L’alberello

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Illustrator Patrizia Kovacs

 

Tanto, tanto tempo fa c’era un piccolo alberello che  se ne stava tutto solo in cima ad una collina.

Forse il vento aveva portato il suo seme dalla foresta che era molto lontana da lì, o forse qualche insetto operoso dopo aver bevuto la linfa delle margherite selvatiche che crescevano sulla montagna vicina, aveva  mangiato un po’ della sua essenza e l’aveva portata sulla cima della collina, e la sua volontà di vita aveva messo le prime radici e  aveva cominciato a crescere; il suo fusto leggero era diventato sempre più forte e i suoi rami sottili erano cresciuti tesi al cielo; all’arrivo della dolce primavera si era riempito di foglie verdi che fremevano alla carezza della brezza notturna e si svegliavano con la prima rugiada del mattino.

L’alberello era contento e in realtà non si era mai sentito solo, perché da lì vedeva sorgere il sole ogni mattina, e i suoi primi raggi generosi lo inondavano di  luce dorata. Il giorno, i suoi rami offrivano l’ombra a chiunque volesse riparo dal calore della giornata e la sua ombra era fresca e rigenerante.  Quando pioveva, gli uccellini si riparavano sotto le sue larghe foglie e una volta aveva ospitato per qualche tempo una famiglia di scoiattoli birichini.

Poi era arrivato il suo primo inverno e il freddo aveva fatto cadere le sue foglie e la neve candida aveva coperto ogni cosa;  l’ alberello,generoso, aveva ospitato altri piccoli animali nel suo tronco, per ripararli dal gelo di dicembre.

Una notte mentre  ammirava il paesaggio candido di neve guardò  il cielo brillante di stelle e come spesso faceva ascoltò i loro discorsi.

Lo sapete vero, che le stelle quando brillano nel cielo si raccontano le storie di noi piccoli essere umani? – Chiese la nonna.

-Raccontano anche di noi? – chiese incantata la piccola Gemma; lei adorava le stelle.

-Certo – rispose la nonna, – loro vedono tutto –

Quella notte le stelle raccontavano dell’arrivo del  piccolo Re, e di come avrebbero donato  la loro luce per rendere  omaggio alla sua meraviglia e il piccolo alberello, ascoltandole, si sentì improvvisamente triste, perché con  il freddo aveva perso tutte le sue belle foglie e non aveva niente da donare ad un piccolo Re.

Ma il buon Dio sapeva  che l’ alberello aveva donato se stesso, ogni giorno, a tutti gli animaletti che ospitava sui suoi rami, che proteggeva dagli improvvisi temporali, a cui offriva la sua fresca ombra e la linfa preziosa delle sue foglie, e volle premiarlo:  l’Angelo delle stelle lanciò dal cielo  tantissime piccole stelline lucenti che come pioggia dorata si posarono sull’alberello che diventò bellissimo  e pieno di luce.

-Proprio come il nostro albero di Natale – disse Keil con occhi sognanti. Anche lui amava le stelle…

Chi legge?

 

Guido Petter, psicologo dell’età evolutiva e psicopedagogista, ha scritto che le fiabe sono un elemento fondamentale nel processo di crescita del bambino, e raccontare le fiabe ai nostri piccoli, dovrebbe essere obbligatorio per i genitori, per gli insegnanti e per tutti coloro che si occupano dell’educazione dei bambini.

L’atto di leggere una fiaba, oltre ad essere un momento fondamentale di amore, di vicinanza e di condivisione, lo aiuta a crescere, perché il bambino impara ad affrontare i temi negativi e le situazioni spiacevoli, come la paura, la morte e l’abbandono: Pollicino si perde nel bosco, ma poi viene ritrovato, e Biancaneve muore avvelenata dall’orribile strega ma poi arriva il principe e la salva con un bacio. I personaggi negativi sono indispensabili perché il bambino, attraverso la loro rappresentazione impara a distinguere il male dal bene, e può affrontare le proprie ansie, rivivendole e drammatizzandole, in una situazione emotivamente controllata, perché protetto dall’adulto.

Il cattivo viene sempre sconfitto, e il messaggio positivo aiuta il bambino ad avere fiducia in sé stesso, e ad imparare che le difficoltà possono essere superate! Inoltre, identificandosi nel protagonista, gli si affeziona e ne vive le emozioni, e questo è importantissimo per il suo sviluppo emotivo ed affettivo; e per quello sociale e morale, perché impara a riconoscere le modalità relazionali positive, come l’altruismo e il coraggio, da quelle negative, come la gelosia, l’inganno e l’invidia, e impara a conoscerne le conseguenze.

