Il viaggio dell’eroe

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Le fiabe aprono alla ricerca…
Il viaggio dell’eroe è un laboratorio di gruppo, è un percorso che invita alla ricerca, uno stimolo per l’autoconoscenza e il cambiamento interiore. Una chiamata a iniziare il proprio viaggio dell’eroe, l’archetipo fondamentale dell’individuo, la ricerca del sé.
Qual è il tuo intento? Prima della meditazione ognuno pone la propria Domanda, esprime il proprio intento di vita.
La meditazione guidata conduce al risveglio dell’archetipo femminile e maschile, al risveglio delle risorse interiori – l’eroe e la fata – dentro di noi.
La scrittura della propria fiaba interiore ci apre alla connessione con il nostro inconscio, ci libera dalle resistenze delle mente conscia e ci esorta all’evoluzione e alla ricerca. Porta risposte…

Per informazioni e iscrizioni: fiabeincostruzione@gmail.com – 3496501558

metodo Psicofiaba – Paola Biato

 

Le fiabe, una cura per l’anima

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Un incontro per parlare di fiabe e del loro profondo potere educativo e formativo, una nuova bella collaborazione con chi si occupa di benessere, promuovendo con  professionalità, uno stile di vita sano ed etico. 

Creare rete e condividere  passioni e lavoro  è la continua ricerca per diffondere sempre più uno stile di vita a misura dei reali bisogni dell’individuo, promuovendo evoluzione e crescita.

Mara Gamba Operatore e Trainer olistico in discipline BioNaturali,e coach di cucina vegetale e la sua Miamobioun’associazione culturale che si occupa di alimentazione naturale, ospiteranno nella sede di Desenzano del Garda, le  attività di Fiabe in costruzione rivolte alla crescita personale e alla consapevolezza di sè.

Mercoledì 31 gennaio avrà luogo un primo incontro di presentazione al quale, se siete in zona, siete naturalmente invitati. 

 

 

Il diario creativo

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Gabrielle Cole

Ho ricominciato da poco a tenere un diario. Scrivo fiabe, curo un blog e già, questa, è  una forma per raccontare, ad altri e per altri, raccontando di sè. C’ è sempre una parte di noi in quello che scriviamo.

Scrivere per un blog è quasi come tenere un diario. Quasi, perchè l’atto di prendere un taccuino –  può essere un  quaderno, un blocco; l’ importante è che ti piaccia – aprirlo, guardare le pagine che hai scritto nei giorni precedenti – già questo ti regala un senso di appartenenza – e arrivare alla pagina bianca che aspetta solo di essere riempita di parole… E’ già un rito.

Tenere un diario vuol dire scrivere di sè, per sè, ogni giorno, ogni volta che ne abbiamo voglia, due righe o un papiro; ma vuol dire raccontarsi, esprimere le emozioni inconsce che non sappiamo far uscire con le parole e che senza la scrittura restano sparse, in modo disordinato, nella nostra mente, e nel nostro cuore.

Vuol dire fare ordine, fare il punto della situazione, perchè rileggere quanto abbiamo scritto qualche tempo prima ci fa capire a che punto siamo, ci fa comprendere quello di cui abbiamo bisogno per davvero.

La narrazione è la modalità principale con cui, dall’età infantile a quella adulta, si sviluppano la mente e l’identità personale, e la nostra mente, ogni giorno, interpreta la vita, le persone e le situazioni in forma narrativa;  struttura e organizza ogni informazione, ogni evento e grazie a questo meccanismo, si orienta. La nostra mente mette in ordine, altrimenti sarebbe il caos.

George Mandler, psicologo americano  afferma, che ciò che non viene strutturato in forma narrativa, nella memoria, viene dimenticato.

Raccontare, diventa un modo per costruire un pensiero auto-biografico su di sé,   vuol dire dare un senso alla propria vita personale e professionale.  Ci aiuta  a riflettere sulle proprie credenze circa il cambiamento e a riorganizzarle in modo che assumano un significato diverso.

Oltre a questo, scrivere un  diario ha una serie di benefici immediati,  nel breve,   e nel lungo termine, per il nostro benessere: puoi cominciare il tuo diario creativo – via libera a istinto e fantasia –  dalle piccole cose, quelle a cui, normalmente  non facciamo caso:

  • raccontare di qualcosa che ti ha fatto sorridere, o ti ha sorpreso. Scrivere di cosa sei grato – e una volta che inizi a farlo,  ti  rendi conto di quante cose possono farti dire grazie ogni giorno, e inizierai a sentirti meglio;
  • scrivere sul proprio diario  i piccoli insuccessi ci aiuta a elaborarli e rileggendoli ci fa capire come possiamo modificare gli atteggiamenti sbagliati,  ma celebrare le piccole vittorie è una potente gratificazione, una grande motivazione.
  • Puoi scrivere il modo in cui vuoi iniziare la tua giornata, con le convinzioni potenzianti che ti accompagnano nel tuo lavoro, o una parola chiave che ti può supportare con  un nuovo progetto.
  • Puoi fare uno schizzo, un disegno, o scrivere – di getto –  senza pensare per almeno 15 minuti, senza badare alla forma, o alla sintassi. Un vero esercizio catartico – la scrittura espressiva – che aiuta a sciogliere blocchi e aumenta la consapevolezza su di sè.

