Il topo e la montagna

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Illustrator Marco Lorenzetti – Il topo e la montagna ed.  Gallucci

Antonio Francesco Gramsci fu un politico, filoso, giornalista linguista e critico letterario.

Fondatore del partito comunista d’Italia, nel 1921, fu condannato dal regime fascista nel 1926 e rinchiuso nel carcere di Turi, in provincia di Bari, lo stesso carcere, e lo stesso periodo, in cui fu rinchiuso Sandro Pertini.

Gramsci è considerato uno dei più importanti pensatori del xx secolo; in carcere, ottenuto il permesso di avere carta e penne si dedicò alla scrittura e oltre alla stesura dei Quaderni dal Carcere, che raccolgono le sue riflessioni politiche, filosofiche storiche e di vita, si dedicò alle fiabe.

Nel 1924 tradusse le fiabe più famose dei Grimm – che sono raccolte nel libro Favole di libertà – e poi, tramite la corrispondenza letteraria con la moglie Giulia, scrisse alcune fiabe per i figli Delio e Giuliano, perché lei potesse raccontargliele.

Perché le fiabe? Gramsci voleva trasmettere il suo pensiero di eguaglianza, di libertà di pensiero e di morale anche ai bambini che crescevano plasmati dal pensiero della dittatura; era convinto che le fiabe e la fantasia erano l’alternativa, attraverso le metafore e i messaggi simbolici, per poter guardare e poter spiegare il mondo con una percezione diversa.

Il topo e la montagna è una delle favole che Gramsci dedicò ai figli, una favola morale che è ancora più attuale ai giorni nostri, in cui l’uomo è sempre meno attento e meno rispettoso del mondo che lo circonda, e il suo messaggio profondo è importanti anche per i bambini di oggi.

Anche loro possono mantenere la nostra promessa alla natura; la promessa antica di proteggere il nostro mondo, la sua bellezza. Solo loro possono  ripiantare le querce e i pini e tutte le piante che sono state tagliate,  usate per le necessità dell’uomo…

“C’era una volta un topo, che bevve il latte destinato a un bambino. Ma subito se ne pentì e corse dalla capra per risarcire il piccolo. Ma quella, per dare il latte, aveva bisogno dell’erba. E la campagna dell’acqua. E la fontana delle pietre. E le pietre della montagna. E la montagna degli alberi…

…Il topo va dalla montagna e avviene un sublime dialogo tra il topo e la montagna che è stata disboscata dagli speculatori e mostra dappertutto le sue ossa senza terra. Il topo racconta tutta la storia e promette che il bambino cresciuto ripianterà i pini, querce, castagni ecc.”

Il topo e la montagna – Antonio Gramsci 1 giugno 1931  ed. Gallucci.

 

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