Il rito della buonanotte

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Forse il momento più difficile è la notte:  la giornata con i suoi ritmi così scombussolati, i suoi tempi dilatati, le cose nuove che cerchiamo di far diventare nuove abitudini.

La notte cala un silenzio ancora più grande di quello che si sente, di  giorno, ingombrante,  sotto, sotto le chiacchiere fra i balconi, la musica, i rumori di una vita apparentemente normale.

Di notte è un silenzio immenso che ci avvolge, che lascia spazio ai pensieri tristi, forse alla paura. Alla mancanza di chi non possiamo vedere, perché forse di notte ci si sente più soli;  alla mancanza delle cose di sempre, quelle un po’ noiose ma  che, ora sappiamo, sono così rassicuranti.

Abbiamo bisogno di riti. Abbiamo bisogno di ritualizzare momenti delle nostre giornate, di questi strani giorni, in cui nulla sembra più come prima, e sembra di non aver più punti di riferimento. Riti, che rendano piccoli attimi del nostro tempo, un appuntamento prezioso con noi stessi per avere la consapevolezza che ci siamo, siamo qui, ben ancorati a terra, nonostante i venti contrari.

I riti, fin dall’antichità,  hanno aiutato l’individuo a superare i momenti fondamentali di passaggio, di crescita e di cambiamento.  I miti li hanno creati e narrati, e le fiabe hanno continuato a raccontarli.

Basta davvero poco, piccole cose.

Ringraziare, per dieci cose belle prima ancora di scendere dal letto.

La colazione al mattino, alla stessa ora,  condivisa con il proprio cane, o gatto, se avete la fortuna di averne uno, o con un libro. O con chi amiamo, magari con una videochiamata. O svegliarsi con quella musica, che ci rilassa o ci dà la carica, a seconda dei nostri bisogni.

Il tea alle 5.00, con i biscotti che fa tornare a quando eravamo piccoli, o ci fa sentire eroine di un romanzo inglese.

Insomma, diamoci un appuntamento con piccole cose preziose. Che diventi un rito immancabile, il nostro.

Io, per questa sera ve ne suggerisco uno, che è dolce e potente… portatevi nel letto, una tazza di camomilla, o tisana, basta che si ben zuccherata, e portatevi parole.

Parole belle, forti, struggenti, magiche. Parole che lasciano un segno. Non  ne servono tante, ma se scegliete quelle giuste, restano lì sospese, fra le pieghe del primo sonno e vi accompagnano nei sogni.

Come questa lettera d’amore…

“Certo, il mio amore per te è nato come una protesta di individualista protesta contro tutto un clima mosso da un bisogno profondissimo, ma con un significato generale, una lezione per tutti, di non-rinuncia, di coraggio alla felicità. Come questa lezione si tradurrà nell’opera creativa è ancora da vedersi. Se mi mancasse il tuo amore tutta la mia vita mi si sgomitolerebbe addosso. Tu sei un’eroina di Ibsen, io mi credevo un uomo di Cechov. Ma non è vero, non è vero. Gli eroi di Cechov hanno la pateticità e la nobiltà degli sconfitti. Io no: o vinco o mi annullo nel vuoto incolore. E vinco, vinco, sotto le tue frustate. No, cara, non hai nulla dell’eroina dannunziana, sei una grande donna pratica e coraggiosa, che si muove da regina e da amazzone e trasforma la vita più accidentata e difficile in una meravigliosa cavalcata d’amore. Ho la tua lettera dal treno.” Lettera inviata da Italo Calvino a Elsa de’ Giorgi. 

Buonanotte…

Animal Reiki. Ariel, la dolce

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Sono operatore Reiki e Reiki Animal e l’esperienza già di per sé, bellissima, di poter trasmettere questo dono dell’universo, diventa davvero speciale quando tratto animali; sono molto ricettivi e aperti a Reiki, perché a differenza degli uomini non hanno filtri, e sono loro che si prendono l’energia di cui hanno bisogno, e spostandosi con il corpo, mi indirizzano nei punti giusti.

Quando tratto l’animale, ad esempio cani e gatti, il beneficio di Reiki arriva anche al suo umano di riferimento e spesso, nei trattamenti a distanza, il cane entra in connessione con me, con il suo padrone,  perché loro, esseri puri, entrano nella nostra vita per svolgere un compito, per noi, per prendersi cura di noi.

Come si può raccontare la meravigliosa connessione fra un cane e il suo umano? Mille bellissime parole che forse non basterebbero a raccontare quanto sia immenso l’amore che i nostri animali ci donano. 

