, ci  renderemo  conto di tutto quello che abbiamo dato per scontato, quasi dovuto, prima.  Prima che il mondo si fermasse, per concederci la grande possibilità ci cambiare le cose. Di cambiare noi stessi.

Così, invece di lamentarsi per quello che ancora non possiamo avere o fare, cerchiamo di essere grati per quello che stiamo ricevendo, perché dipende da noi, renderlo prezioso: la spesa, finalmente, nel supermercato preferito; la passeggiata lunga che puoi fare senza limiti. Il verde della natura che, ma l’avete notato? E’ ancora più verde, brillante. Ogni colore è più vivo, lo puoi annusare. Toccare. E i suoi rumori, sono una musica meravigliosa. 

Il volto di chi ami sotto la mascherina, e che non puoi ancora abbracciare, ma che non avevi mai visto così splendente; se riuscirai a guardare questo momento con gli occhi giusti, te lo ricordai come uno dei più intensi. 

Sta a noi, rendere le piccole cose di questi nuovi giorni, preziose.

Puoi iniziare proprio ora, qui. Con una cosa piccola piccola, ma che ha un immenso potere.

Sorridi…

 

 

 

Una caduta, una frattura e tre storie

 

 

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Ci ho pensato un po’ prima di fare questo post perché, pur scrivendo per lavoro,  non scrivo molto spesso di me, però voglio condividere gli accadimenti perché hanno portato con sé preziosi insegnamenti.

Qualche giorno fa mentre portavo fuori il mio cane, la mia amatissima Amali,  sono caduta –  non per colpa sua –  ma si è rotto il collare, mentre lei tirava verso un altro cane che le abbaiava furiosamente e io tiravo dall’altra parte; io sono volata, letteralmente – il mio cane pesa 40 kg ed è potente –  all’ indietro e cadendo, ho messo male il polso  destro e  me lo sono fratturata. Un volo di pochi secondi che è stato, per me,  come il volo nel nulla di Alice nella tana del Bianconiglio, e che ha buttato all’aria tutto il mio mondo di certezze e sicurezza: oltre al dolore atroce,   io sono destrorsa,  vivo da sola e  sono libera professionista:  il mio lavoro e la mia autonomia, i miei tempi, sono fondamentali nella mia vita, e mi sono improvvisamente  trovata a dipendere da tutto e da tutti.

Dopo il pronto soccorso,  l ‘ingessatura e  la notizia dell’operazione che farò lunedì,  ho deciso di scrivere questo post,  perché dopo   la prima reazione di totale disagio sconforto e  paura,  nei giorni successivi  ho cominciato a elaborare, accogliere e ascoltare quanto successo,  e dall’ascolto sono nate tre storie.

La prima parla proprio di  Ascolto e Consapevolezza : quello che insegniamo, spesso facciamo fatica a metterlo in atto. Quando succede qualcosa che ci blocca: la macchina che si rompe e avevamo un appuntamento  importantissimo, il computer che non funziona e dobbiamo consegnare un lavoro urgente o peggio, una malattia  o una  frattura: queste situazioni  indicano sempre un fermo obbligato, vuol  dire che il nostro corpo,  l’universo o  qualunque energia che ci circonda e nella quale crediamo,  ci sta indicando che è arrivato il momento di fermarci – nel mio caso, probabilmente  qualche avvisaglia l’avevo avuta prima, e non l’ho ascoltata –  così  il corpo, l’inconscio o l’ universo,  decidono  in modo un po’ energico, che è arrivato il momento di dire basta.