Il grandissimo valore pedagogico delle fiabe è utile anche per noi adulti, e sempre più spesso, sono utilizzate anche in contesti formativi per aziende, proprio per i messaggi di crescita e costruzione personale impliciti in ogni storia.

Leggere le fiabe ha un bellissimo effetto terapeutico di catarsi interiore, e dà la possibilità di sognare, per piccoli e grandi, e di concedersi piccoli spazi di tempo preziosi, perché il loro linguaggio arriva a toccare il nostro IO bambino, che spesso noi adulti dimentichiamo.

Non serve spiegare le fiabe, loro parlano al nostro profondo; le fiabe vanno ascoltate, lette, raccontate e donate.

Noi, con le nostre fiabe abbiamo raccontato le storie, le emozioni e i sogni di piccoli e grandi, abbiamo portato messaggi, abbiamo raccontato aziende e abbiamo insegnato a usare la fantasia e la creatività.

Vuoi sapere come? 

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L’inizio

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Una nuova fiaba  è sempre una nuova emozione.

Nuove idee, nuove sensazione che ti avvolgono e ti invadono la mente…

Un nuovo progetto, nuove storie e nuovi personaggi che iniziano a vivere dentro di te, ti svegliano al mattino presto quando vorresti dormire ancora un pò  e ti distraggono mentre stai  leggendo; ti sussurrano all’orecchio di regine, magie e streghe.

Di un cuore perduto…

Ti spingono, ti incitano, ti  pressano perchè vogliono iniziare  a vivere attraverso le tue parole, vogliono raccontare la loro storia, vogliono essere.

Non ho mai saputo resistere al loro imperioso richiamo…

Così partiamo! Vuoi seguirci? Mandaci la tua mail tramite il modulo di contatto sotto, o scrivici a fiabeincostruzione@gmail.com, ti porteremo con noi, ti racconteremo le emozioni, e gli incontri che faremo; ti mostreremo i back stage e ti racconteremo una storia nella storia.

Ti portiamo nella magia!

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Il Crowdfunding della Città delle fiabe

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Patrizia Kovacs

Anno 2050. La città delle fiabe è in fermento. L’essere umano è sempre più preda dei problemi di vita, di lavoro, di relazioni, di stress; sta perdendo la capacità di orientarsi in questa società caotica e complessa, sempre più controllata dalla tecnologia e dai media. Non ha tempo di fermarsi, di guardarsi intorno. Non ha tempo per pensare.
Le fiabe sono state abbandonate e nessuno le legge più.
Racconti per bambini che nemmeno i bambini considerano più. Eppure le fiabe, quelle più antiche, hanno raccontato la vita vera dell’uomo, le sue difficoltà, le sue paure. Ci hanno raccontato che solo quando l’essere umano sa affrontare le difficoltà può superarle, perché ha in sé le risorse necessarie per farlo. Ma deve impararlo.
La Città delle Fiabe è in fermento, ogni personaggio delle fiabe è uscito dal proprio libro, e si aggira per le strade colorate della città per trovare un rimedio: l’uomo ha bisogno delle fiabe, della loro saggezza millenaria, dei loro preziosi messaggi, dei loro profondi significati.

Come aiutare l’uomo? Cappuccetto Rosso, e il suo amico inseparabile, il Lupo, sono stati scelti, fin dalla nascita, per difendere il messaggio della città delle Fiabe: solo con l’aiuto e il supporto di ogni abitante della città, dal più piccolo e minuscolo, al più potente e magico potranno trovare il modo di aiutare l’essere umano: dovranno unire le proprie forze: il crowdfunding della Città delle Fiabe sarà la soluzione. E le streghe? Furiose e gelose del potere della Città delle Fiabe useranno ogni incantesimo per scoprire i loro segreti…”

Una nuova storia ha inizio. Seguici!

 

La Città delle Fiabe

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Anno 2050. Cosa sta succedendo nella Città delle Fiabe? I libri aperti, abbandonati dai loro legittimi proprietari…

Perchè i personaggi delle fiabe sono usciti dai loro libri e si aggirano per le strade confuse della loro città?  Persino il Lupo…

Una nuova storia ha inizio. Seguici!

Una fiaba per dire grazie

 

Una fiaba che racconta le giornate insieme, momenti preziosi perchè crescere è una meravigliosa avventura, e una  dedica:

insegnare è toccare una vita per sempre.”

Questo è il regalo che una classe di alunni ha fatto alle proprie maestre per ringraziarle dello splendido lavoro, dei giorni passati insieme, dei momenti difficili condivisi; per essere cresciute con loro, per averli supportati. Per averli anche sgridati, perchè a volte ci vuole! Per averli spronati, quando le cose sembravano tanto difficili, e per avere dedicato loro tempo reso prezioso, per poter rendere prezioso il loro tempo futuro.

