I nuovi doni delle fiabe

SAMSUNG CSC

E’appena passato Natale e questi sono ancora giorni di festa, ma noi non abbiamo smesso di lavorare – fortunatamente abbiamo un prezioso assistente –

Finito il nostro Calendario dell’Avvento – che ha avuto molto successo e di questo vi siamo davvero grate –  stiamo lavorando a nuove fiabe, a nuovi progetti e stiamo studiando, perché imparare, sempre, per noi è fondamentale.

Ci stiamo preparando al nuovo anno che arriva: vi racconteremo  i nuovi doni delle fiabe: fiabe per imparare, per aiutare, per comprendere.

Fiabe per scrivere, per leggere, per conoscere.  Fiabe per cambiare… e  per migliorare.

Fiabe per non smettere di sognare…

Questo porteremo con noi nei nuovi giorni, con l’augurio che per ognuno di voi, siano giorni migliori, siano giorni speciali e che ogni giorno nuovo sia un nuovo dono prezioso.

Buon nuovo anno!

 

Il Re

SAMSUNG CSC

Illustrator Irina Dobrescu – Ed Nord-Sud

C’era una volta un Re… non iniziano così tutte le fiabe? Ma i Re delle fiabe non sono sempre  figure giuste e amorevoli: Il Re delle Fiabe può essere capriccioso e terribile come il Re di  Pel di Topo che chiede alle proprie figlie quanto lo amino e quando la più giovane risponde che lo ama come il sale, non contento della sua risposta,  ordina ad un servo di condurla nel bosco ed ucciderla.

Può essere meschino e concedere le  proprie 3 figlie rispettivamente ad un orso, un’aquila e una balena  per salvarsi la vita, come ne Le tre sorelle dei Grimm o autoritario e disporre della vita della propria figlia dandola in sposa al primo mendicante che busserà all aporta per punirla della sua  superficialità, come ne il re Bazza di Tordo.

Come ogni figura negativa delle fiabe anche il Re ingiusto  che abusa del proprio potere genitoriale per disporre della vita dei propri figli , soprattutto femmine, ha il compito fondamentale di aiutarli nella propria crescita personale e di vita.

Nella fiaba Dognipelo dei Fratelli Grimm, di cui esistono differenti versioni tra cui  –Pelle d’asino di Perrault –  il Re è innamorato perdutamente della sua bellissima regina, ma alla sua morte, le promette che si sposerà solo con  una donna più bella di lei. Il Re disperato non trovando donne alla sua altezza si rende conto che l’unica donna, bella altrettanto come sua regina, è proprio la loro figlia, e decide di sposarla.

La figlia terrorizzata dagli intenti incestuosi del padresimbolo del genitore iperprotettivo che  fatica a riconoscere l’autonomia  alla figlia e la  spinge  ad allontanarsi dal legame genitoriale, una ribellione necessaria raggiungere la propria autonomia –  chiede di confezionare per lei 3 abiti fatti di luce, cielo e sole, e poi un mantello fatto di pelliccie d’animale – nel caso di Pelle d’asino, fatto della pelliccia dell’asina che il padre predilige.

Infine Dognipelo scappa dalla sua casa per sfuggire alla bramosia del padre – allontanamento dal genitore e dal nucleo familiare indispensabile per il passaggio dall’età adultae sporcandosi con la cenere per rendersi brutta, e lavorando come sguattera – come Cenerentola deve  passare attraverso le difficoltà per andare profondamente nel proprio sè e raggiungere l’auterealizzazione, con l’aiuto dei 3 abiti che il padre ha fatto confezionare per  lei;   il genitore vuole proteggere i propri figli cercando di tenerli legati a sè ma non  fa mancare il suo supporto per accompagnarli  nel loro cammino di vita.

Alla fine il principe del castello in cui lei lavora come sguattera , si accorge  della sua bellezza e innamoratosi di lei, decide si sposarla, e al matrimonio Dognipelo vuole invitare il padrenon può mancare – che, libero dalla sua malattia per lei –  il genitore accetta che la propria figlia abbia raggiunto la propria autonomia – la abbraccia, felice della sua raggiunta realizzazione come donna adulta.

 

 

Il forestiero

Leonardo da Vinci – caricature e vari studi – web galery art

Il Forestiero

In un paese del Mugello capitò un giorno un forestiero il quale, per attirare l’attenzione della gente, incominciò a dire che nella sua città, lontana da quel luogo rustico e selvaggio, nascevano le più strane cose del mondo.

Fra gli astanti, c’era anche un contadino ritenuto da tutti uomo prudente e saggio.