Insegno  sempre che ogni cosa che ci accade è un  privilegio,  una possibilità di imparare qualcosa; ora  so che questo  nuovo viaggio mi  porterà nuova insegnamenti  e che i primi senz’altro stanno già arrivando: ho compreso che pur insegnando sempre agli altri ad amarsi e volersi bene, e l’importanza  di  mettersi al primo posto, forse stavo dedicando poco tempo a me stessa –   e non parlo solo in termini di cure fisiche, ma anche di tempo emotivo,  di tempo  per guardarmi dentro,  per fermarmi e  ascoltarmi. Ora  sono obbligata a farlo e questa,  penso che sia una delle lezioni più importanti. Non voglio fare l’eroina della situazione perché ci sono state molte lacrime, di rabbia e   di frustrazione,  ma poi ho scoperto che  è meglio ridere di sé, perché si fa anche molta fatica a soffiarsi il naso con la mano sinistra.

La seconda storia parla di Autonomia e Cura: si parla tanto di quanto sia importante essere autonomi e indipendenti, ma è altrettanto importante sapere che abbiamo sempre bisogno degli altri. A volte diamo per scontato le persone che abbiamo vicino, e scopriamo nei momenti del bisogno di quanto sia fondamentale e meravigliosa la propria famiglia,   di quanto sia una cura miracolosa  il loro supporto, e  di quanto sia bello e rassicurante,  avere persone intorno che sono disponibili a correre per te,  quando hai bisogno, e non parlo solo dei miei familiari  – che sono stati, e sono meravigliosi sempre –  ma anche di persone che mi sono vicine, amici e amiche, che  mi hanno offerto il  loro aiuto prezioso in qualsiasi modo.

La terza storia parla di Tempo e Risorse: improvvisamente ti rendi conto che tutto quello che non puoi fare perché non hai tempo,  perché non ce la fai,  perché hai troppe cose da fare, e molte cose le  rimandi in continuazione, in realtà sono cose che non vuoi fare.   Il Tempo è un signore gentile e democratico, è lo stesso per tutti. Rimandare e non avere tempo sono giustificazioni che servono a far passare i sensi di colpa, per un lavoro non fatto, per una promessa tradita o per la mancanza di attenzione verso sé stessi o gli altri. E Risorse, che abbiamo e non usiamo mai, ma che saltano fuori nel momento del bisogno: così scopri che quello che non riuscivi a fare, per mille e svariati motivi, ora lo fai, anche con più impegno – perché ora è diventato più difficile – ma lo porti a termine.

Cose che hai relegato nel cassetto del “prima o poi lo farò” che improvvisamente trovano strada e arrivano a destinazione – Più è difficile farlo e più la mente è lucida e creativa. Questa storia parla anche di limiti, quelli che ci creiamo ogni giorni per limitarci e rendere più tortuoso il proprio cammino.

Storie che vanno lette e rilette spesso, anche senza bisogno di una caduta che ce le mostra ben chiare a caratteri cubitali nel proprio cielo. Lezioni importanti e nuove strategie di vita quotidiana, come usare il dentifricio e lavarsi i denti, aprire  una bottiglia, scrivere decentemente con la sinistra, e strappare un foglio di Scottex, con un unico deciso, perfetto,  colpo.

E sorridere, sorridere spesso…

 

 

Il settimo passo: gratitudine

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Avete iniziato il vostro diario? Ci auguriamo di sì, e se non l’avete ancora fatto, scrivete la sua prima pagina prima che potete, perché prima, sperimenterete i suoi meravigliosi effetti.

Siamo arrivati al settimo passo, l’ultimo per quanto riguarda il nostro piccolo viaggio alla scoperta di noi stessi. Piccoli passi che ci hanno fatto ri-incontrare con la nostra parte interiore, quella che spesso non ascoltiamo o preferiamo evitare. 

Piccoli passi che ci hanno fatto scoprire, ci auguriamo, nuove risorse, e hanno risvegliato nuove consapevolezze su chi siamo. Su quanto è importante  mettersi al primo posto, amarsi, ascoltarsi e accogliersi. 