Ma io racconto storie e oggi racconto quella di Ariel, una boxerina bellissima e vivace e Max, il suo umano,  grande amante di animali, speciale,  gentile e innamorato, naturalmente di Ariel:  amicizia, amore, affetto, meravigliosa compagnia. Fiducia, coccole, giochi e affettuosi dispetti.

La dolcissima Ariel, due anni, soffre da sempre, di una fastidiosa dermatite da allergia sui muscoli delle cosce, e si gratta, spesso e vistosamente, tanto da grattarsi fino alla pelle; pastiglie, e cibo adatto, risolvono il problema solo in parte.

Quando Max mi ha parlato del problema di Ariel, abbiamo pensato di fare un trattamento, a distanza, di prova, ma in realtà, già alla prima connessione la piccola Ariel ha smesso di grattarsi e nei giorni successivi, con trattamenti di mantenimento, ha continuato a stare meglio, e ora , non si gratta quasi più. Per Max è stato un risultato bellissimo perché non sopportava di vederla così a disagio, e lei si nascondeva per non farsi vedere a grattarsi!

Ogni trattamento Reiki non sostituisce il veterinario, né le  medicine, ma può lavorare in sinergia per risolvere problemi che nascono ad esempio da squilibri emotivi o situazione di stress che non sappiamo riconoscere,  e quest vale anche anche negli essere umani.

Se vuoi avere informazioni su Reiki Animal puoi contattarmi a fiabeincostruzione@gmail.com oppure mi trovi nel mio studio virtuale su Huknow

I cani sono il nostro legame con il paradiso. Non conoscono il male né la gelosia né la scontentezza. Sedersi su un pendio con un cane in uno splendido pomeriggio è come tornare nel giardino dell’Eden in cui oziare non era noioso: era la pace.” Milan Kundera

Scegli un’ora dedicata solo a te…

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Quando il tuo Re interiore sente che qualcosa non va nel suo Regno, si rivolge all’Eroe, il tuo Eroe interiore, perché porti a compimento il suo compito e trovi il tesoro che può ristabilire l’ordine perduto.

Nel suo cammino, l’Eroe, incontra aiutanti magici e trova magici doni. E infine, incontra la Fata, che gli mostra il mondo del TUTTO POSSIBILE.

Cosa desideri cambiare, migliorare, o realizzare nel tuo Regno? Lavoro, tempo, emozioni, autostima, amore… o cosa altro?

Qual è il tuo intento?

Per celebrare al meglio questa giornata, ho deciso di fare ad ogni donna un dono speciale, perché si possa sentire una vera Regina, padrona di sé e del suo Regno: un piccolo tratto di cammino insieme, che ti aiuterà a vedere qual è la  tua strada: un’ora di consulenza gratuita, on line, di crescita ed evoluzione personale, insieme alle fiabe, la scrittura e il reiki, 

Da oggi e fino al 14 marzo. scegli un’ora dedicata solo a te:  ci connetteremo via Skype e  per fissare un appuntamento compila il modulo di seguito, scegli data e orario  e riceverai la conferma. 

Il tuo meraviglioso viaggio, inizia ora…

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Attenzione!

Il nostro colore

Emotive. Lavoratrici. Madri e compagne. Stanche ma sempre in movimento. Preoccupate ma consolatrici. Forti anche quando ci sentiamo piccole piccole

Noi siamo questo.

Anche quando siamo costrette, chiuse, a volte soffocate, a volte deluse e non comprese, dalla inutile sterpaglia e dai rami secchi e contorti, noi, cresciamo e continuiamo a mostrare, e donare il nostro bellissimo colore .

Auguri ad ogni donna❤️

La verità è che non gli piaci abbastanza…

La verità è che non gli piaci abbastanza... Quanto ci avrebbe fatto bene, in alcune situazioni, sentirsi dire queste parole – riprese da una fortunata sit-com di amori e altre faccende.

Le amiche che ci consolano – magari fa così perchè ha paura, vedrai stasera ti chiama o ci supportano e ci consigliano, demonizzando il maschio cattivo che non si sta comportando come vorremmo – ripagalo con la stessa moneta, sparisci per un po‘ – vogliono farci stare meglio, sono amiche, prendono le nostre difese, comunque sia.

In realtà non stanno realmente ascoltando il nostro problema: consolare e consigliare sono degli ostacoli alla comunicazione:l’ascolto attivo implica una connessione empatica, un’attenzione che è rivolta totalmente al sentire dell’altro e non a cercare di dare soluzioni o consigli. Quelli magari vengono dopo.