Gli anni di scuola elementare sono  fondamentali per la formazione del bambino, e la figura della maestra, dopo la famiglia, è fondamentale per concorrere al suo corretto equilibrio emotivo e psicologico. Un pò come una seconda mamma, che però di bambini ne ha tanti, e se li ricorda tutti, anche quando questi diventano grandi e se ne vanno in giro per il mondo, a vivere la vita, e  magari un pò si dimenticano di lei. Solo un pò…

Così, se state pensando a quale regalo fare per ringraziare la vostra maestra, pensate ad una fiaba; una fiaba che la racconta, e che racconta il vostro anno, o i vostri anni  di scuola insieme.

Un regalo prezioso per una persona preziosa.

Vuoi sapere di più? Scrivici : fiabeincostruzione@gmail.com

 

Cercate le parole

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Illustrator Alexandra Junge – aufbau – verlag

«Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o micro eventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad aver tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni.
Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere.» Gianni Rodari  – Grammatica della fantasia.

Il potere delle parole; parole che un maestro come Rodari sa usare con eleganza ed attenzione per raccontarci che da una sola parola, buttata magari lì a caso, senza farci troppa attenzione, possono nascere tantissime  cose: nel caso più semplice, qualche associazione con altre parole, parole simili, non difficili da trovare; sono associazioni pigre “una parola urta l’altra, per inerzia. E’ difficile che ciò basti a far scoccare la scintilla. Ma non si può mai dire.”

Tipo, sasso con tasso,o con grasso, facili… fanno la rima. O sasso con marmo, anche questo facile, gli sta accanto. Ma provate a fare attenzione, davvero attenzione ad una singola parola, magari una che dite spesso, che non vi piace nemmeno tanto. Cercate il “tema fantastico“, facendo accostamenti strani, fra parole che nemmeno si salutarebbero se si incontrassero per strada,tipo…mattone e canzone. Una bella coppia, che c’entra come i cavoli a merenda, ma da cui può nascere una storia:

c’era una volta un omino che sistemava mattoni, uno sopra l’altro ogni giorno e la sua vita era uguale, giorno dopo giorno, mattone su mattone, quando un giorno come tutte gli altri, mentre prendeva in mano il suo ennesimo mattone, sentì cantare; una voce melodiosa stava cantando la canzone più bella del mondo…  Lascio a voi decidere il finale!

La stesse parola distratta, se rivalutata può  prendere altre direzioni:può cadere dritta, affondare nel mondo del passato, scivolare nella memoria e rotolando fa affiorare presenze sommerse, ricordi, sensazioni apparentemente dimenticate; una parola può essere dolce come miele,  o dolorosa come una stilettata.

Può farti volare in alto, o abbatterti in volo.

Non sottovalutate le parole, rispettatele, sfruttate la lora carica liberatoria.  Abbiatene cura; il loro potere è immenso; cercatele, ascoltateleusatele per immaginare, e  fantasticare nuove storie! Giocate con loro, mettele alla prova, lanciatevi in virtuosismi lessicali e osate. Le parole sono vive!

Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)

Un concorso da Fiaba

 

castello padenghe x maria

Scrivere, disegnare e leggere le fiabe antiche non ci basta: ora vogliamo leggere le vostre fiabe, e anche premiarle! Vi avevamo preannunciato qualche sorpresa e questa è la prima: vi presentiamo il  1° concorso letterario per Fiabe, organizzato dal  Comune di Padenghe sul Garda e la sua bella Biblioteca comunale, con la  collaborazione di Fiabe in Costruzione:  una bellissima iniziativa un’opportunità unica, per  mettervi alla prova, per dimostrare il vostro talento e far uscire, finalmente,  tutta la vostra creatività.

Un’ottima occasione per conoscere meglio la storia – ammirare il suo castello che domina il paese –  la bellezza e le tradizioni di Padenghe sul Garda, un piccolo gioiello della bella Valtenesi,un tranquillo paese, posto sulle colline che dolcemente degradano verso la sponda occidentale del Lago di Garda, dove maggiore è la larghezza del bacino lacustre” Andrea Nodari – Padenghe sul Garda.

L’iscrizione è gratuita ed il concorso è aperto  ai grandi ma anche ai piccoli che possono divertirsi,  con lo splendido esercizio educativo della scrittura, usando tutta la loro naturale fantasia.