A volte, viviamo ogni giorno senza sapere nemmeno chi siamo davvero. Un po’, come vivere a metà, come non riconoscere il proprio nome, come non ascoltare i propri bisogni, non ascoltare i segnali che l’universo ci invia per indicarci la strada. La nostra strada. Ognuno di noi ne ha una, ma a volte è così difficile percorrerla…

Questo è l’ultimo passo del nostro piccolo viaggio, ma i vostri passi proseguono ora, con più forza e vigore, e ci auguriamo che siano sulla strada che vi aspetta da un po’.

Ci auguriamo che il vostro cammino lasci le tracce del vostro passaggio e ogni tanto, quando sentite il bisogno di fermarvi un attimo e voltarvi indietro, possiate vedere le vostre orme sulla strada e possiate riconoscevi ogni volta: quella sono io!

Per accompagnarvi in questo nuovo cammino vi consigliano un bagaglio leggero per portare con voi un alimento indispensabile: la gratitudine non pesa niente non occupa spazio, se non nel cuore, ma il suo potere è infinito   e nutre la nostra anima.

L’esercizio per il nostro settimo passo è proprio questo. Ogni giorno siate grati, a partire dalle piccole cose che diamo sempre per scontate. Svegliarsi in un letto, avere un pettine per pettinarsi, girare una manopola e avere gas, energia e acqua. Il caffè al mattino. I biscotti. Quella mezz’ora in più da dedicare a sé. Un sorriso. Un abbraccio. Le fusa di un gatto. Il fiato caldo e rassicurante del vostro cane, sulla mano.

Siate grati ogni giorno, e ogni giorno iniziate il vostro diario, scrivendo almeno 10 motivi, partendo dai più piccoli, per i quali potete dire grazie. Un esercizio semplice ma potente che renderà la vostra vita meravigliosa.

Ora siete pronti per proseguire il vostro cammino.

Buon viaggio e grazie per aver fatto insieme a noi un piccolo, prezioso tratto di strada…

4 ° passo: quello che lascio andare

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Manca ormai pochissimo alla fine di questo 2019. E noi ci stiamo preparando a piccoli, ma preziosi passi, a lasciarlo andare, senza timori. Senza rimpianti.

Lasciar andare è il tema del nostro 4° passo. Nei giorni scorsi abbiamo lavorato su di noi, un modo per ritrovarci, per imparare ad amarci e a riconoscere i nostri talenti, i nostri punti di forza. A riconoscere che valiamo, e a comprendere quali persone meritano di starci accanto.

Questo passaggio era fondamentale per arrivare oggi, a riconoscere, con serena obiettività, quali sono le cose di noi, carattere, modi di fare, brutte abitudini, che non vogliamo più avere.  Volersi bene, vuol dire anche aver voglia di migliorarci, e lasciar andare le cose che non ci aiutano a crescere.

Questo riguarda anche le persone che non fanno bene alla nostra vita. Quelle che invece di arricchirci, ci portano via, tempo, emozioni, energie. Vitalità.

Forse questa sarà la cosa più difficile: i meccanismi contorti per i quali ci sentiamo così legati a chi non ci vuole davvero bene, e ce lo dimostra nei modi più svariati, sono tanti e non è questo il momento per parlarne. Ma noi creiamo la nostra realtà, noi scegliamo ogni giorno, da chi dipendere o con chi, essere liberi. Che tante volte vuol dire essere soli con se’ stessi. Ma stare bene.

Ci serve un foglio bianco, con scritto “quello che lascio andare” ,un gran respiro, e poi, pensiamo a cosa, e a chi, non ci sta rendendo la vita meravigliosa. Se lo facciamo di pancia, potrebbero uscire cose inaspettate. Fidiamoci del nostro istinto…

Questa è una lista importante, perché sancisce una presa di posizione. Lo mettiamo per iscritto quello che non vogliamo più, quello che lasciamo nel vecchio anno. E ancora più importante, sarà l’atto psicomagico che faremo prima della mezzanotte dell’ultimo giorno del 2019: bruciamo la nostra lista e guardiamola  mentre il fuoco si porta via le cose inutili della nostra vita e le purifica.