Potrei continuare questa lista infinita ma la cosa migliore è provarla; se non ti  è naturale scrivere, prendilo come un piccolo allenamento iniziale, che diventerà poi una meravigliosa abitudine.

 

 

 

 

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Salta!

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Brandon Wong

Quando eravamo piccoli, salire sull’altalena era un bellissimo gioco, perchè l’emozione di poter volare in alto era una meravigliosa sensazione di libertà, di avventura, con l’aria che colpiva il viso spezzando il respiro.

La paura del vuoto e il suo magico richiamo.

Peccato che sia non  possibile farlo anche da grandi, e forse anche se lo facessimo, saremmo così attenti a non farci male, a non cadere, da non provare nemmeno più la bellezza del lasciarsi andare, al volo, all’aria, al gioco.

Nel mio lavoro, incontro sempre più  persone che vorrebbero cambiare qualcosa nella loro vita, per migliorarla, per crescere, per vivere meglio, ma non riescono a farlo; cambiare è difficile, lo sappiamo, lo leggiamo e lo sentiamo ovunque. 

Abbiamo paura di fare scelte sbagliate, di muoverci in modo sbagliato; è come  salire su quell’altalena: avremmo paura di cadere e farci male.

Ma noi creiamo la nostra vita e il futuro è di chi sa immaginarlo… così in questo giorno speciale di quasi fine d’anno, ti suggerisco  un piccolo esercizio speciale… una piccola meditazione:  prendi qualche minuto di solitudine e quiete; chiudi gli occhi, chiama il tuo bambino interiore – non serve tanto, lui non aspetta altro – e poi prova ad immaginarti su un’altalena, grande e alta, altissima. 

Comincia a dondolarti, prima lentamente e senti sul viso i primi gentili soffi di aria tiepida e poi comincia a muoverti più forte, ed ora non senti più il terreno sotto i piedi, e sali così in alto che l’aria sul viso ti blocca il respiro, avanti e indietro e ti senti sicuro. Tieni con consapevolezza le mani chiuse alle catene dell’altalena; noi hai paura. Voli sempre più in alto, e sorridi con gli occhi chiusi, perchè su quell’altalena cominci a ridere, ridere forte, perché la sensazione è di pura gioia e libertà.

E poi, quando ti senti così in alto, che potresti vedere i misteri del cielo sopra di te, decidi, senza pensarci, senza timore, di saltare, nel vuoto, nel nulla sotto di te.

Apri piano le mani dalle  catene e ti aiuti con un piccola spinta; lascia l’altena dietro di te e ti lasci andare, senza più nessun riferimento, senza nessun contatto con quello che conosci.

E cominci a scendere, nell’ignoto, ma ti senti leggero e protetto. In quel volo, libero e senza costrizioni, senza paura, arrivano  doni, risposte, aiuti magici, e soluzioni. 

Finalmente, puoi  vedere le meraviglie del mondo  che è nascosto dentro di te…

Una delle due: o il pozzo era straordinariamente profondo o ella ruzzolava giù con grande lentezza, perchè ebbe tempo, cadendo, di guardarsi intorno e di pensar meravigliata alle conseguenze. Aguzzò gli occhi, e cercò di fissare il fondo, per scoprire qualche cosa; ma in fondo era buio pesto e non si scopriva nulla. Guardò le pareti del pozzo e s’accorse che erano rivestite di scaffali di biblioteche; e sparse qua e là di mappe e quadri, sospesi a chiodi. Mentre continuava a scivolare, afferrò un barattolo con un’etichetta, lesse l’etichetta: “Marmellata d’Arance” ma, ohimè! con sua gran delusione, era vuoto; non volle lasciar cadere il barattolo per non ammazzare chi si fosse trovato in fondo, e quando arrivò più giù, lo depose su un altro scaffale.

“Bene, — pensava Alice, — dopo una caduta come questa, se mai mi avviene di ruzzolare per le scale, mi sembrerà meno che nulla; a casa poi come mi crederanno coraggiosa! Anche a cader dal tetto non mi farebbe nessun effetto!” (E probabilmente diceva la verità).