BANDO DI CONCORSO PAESE DA FIABA

Per conoscere le modalità di partecipazione consultate  il regolamento pubblicato sul sito del Comune di Padenghe sul Garda.
Per informazioni potete rivolgervi direttamente alla Biblioteca di Padenghe,   al numero 030 9907647 e parlare con le responsabili del servizio,  Federica e Flavia, o mandare una mail a questo indirizzo: biblioteca@comune.padenghe.brescia.it.
La magia ha inizio!
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Tutte le immagini e i disegni sono Copyright Fiabe in Costruzione

Le fiabe italiane

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Illustrator Anastassija Archipova – ed. Esslinger

“… non è vero che l’Italia sia più povera di narrazioni fantastiche di altri popoli. Tutt’altro! la ricchezza e la varietà d questi racconti non ha nulla da invidiare a quelle di altre raccolte popolari comr Grimm o Afanasjev. E il merito va tutto al popolo italiano che aveva, e in tanti posti ha ancora, un’arte di raccontare fiabe piena di felicità, di inventiva fantastica, di spunti realistici, di gusto e saggezza.” Italo Calvino – Sulla fiaba

Così scriveva Italo Calvino nel 1956, come presentazione del libro  Fiabe italiane, una raccolte di tutte le fiabe popolari italiane, una ricerca durata due anni, commissionatagli dalla casa editrice Einaudi.

Duecento fiabe, raccolte in tutta Italia, molte volte dal racconto di una vecchina, di una balia o di un pastore. Ascoltate e trascritte nei loro dialetti originali; Calvino dovette imparare tutti i dialetti italiani, leggersi intere biblioteche e cercare fra tante versioni della stessa storia, quella migliore.

Fiabe molto belle, fiabe che raccontano la terra da cui provengono: in Sicilia, ad esempio, ogni fiaba ha la figura del  Re, e tutta la sua corte, descritta con attenta gerarchia. I Re delle fiabe siciliane normalmente non prendono mai decisioni strategiche senza consultare il Consiglio – Lu Re tocca campana di Cunsigghiu.. –

In Toscana, le fiabe non considerano tanto il potere del Re; il re può essere il  Signore, il proprietario di una casa; nella fiaba “La figlia mela” , due re vivono dirimpettai l’uno all’altro e si fanno visita di cortesia.

Ma poichè le fiabe popolari raccontano le storie dell’uomo, spesso iniziano con la storia di una famiglia povera, che deve cercare di ” far minestra” e manda i figli a cercare i cavoli – cavolicidarru nelle fiabe meridionali – e sotto il cavolo più grosso, può trovare una strega, o un innamorato dai magici poteri.

E poi la fiaba contadina che racconta il lavoro della terra, che misura il valore dell’uomo dalla sua forza di muovere l’aratro o la zappa. Ma poichè sono fiabe, lo zappatore ha poteri magici, e il piccolo Quattordici –  fiaba marchigiana  – che deve il nome ai suoi tredici fratelli :

“C’erano una mamma e un babbo con tredici figli tutti maschi. Ne nacque un altro,
e gli misero nome Quattordici. Crebbe in fretta e diventò grande; e la mamma
gli disse: – E’ ora che anche tu aiuti i tuoi tredici fratelli che sono nel Campo a zappare. Prendi questo cesto con la colazione per te e per loro e raggiungili.
Gli diede un cesto con quattordici pagnotte e quattordici forme di cacio e
quattordici litri di vino; e Quattordici andò. A meta strada gli prese fame e
mangiò tutte e quattordici le pagnotte e le forme di cacìo e bevve tutti e
quattordici i litri di vino.”

riuscirà a vincere il diavolo in astuzia!

Alcune fiabe, molto conosciute nelle versione europee, trovano una loro nuova identità perfettamente integrata alla terra in cui sono raccontate.

Le tre sorelle e il lupo – raccontata fra il mantovano e il lago di Garda – è la storia di tre sorelle, invece di tre porcellini,  che vivono in tre casette, e il lupo cattivo fa di tutto per riuscire a mangiarle!

E Barbablù che  è il diavolo e la stanza segreta è l’inferno!

Duecento storie, due anni di lavoro; un lavoro enorme che Calvino iniziò suo malgrado  “si venne nell’idea che lo dovessi fare io. Italo Calvino – introduzione alle Fiabe Italiane – ma che poi lo avvolse, felice e ammirato del suo viaggio attraverso le storie fantastiche, di boschi incantati, castelli e fate, sentendo sempre pù il desiderio di comunicare al mondo quello che le fiabe gli mostravano.

Fiabe che val la pena di conoscere, perchè fanno parte del nostro patrimonio culturale, e della nostra tradizione, che sapranno parlarci e incantarci come fecero con il grande autore, che alla fine del proprio lavoro scrisse:

“Ora il viaggio fra le fiabe è finito,il libro è fatto, scrivo questa prefazione e ne sono fuori. Riuscirò a mettere piedi sulla terra?”