Il  posto  vuoto che lascerà tutto quello che non ci serve più, sarà spazio prezioso per il passo, davvero importante di domani.

3° passo:le parole che non ho mai detto

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Quante parole non dette, abbiamo trattenuto nel nostro cuore? Quante parole bloccate, frustrate, a volte dimenticate, abbiamo chiuso a doppia mandata, da qualche parte della  nostra anima, perché è meglio così, senza sapere che le parole non dette creano nodi, blocchi energetici e fanno ammalare?

Qualche volta ne siamo consapevoli, e le cose che non siamo riusciti a dire ad una persona, o in una situazione, ogni tanto si ripropongono, fastidiose come del cibo pesante che non abbiamo digerito bene.

A volte non ce ne rendiamo conto – ma non  serve non pensarci o fare finta di niente. Le parole non dette restano  sempre lì, dentro di noi, nella nostra parte più profonda, stipate come vecchi maglioni che non servono più, e che abbiamo nascosto nella parte più remota del nostro armadio, per non vederli più.

Le  parole non dette vengono a trovarci, inaspettate in certi momenti in cui,  chissà perché, siamo bloccati in  quello che stavano facendo, da un pensiero noioso che non sappiamo decifrare. O vengono a trovarci nei sogni: in quei sogni che, al risveglio,ci lasciano  mogi e disorientati.

Oppure  si manifestano nei dolori inaspettati del nostro corpo. Quella fitta allo stomaco… quella puntura alla spalla. Quel respiro che non si riesce mai a tirare fino in fondo.

Il nostro terzo passo di oggi si dedica  a quelle parole non dette, che non chiedono altre che di uscire. Parole che abbiamo avuto paura, o non abbastanza coraggio, per  dire: e il loro silenzio ha cambiato storie e relazioni. Ha cambiato la nostra percezione di noi stessi.

Oggi il nostro terzo passo chiede di scrivere una lettera, una lettera indirizzata a chi si meritava quelle parole, a chi ne aveva bisogno, a chi sarebbe cambiato o, a chi sarebbe cresciuto. Una lettera colma di quella parole che noi meritavamo  di dire, che avevamo bisogno di dire: parole che se dette, ci avrebbero aiutato a cambiare, a crescere.

Non importa se non spediremo mai quella lettera – anche più di una se abbiamo tante parole non dette –  ma quella lettera avrà un valore prezioso, di profonda catarsi, e di liberazione interiore.

Prendiamo  un foglio di carta, facciamo un lungo respiro e lasciamo uscire  le parole, e non preoccupiamoci se non arrivano subito: chiamiamole, senza paura. Loro arriveranno presto, e saranno come un inarrestabile fiume in piena…

le parole che non ho mai detto…”

 

 

I 7 passi

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Cinque giorni alla fine di questo 2019. Ogni fine anno ci sono i buoni propositi, nuovi progetti, bilanci più o meno positivi, doni bellissimi,  e alcuni che non avremmo voluto proprio ricevere. Ma sono sempre doni. Forse più preziosi.

Nell’antichità, ritualizzare i passaggi fondamentali della vita dell’uomo è sempre stato un’esigenza, il bisogno di essere supportati, accompagnati; per vincere la paura del cambiamento, del nuovo che arriva e che non conosciamo. I riti sono un archetipo, che ci accompagna da sempre.

Per farci guidare in questa nuova fine d’anno e andare con serenità e consapevolezza al nuovo anno  – e credo che in questo nostro Tempo ce ne sia bisogno più che mai – vi propongo 7 passi, da compiere insieme, da oggi, fino al nuovo anno.

Perchè 7? Perchè è un numero magico di evoluzione, di crescita e di conoscenza. Il numero magico delle fiabe, dei giorni della settimana, dei pianeti, dei chakra principali.