“Siccome ci sei nato anche tu – gli disse – è segno che ciò che dici è vero, perché sei così brutto che nel nostro paese non se n’è mai visto uno uguale. Leonardo da Vinci

Il genio assoluto di Leonardo da Vinci è riconosciuto universalmente: il suo talento eclettico trovò espressione in ogni forma d’arte e conoscenza: architettura, scultura, disegnatore, trattista, anatomista, progettista, inventore, e in più, forse meno noto, Leonardo scrisse anche alcune favole, scritte probabilmente intorno al 1490.

Sono favole brevi, che hanno come protagonista soprattutto la natura, descritta nella sua forma reale e immaginifica:  animali che parlano e che attraverso le sue parole scritte insegnano una morale profonda –  sullo stile di Esopo e Fedro –  sulle conseguenze dell’ignoranza e della presunzione, tipica dell’uomo,  e  che fanno trasparire l’analisi profonda e indagatrice dell’autore.

“Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri.”

 

 

 

Il topo e la montagna

gramsci1

Illustrator Marco Lorenzetti – Il topo e la montagna ed.  Gallucci

Antonio Francesco Gramsci fu un politico, filoso, giornalista linguista e critico letterario.

Fondatore del partito comunista d’Italia, nel 1921, fu condannato dal regime fascista nel 1926 e rinchiuso nel carcere di Turi, in provincia di Bari, lo stesso carcere, e lo stesso periodo, in cui fu rinchiuso Sandro Pertini.

Gramsci è considerato uno dei più importanti pensatori del xx secolo; in carcere, ottenuto il permesso di avere carta e penne si dedicò alla scrittura e oltre alla stesura dei Quaderni dal Carcere, che raccolgono le sue riflessioni politiche, filosofiche storiche e di vita, si dedicò alle fiabe.

Nel 1924 tradusse le fiabe più famose dei Grimm – che sono raccolte nel libro Favole di libertà – e poi, tramite la corrispondenza letteraria con la moglie Giulia, scrisse alcune fiabe per i figli Delio e Giuliano, perché lei potesse raccontargliele.

Perché le fiabe? Gramsci voleva trasmettere il suo pensiero di eguaglianza, di libertà di pensiero e di morale anche ai bambini che crescevano plasmati dal pensiero della dittatura; era convinto che le fiabe e la fantasia erano l’alternativa, attraverso le metafore e i messaggi simbolici, per poter guardare e poter spiegare il mondo con una percezione diversa.

Il topo e la montagna è una delle favole che Gramsci dedicò ai figli, una favola morale che è ancora più attuale ai giorni nostri, in cui l’uomo è sempre meno attento e meno rispettoso del mondo che lo circonda, e il suo messaggio profondo è importanti anche per i bambini di oggi.

Anche loro possono mantenere la nostra promessa alla natura; la promessa antica di proteggere il nostro mondo, la sua bellezza. Solo loro possono  ripiantare le querce e i pini e tutte le piante che sono state tagliate,  usate per le necessità dell’uomo…

“C’era una volta un topo, che bevve il latte destinato a un bambino. Ma subito se ne pentì e corse dalla capra per risarcire il piccolo. Ma quella, per dare il latte, aveva bisogno dell’erba. E la campagna dell’acqua. E la fontana delle pietre. E le pietre della montagna. E la montagna degli alberi…

…Il topo va dalla montagna e avviene un sublime dialogo tra il topo e la montagna che è stata disboscata dagli speculatori e mostra dappertutto le sue ossa senza terra. Il topo racconta tutta la storia e promette che il bambino cresciuto ripianterà i pini, querce, castagni ecc.”

Il topo e la montagna – Antonio Gramsci 1 giugno 1931  ed. Gallucci.

 

La strega

la strega 2

Ora fate attenzione; siete arrivati nel punto più profondo e pericoloso del vecchio bosco; molte delle creature che vi abitano non osano addentrarvisi, e spesso il sole non riesce a passare fra i fitti rami delle piante secolari che come valorosi soldati proteggono la zona.

Fate attenzione: si racconta che qui abiti una strega, potente e terribile. Si dice che  aspetti il malcapitato viandante per sussurrargli piano nell’orecchio, soffiandogli  sul viso per confonderlo,  e poi gli rubi il cuore per preparare  le sue pozioni d’amore.

Si dice che prenda le sembianze del bosco e quando vi accorgete di lei siete già preda del suo incantesimo…

Il raccontafiabe

SAMSUNG CSC

Adol Born- CBJ verlag

“Rammentate voi, bambini, il racconta-fiabe, colui che vi raccontò le storie di Spera di sole, di Ranocchino, di Cecina, di Testa-di-rospo, e di tant’altra gente meravigliosa?”