E giù, e giù, e giù! Non finiva mai quella caduta? .L.Carrol – Alice nel Paese delle meraviglie

Ci racconti il tuo volo?

A caccia di sogni

 

Per acchiappare i propri sogni bisogna saper immaginare un altro sè, perchè quello che conosciamo, molto bene, è quello che si limita a desiderare, a scrivere liste di ” vorrei” sperando che un giorno arrivino i doni a cui aneliamo tanto.

Siamo così concentrati sull’obbiettivo da raggiungere, da non vedere altro intorno a noi; non ci rendiamo nemmeno conto che, magari, vogliamo qualcosa, che non siamo nemmeno pronti ad avere;  perchè quando vuoi ottenere qualcosa, tutto il tuo essere deve volerlo, e per questo è necessario cambiare i comportamenti che fino ad ora non ti hanno consentito di realizzare i tuoi sogni.

Io voglio leggere i 30 libri che aspettano pazienti sul comodino –  l’ho già detto, sono un’acquirente compulsiva di libri e taccuini;  libri che poi non ho mai il tempo di leggere,  – e per farlo, devo modificare il mio atteggiamento di  procastinatrice passionale e confusionaria,  cambiando il mio modo di essere e, di conseguenza,  la mia modalità alla lettura perchè la mia motivazione  non basta se non parto da un desiderio dell’essere e non dell’avere.  

Se voglio qualcosa, devo partire da come potrei o vorrei  essere, per ottenerlo; lo sapete, il cambiamento parte sempre da noi.

Ieri alcune intrepide cacciatrici di sogni hanno lavorato insieme, per costruire una nuova, personale modalità dell’essere per raggiungere gli obiettivi che si sono poste per il prossimo anno e,  utilizzando le mappe mentali e la loro creatività e fantasia, hanno messo su carta il loro, speciale e magico anno nuovo,  per ricordarsi, ogni giorno, che sì, noi possiamo creare la nostra realtà, e disegnarla a misura dei nostri sogni.

A proposito: io ne sto realizzando uno: ora, posso leggere un libro a settimana…

Prepara i tuoi sogni…

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Arriva un nuovo anno... desideri, sogni, aspettative, brutte abitudini, o vizi meravigliosi… un nuovo lavoro, un nuovo amore… cosa ci portiamo nel nuovo anno e cosa vogliamo lasciare?

O cosa vogliamo migliorare di quello che già abbiamo? Non è sempre così facile cambiare le cose, anche quando non ci piacciono, ma il cambiamento parte sempre da noi!

Come? Piccolo work shop creativo per realizzare un nuovo anno a misura dei nostri sogni…

Quando? Il 27 dicembre alle ore 20.00.

Dove? Presso la biblioteca di Padenghe sul Garda.

Per prenotare scrivi a fiabeincostruzione@gmail.com o chiama al 3496501558.

Prepara i tuoi sogni…

Buongiorno donne selvagge e creative…

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“La capacità creativa è il bene più prezioso per la donna, perchè dona all’esterno e la nutre all’interno, a ogni livello: psichico, spirituale, emotivo,mentale ed economico. La natura selvaggia riversa infinite possibilità, opera come sorgente, rinvigorisce, estingue la sete, sazia la fame di vita profonda e selvaggia che è in noi. Idealmente, il fiume creativo non ha dighe, nè deviazioni, nè tanto meno se ne può fare cattivo uso”.  Donne che corrono con i lupi – Clarissa Pinkola Estes

Buongiorno donne selvagge e creative,,

#unannoamisuradeituoisogni

Breakfast time…

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Giorni frenetici quelli che ci portano al Natale, pieni di impegni e cose da fare. A dispetto di un mese , colmo di colori e luci, che dovrebbe avvicinare, ri-avvicinare, a sentimenti ed emozioni positive, in questo periodo, le persone diventano più nervose e insofferenti: basta passare un paio d’ore nel traffico cittadino per vedere un’interessante casistica dei peggiori comportamenti umani.

Eppure basterebbe davvero poco per vivere più armoniosamente con noi stessi e con gli altri, perchè il nostro atteggiamento alla vita, dipende molto dal nostro atteggiamento verso noi stessi. 

Parte sempre tutto da noi; il cambiamento, l’autostima, la capacità di essere sereni e di fare un sorriso invece di reagire con rabbia e frustrazione ai piccoli , grandi intoppi delle nostre giornate.

Come fare? Cominciamo ad avere cura di noi stessi: ogni volta che ci regaliamo una piccola coccola, ci prendiamo cura della nostra anima. Possiamo partire dal momento più importante: il mattino, il dopo risveglio, quando il resto del nostro tempo dipende da come diamo inizio alla nostra giornata.