Ma le amiche ci vogliono bene e non riescono proprio, non sempre almeno, a dirci che quello che chiamiamo amore, non c’entra nulla con un sentimento, né dalla parte di lui, ma nemmeno dalla nostra: è così facile scambiare il bisogno di attenzione, di sicurezza, di non sentirsi sole, per amore, soprattutto quando queste cose le cerchiamo nello sguardo di un uomo.

Nel mio lavoro incontro molte donne che vivono storie sbagliate, che le fanno stare male, e che non danno loro, nulla, e pur consapevoli di questo non riescono a chiudere il rapporto.

Meglio questo, che niente

Finchè non trovo un altra persona

Non posso stare senza di lui..

Senza sapere che nemmeno il loro, è amore, ma quel vuoto nel cuore deve essere riempito a tutti i costi: di aspettative, di giustificazioni, di inutili parole, e restano in questo equivoco emotivo – magari anche per anni – struggendosi di amore, per qualcuno che, poi, scoprono di non amare davvero.

Un consiglio: quando cominciate ad inciampare nelle vostre emozioni e la vostra storia non ha più capo né coda, provate a raccontarvela, scrivendo. La scrittura è una meravigliosa pratica catartica che connette al nostro inconscio e fa uscire parole che razionalmente non diremmo mai.

Come descrivere, quella che riteniamo la storia più importante della nostra vita, con parole come: farsi compagnia, controllo, comodità, oppure solitudine. Quando Laura – nome di fantasia – ha riletto quello che aveva scritto, è rimasta in silenzio per qualche minuto. Sorpresa. Perché quelle parole del suo inconscio non c’entravano nulla con la passionale storia d’amore che si era costruita, per renderla accettabile.

Amarsi è il traguardo di un percorso di crescita, che parte prima da noi stessi, per arrivare poi all’altro.

Un cammino che possiamo fare insieme: nei percorsi di crescita personale, ho accompagnato, e accompagno, donne che hanno bisogno di uscire da una storia sbagliata, di tagliare legami invisibili ma potentissimi, di ritrovare autostima e consapevolezza di sé. E amore per sé stesse.

Come le principesse delle fiabe abbiamo aiutanti magici preziosi – le nostre risorse e la nostra forza interiore – e possiamo liberarci da altissime torri senza porte – senza via d’uscita – e da sole, e senza paura, possiamo percorrere i sentieri profumati del bosco per trovare la nostra vera strada.

Ricevo on line e possiamo fare un primo incontro conoscitivo, senza impegno. Per fissare un incontro scrivi a fiabeincostruzione@gmail.com o compila il modulo.

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Ammalarsi d’amore

E vissero per sempre felice e contenti non è una semplice frase conclusiva delle fiabe, e non vuole far credere al bambino che ci sia una vita eterna, ma gli  fa capire  che vivere una sana relazione di coppia appagante ed equilibrata  lo aiuta nel distacco dalla famiglia e dalla figura materna – dal cordone ombelicale –   e lo accompagna verso una vita adulta, serena e autonoma.

Quando ci ammaliamo d’amore? Quando la relazione non funziona più,  o quando il nostro – o la nostra – partner non è quello che desideriamo, o ci rendiamo conto che gli atteggiamenti non mostrano amore, quando le azioni sono svalutative — con la mancanza di rispetto – o punitive, con il silenzio, o ingannano con comportamenti ambivalenti – una volta dolce, una volta assente – un gioco sottile e terribile che invece di mettere in allarme apre la strada alla dipendenza affettiva.

Così ci si ammala d’amore. Si scivola, una caduta lenta ma inesorabile che crea un legame indistruttible e consapevole fra aguzzino e vittima. Un equivoco emotivo immenso, che  trascina la vittima nell’inganno delle proprie  giustificazioni, nel proprio disperato bisogno di essere accettato, accolto,  amato da chi non è in grado di provare nessun sentimento.

La storia di Cappuccetto Rosso – abbiamo parlato spesso di questa bellissima fiaba, la nostra preferita, una delle più antiche e interpretate, per i suoi molteplici e profondi significati, nell’interpretazione di  Bruno Bettheleim racconta, nell’incontro tra la bambina e il lupo, un legame malato: il lupo, che non rappresenta solo il maschio seduttore, rappresenta  anche tutte le pulsioni  sessuali e asociali in noi, perchè diventa irresistible per la sua vittima. Bettheleim

Nella versione di PerraultCappuccetto Rosso non è una bambina capricciosa, ma è una giovane, che sta scoprendo i  propri, primi  istiniti sessuali, e, complice, si lascia sedurre dal lupo – in apparenza  gentile –  e si consegna a lui, non scappa. Ma anche  il lupo è sedotto dall’offerta di Cappuccetto Rosso e invece di attaccarla, come farebbe   qualsisi lupo, si intrattiene con lei, in un gioco mortale di attrazione e seduzione.