Inizia così, la prefazione del libro Tutte le fiabe di Luigi Capuana, scrittore giornalista, teorico del verismo, nato nel 1839 a Mineo in provinica di Catania,  che scrisse romanzi e racconti ma come sentenziò lo stesso autore:

Le fiabe saranno il lavoro nel quale, probabilmente, e vivrà il mio nome”, una considerazione profetica considerando il grande valore della sua produzione letteraria rivolta al mondo infantile.

Le fiabe di Capuana nascono dall’incontro tra il mondo fantastico e l’arte della scrittura, e fanno rivivere leggende, racconti reali, filastrocche che appartengono alla nostra tradizione popolare, tutta italiana, e che l’autore rivede con la sua incredibile capacità narrativa e la sua grande fantasia.

Reginotte, Reucci, Lupi mannari, Draghi e Orchi, e Principesse-serpenti, ranocchini, nani gobbi,  ma anche mugnai, pescatori, falegnami; personaggi semplici e fantastici tratteggiati con maestria.  Capuana plasma il linguaggio “così semplice, così efficace, così drammatico delle fiabe per raccontare ai bambini le storie meravigliose  e  terribili dei suoi personaggi.

Racconti bellissimi che parlano di magie, di terribili incantesimi e di vita vera, quella contadina, quella che fatica e lavora, e di quella  ricca, quella privilegiata,  spesso ingiusta e scansafatiche. Storie che incantano per la bellezza delle immagini che sanno evocare, come la storia di Piuma d’oro, una reginotta maleducata e irrispettosa, che per la maledizione di una vecchina diventa leggera, leggera,  e i suoi genitori, per non farla annoiare, le soffiano addosso tutto il giorno in modo che lei possa volare fra le alte stanze del castello.

Storie dolci come quella del Raccontafiabe che aveva perso le sue fiabe e non riusciva più a raccontarne di nuove:

 “Fiabe nuove non ce n’è più; se n’è perduto anche il seme. Ora avvenne che non sapendo egli a qual altro mestier edarsi, rimase lungamente disoccupato. Passava le giornate al sole, davanti l’uscio di casa sua; e spesso pensava a quelle care fiabe, che gli si erano mutate in un pugno di mosche.

I bambini che lo vedevano sbadigliare su la soglia dell’uscio, gli domandavano: O che non ce n’hai più fiabe nuove, raccontafiabe?Egli alzava le spalle, scrollava la testa e non rispondeva. Dove andare a pescarle? Gli strani oggetti che gli erano stati regalati da fata Fantasia, non potevano più servire. Ognuno di essi gli aveva già suggerito la sua fiaba, appena egli l’aveva preso in mano; e dopo non c’era stato verso di cavarne più niente. Tornare da fata Fantasia gli pareva una bella sfacciataggine. E poi, come rintracciare un’altra volta Cenerentola, Cappuccetto rosso, Pelosina, Pulcettino e tutti gli altri che lo avevano condotto alla grotta della Fata e l’avevano pregata di aiutarlo? La fiera delle Fate ricorre una volta ogni mille anni; e il capitarvi in mezzo era stata proprio una rara fortuna. Per ciò egli sbadigliava, e con le mani in mano, godevasi il sole, in mancanza d’altro, su la soglia dell’uscio.

Una notte, non potendo chiuder occhio, gli passò pel capo di cercare il sacchettino dov’erano conservati il ranocchio, la stiacciata, l’arancia d’oro, la serpicina, l’uovo nero, i tre anelli e le altre cosettine regalategli dalla Fata.— Chi sa? Dopo tanto tempo, forse avevano ripreso la loro virtù.

Saltò dal letto, corse a cercare il sacchettino riposto in un armadio, e tentò di fare come soleva. Prese a caso i tre anelli, e disse:

— C’era una volta… Ma una volta, quantunque non sapesse neppure mezza parola di quel che doveva dire, appena aperta la bocca, la fiaba gli usciva filata, quasi l’avesse saputa a mente da gran tempo. Invano ora ripeté:

— C’era una volta…! C’era una volta…! Gli usciva di bocca soltanto il fiato. Stizzito, afferra il mortaio, ci vuota il sacchettino dentro, e poi pesta e pesta; ridusse in polvere ogni cosa. Ne prese un pizzico, e strofinandolo con disprezzo fra le dita, esclamò: — Così non mi verrà più la tentazione di provare, e dire: C’era una volta!…

Ma non aveva ancora finito di pronunziare queste parole, che già su la punta della lingua gli s’agitava una fiaba nuova. E se la raccontò da sé, divertendosi come un bambino.”