7 passi, 7 azioni, 7 piccoli riti per prepararci al nuovo anno. Questo è il primo:

Se incontri qualcuno che ne vale la pena, tienilo stretto”

Quante relazioni possiamo definire vere? Quanto amici, conoscenti, fidanzati, amori, e qualsiasi altra forma abbiano i nostri rapporti, ci arricchiscono?

Il primo passo di oggi è quello di pensare a quali persone nella nostra vita, ne valgono la pena. A quelle che abbiamo vicino –  e magari non diciamo mai loro quanto  sono importanti.

A quelle che abbiamo, o si sono allontanate, per chissà quale motivo, ma che ci mancano, e non abbiamo il coraggio di andare a cercarle.

A quelle che un po’ temiamo, perché ci mettono sempre davanti a noi stessi, come uno specchio che riflette un’immagine  che non ci piace. Ma quanto fa bene guardarsi per davvero!

E invece, quante persone abbiamo vicino che non ci appartengono? Chi ci prosciuga invece di donare, che ci ferisce con le parole, con i gesti o con il finto amore? Chi teniamo vicino per la paura della solitudine, del cambiamento; o per colmare quel vuoto gigante che sentiamo dentro il cuore – un cuore che sicuramente  ha qualche buco perché non si riempe mai…

Il nostro primo passo di oggi è scegliere di tenersi stretto chi ne vale davvero la pena, fare una lista dei nomi con accanto il motivo per il quale non vogliamo proprio farli andare via, e poi, dirgli, o dirle, guardandoli negli occhi, perché li vogliamo avere accanto nel nuovo anno. 

Mettere su carta le proprie emozioni, e i sentimenti che abbiamo per gli altri è un bellissimo esercizio che ci può riservare delle sorprese: tante volte diamo per scontato i doni di chi abbiamo accanto, e non riusciamo a vederne l’importanza.

Il nuovo viaggio ha inizio…

 

 

 

Ritorno a casa

 

Una bellissima serata, accolte nel giardino segreto di MiamoBio eccellente ospite, abbiamo narrato, ascoltato, ricordato, accompagnate dalle parole antiche e sagge delle fiabe.

Loro, ci hanno mostrato la strada per tornare a casa…

 

Il bosco ci accoglie…

 

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Il bosco ci accoglie per un’esperienza unica, un luogo speciale immerso nel verde, una giornata per lavorare insieme, riscoprire emozioni soffocate, e incontrare il proprio/a bambino/a interiore per entrare in connessione con la nostra parte più vitale e gioiosa che abbiamo dimenticato, e che è invece fondamentale per continuare il nostro percorso di crescita ed evoluzione.

La connessione con la nostra parte bambina ci consente di conoscere e superare le sue ferite e di accogliere e integrare le sue parti energetiche e luminose

Saremo accolti  da Catena Rossa Alle Porte delle Fate,   nella magia del suo Bosco magico, coccolati dai suoi silenzi e dai suoi profumi, accompagnati dalla narrazione e dalle fiabe, per meditare, ascoltare, e ritrovare…

Per informazioni  e prenotazioni  3496501558 oppure fiabeincostruzione@gmail.com

 

 

 

Donne in cammino

Metti una serata di donne, condivisione, ascolto, fiabe antiche e simboli.

E danza. E risate. Libertà ed energia.

Noi donne lo sappiamo; abbiamo dentro un mondo che a volte evitiamo, nascondiamo, o semplicemente dimentichiamo, ma quando liberiamo la nostra energia istintiva e vitale, ricordiamo, ritroviamo  il divino femminile che è in noi.

Ritrova la tua energia femminile, il laboratorio: un bellissimo gruppo di lavoro, meravigliose donne in cammino, una potente energia, e i buonissimi dolcetti di MiamoBio che ci ha ospitato.

Il viaggio continua…