La fiaba sembra svelare  un aspetto inquietante della realtà: le vittime più appetitose sono quelle  accondiscedenti, quelle che apprezzano il loro cannibale. Enrico Maria Secci- I narcisisti perversi

Secondo Berne,  il padre dell’analisi transizionale, Cappuccetto rosso è complice di un gioco autodistruttivo; chi è sedotto e chi seduce? Chi è vittima e chi è carnefice?

Come uscirne?

come psicoterapeuta la dipendenza affettiva e la malattia d’amore  mi hanno raggiunto atraverso le storie dei pazienti, storie trasfigurate  nelle più varie richieste di aiuto: ansia, attacchi di panico, mal di testa, paranoie, disturbi gastointstinali, depessione, sono il grido acuto di un esercito di Cappuccetto Rosso in psicoterapia” Enrico Maria Secci

Bisogna imparare ad ascoltare i segnali del nostro inconscio, della nostra anima. E’ difficile riconoscere il proprio carnefice, quanto è difficile rendersi conto che si è vittime consenzienti.

Il primo passo? Impariamo a volerci bene!

Il bacio

fiabeincostruzione.com

Si incontrarono ogni giorno nel bosco e sotto le ali spiegate di un faggio millenario si raccontarono i segreti che solo gli innamorati, conoscono.

Quando si scambiarono il primo bacio, i loro cuori tremarono: la forza della sua bellezza, la sua consolazione struggente e la fragilità della loro natura di umani. Come avrebbero potuto proteggere un dono così prezioso dalla meschinità, dalle aspettative e dalla debolezza dell’amore? Insieme, desiderarono, che quell’attimo potesse essere infinito, custodito, protetto e puro… Quale natura poteva essere così perfetta?

Il vecchio bosco sorrise, e li trasformò in alberi…

Fiabeincostruzione

Singletudine

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Ci vuole giusto, un giorno nazionale per ricordarmi che sono single!  Se qualcuno mi chiede ancora cosa faccio a San Valentino, urlo! Francesca sbuffa avvilita, ma poi le scappa da ridere!

Però non è giusto! Continua. Ovunque mi volto, vedo che si parla di coppie, regali per il tuo lui o la tua lei, offerte per le coppie, sorprese per le coppie. E chi non è in coppia che fa? Non si può eliminare San Valentino dal calendario? Ed ora, Francesca non sorride più...

Fra quattro giorni è San Valentino, è la giornata dedicata all’amore, agli innamorati, alle emozioni, alle offerte speciali, alle coppie, insomma a chi si ama. E, naturalmente chi è sco-ppiato, si sente tagliato fuori; come non essere invitato a una festa, come non poter partecipare ad un gioco.

Come per  far notare che in un mondo di coppie che si guardano con gli occhi a cuore, tu sei l’unica che non ha nessuno da guardare. Certo val la pena di farci sopra una risata ma in realtà per molte persone, la giornata di San Valentino è un vero problema, se non hai una persona speciale con cui condividerlo.

Come dico sempre, noi possiamo fare la differenza per cambiare la nostra realtà, anche quando le situazioni non dipendono da noi: non possiamo cancellare la giornata dell’amore,  dal calendario, come vorrebbe Francesca, ma possiamo vivere questa giornata in maniera diversa. 

Con amore!

E se la persona speciale con cui passare uno splendido San Valentino, fossimo proprio noi stessi, non sarebbe una splendida, diversa modalità di vedere le cose?

Una giornata dedicata all’amore, da dedicare alla persona che amiamo di più, noi – o che dovremmo amare di più, passaggio indispensabile per vivere  poi, un amore di coppia equilibrato e sereno. 

Una giornata in cui dedicarsi del tempo prezioso, in cui farsi un dono speciale, un massaggio, leggere un libro, fare sport, una passeggiata, insomma, qualcosa che ci faccia stare bene. Una giornata da vivere, maturando la consapevolezza che  non abbiamo bisogno di avere accanto una persona, per sentirci amati, per riempire un vuoto, e che solo quando sappiamo essere il migliore compagno di noi stessi, siamo realmente pronti ad incontrare l’amore per l’altro.

L’innamoramento fa stare bene, amare per davvero è un privilegio. Quante cose, persone, animali, passioni, amiamo nella nostra vita?

La singletudine è un passaggio fondamentale che va vissuto, non con l’ansia di trovare qualcuno a tutti i costi, ma come un momento prezioso di elaborazione, anche delle storie passate,  Per comprendere davvero cosa vogliamo e come lo vogliamo; per riflettere e accogliersi.

Ed ora, a chi manderai la tua valentina?