Così il Raccontafiabe trova di nuovo la sua magia e può raccontare nuove fiabe ai bambini, fino a che, per disgrazia,  perde il suo sacchettino fatato:

“Chi non le ha udite, dalla bocca del raccontafiabe, può leggerle con comodo in questo libro. Sono proprio le ultime. l povero raccontafiabe è accaduta una disgrazia.Una sera, stanco di aver raccontato fiabe tutto il giorno, si buttò sopra un sedile di pietra del giardino pubblico e si addormentò. Allo svegliarsi, cerca e ricerca il sacchettino con la polvere portentosa che gli suggeriva le fiabe, non lo ritrovò più. E lo ricerca tuttavia, poverino!”

 LUIGI CAPUANA – Roma, 13 settembre 1893

Non perdetevi le ultime fiabe,  le fiabe italiane sono ricche della nostra tradizione popolare un tesoro inestimabile tutto da scoprire, da leggere e da raccontare, che mantengono immutato il loro incanto. E noi vogliamo aiutarvi a scoprirle…

Consigli di lettura

SAMSUNG CSC

“Non solo per i più piccoli, ma anche per i grandi, che a volte, alle prese con lo stress e i problemi di ogni giorno si dimenticano di fermarsi, e di guardarsi intorno. Questa favola metropolitana racconta la storia, vera, di un uomo buono, cha ha salvato una tartaruga dall’ignoranza e dalla cattiveria dell’essere umano. E le ha regalato una vita migliore. Perché nessun animale è un oggetto…!

L’uomo e la tartaruga la nostra favola metropolitana, con i disegni di Patrizia Kovacs.

Puoi leggere le prime pagine, commentarlo, e  acquistarlo sul sito  Il mio Libro.

Buona lettura!

Fiabe in… diretta!

 

Come dire, ci mettiamo la faccia!

Ecco il servizio e la nostra intervista,  con la brava Giulia Nannini inviata Rai per la trasmissione la Vita in Diretta su Rai1, condotta da Cristina Parodi e Marco Liorni.

Si parla sempre più di Fiabe…

Cosa insegnano le fiabe?

SAMSUNG CSC

Published by The Art Group Limited, London  Printed in England – “And away they all flew to never land Disney 4835”

Un bell’articolo ed una bella recensione per   Antonella Bastone pedagogista esperta di formazione e nostra formatrice, pubblicata sul sito ilmiolibro, che parla dell’importanza delle fiabe nella formazione, un tema per noi davvero importante, la base del nostro progetto di crowdfunding Cosa c’entra il crowdfunding con le fiabe.a cui la Dott.ssa Bastone ha dato il suo prezioso supporto prefessionale

L’articolo Le belle fiabe non scadono mai. Sei fiabe che tutti gli adulti dovrebbero rileggere

dà una prima lettura di come le fiabe, qui ne sono citate alcune, possono supportare l’uomo nel suo percorso di crescita personale e professionale.

Ci sono storie che non smettono mai di insegnarci qualcosa. Ci sono fiabe che non hanno età. E ce ne ne sono alcune che andrebbero rilette più volte nella vita, soprattutto in età adulta.

La letteratura psicologica e pedagogica ha ampiamente dimostrato da tempo la funzione educativa della fiaba per la formazione dei bambini. Tuttavia, è solo recentemente che si sta valutando la possibilità di sperimentarne l’applicazione e la funzionalità nella formazione degli adulti. Le fiabe, infatti, non rappresentano semplicemente “uno strumento per addormentare i bambini”, ma tramandano un’antica saggezza capace di risvegliare la coscienza, di accompagnare l’essere umano a riconoscere e superare le sfide quotidiane, di modificare il proprio atteggiamento nei confronti della vita”
Ecco, secondo la pedagogista Antonella Bastone, vincitrice della prima edizione di Keywords – il concorso per autori di saggistica promosso dall’Espresso in collaborazione con ilmiolibro.it – con il libroLe fiabe nella formazione professionale alcune fiabe che dovremmo rileggere anche da adulti per affrontare meglio le esperienze del quotidiano”

Così scopriamo che la fiabe di Alice nel Paese delle meraviglie ci insegna come orientarci nella nostra società complessa, o Peter Pan, l’eterno bambino, ci spiega quali sono le reali paura di un adulto che non vuole crescere.

E ancora, Le avventure di Simbad il marinaio ci racconta l’importanza del viaggio, come metafora del percorso inconscio incontro a ciò che è nuovo, diverso.

Le fiabe non smettono mai di donare i loro preziosi insegnamenti, perchè raccontano da sempre la vita vera dell’uomo. Noi vogliamo far conoscere il grande potere educativo delle fiabe, non solo per i bambini ma anche e soprattutto per la crescita personale e professionale dell’adulto.

Segui il nostro progetto Cosa c’entra il crowdfunding con le fiabe.

Se vuoi maggiori informazioni scrivici : fiabeincostruzione@gmail.com