Piccoli passi… magari siete quelli che bevono un caffè in fretta e furia, o fate colazione in piedi, o non la fate affatto. Sappiate che la colazione è uno dei momenti fondamentali per dare una buona direzione alla nostra giornata.

Non serve tanto, basta alzarsi 20 minuti, 30 minuti prima del solito e  prepararsi una buona  colazione – dolce, salato, frutta – che sia gratificante per il gusto e per la vista: colori e sapori gustati con calma, mentre si legge, magari, qualche  pagina del libro preferito che aspetta, da mesi, inutilmente sul vostro comodino – naturalmente io vi consiglierei di leggere anche qualche fiaba antica – e non stupitevi se quello che leggete,  suona stranamente adatto a voi, e  risponde alle vostre domande più profonde: quando vi muovete nel flusso armonico dell’universo, l’universo si muove con voi, e arrivano coincidenze e sincronicità.

Quello che all’inizio sarà un pò faticoso – lo so, bisogna rubare preziosi minuti di sonno che però diventeranno preziosi minuti per voi – sarà così gratificante da diventare una nuova meravigliosa abitudine!

Il sorriso con cui inzieremo  la nostra mattina sarà il sorriso che ci porteremo addosso per tutto il giorno. 

Com’è la vostra colazione?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanto vali?

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Sharon Mccutcheon

Un giorno un saggio ricevette la visita di un giovane che gli si avvicinò per un consiglio:
“Vengo, maestro, perché mi sento di valere così poco, che non ho la forza di fare qualsiasi cosa. Mi dicono che non servo, che non faccio nulla di giusto, che sono goffo e piuttosto sciocco. Come posso migliorare? Cosa posso fare per essere più apprezzato?”
Il maestro senza guardarlo rispose:
“Quanto mi dispiace, ragazzo, non posso aiutarti, prima devo risolvere il mio problema. Forse più tardi … – e facendo una pausa, aggiunse – Se tu mi aiutassi, potrei risolvere questo problema più velocemente e forse potrei aiutarti.”
“E … si, felicissimo di farlo, maestro” – esitò il giovane, ma si sentì comunque svalutato, perché i suoi bisogni vennero posticipati.
“Bene…” – annuì il saggio. Si tolse un anello che portava al mignolo e quando lo diede al ragazzo, aggiunse:
“Prendi il cavallo e vai al mercato. Devo vendere questo anello perché devo pagare un debito. È necessario ottenere la somma più alta possibile, ma non accettare meno di una moneta d’oro. Vai e torna con quella moneta il più velocemente possibile.”
Il giovane prese l’anello e se ne andò. Appena arrivò al mercato, iniziò a offrire l’anello ai mercanti, che lo guardarono con un certo interesse.
In molti chiesero il prezzo, ma quando il giovane menzionò la moneta d’oro, alcuni risero, altri volsero la faccia e solo un vecchio fu così gentile da prendersi la briga di spiegargli che una moneta d’oro era molto preziosa per consegnarla in cambio di un anello.
Qualcuno gli offrì una moneta d’argento, ma il giovane che era stato incaricato di non accettare meno di una moneta d’oro, respinse l’offerta…

Il giovane un pò deluso torna dal vecchio saggio che gli dice, che per sapere esattamente il valore dell’anello, deve andare dal goielliere perchè solo un esperto può dargli il giusto valore. E così accade, il gioiellierie lo valuta 50 monete d’oro e il giovane torna contento dal vecchio.

“Siediti – disse il maestro dopo averlo ascoltato – Tu sei come questo anello: un gioiello, prezioso e unico. E come tale, solo un esperto può davvero valutarti.
Pensi che chiunque possa stabilire il tuo valore?”
Il maestro si rimise l’anello al dito e il giovane lo ringraziò per l’insegnamento ricevuto.
Il ragazzo comprese che ogni uomo è in realtà, come un gioiello unico e prezioso. Vagando nei mercati della vita, ci aspettiamo che persone inesperte, riconoscano il nostro valore.
Bisogna invece essere consapevoli delle proprie qualità, dei propri talenti, del proprio valore.
Prima o poi incontreremo chi saprà riconoscerlo ed apprezzarlo.

Stamattina ho ricevuto questa piccola storia da una persona speciale, che forse, ancora non sa di esserlo…

Spesso cerchiamo negli occhi di chi abbiamo davanti, la sicurezza, la conferma della nostra bellezza interiore e del nostro valore. Ma come possiamo chiedere agli altri di vedere il nostro “oro nascosto” , se siamo noi i primi a non vederlo?

Quello che cerchiamo fuori, è già dentro di noi, non smetteremo mai di ripeterlo, come un mantra. Solo quando noi siamo davvero consapevoli di quanto valiamo, non ci facciamo ingannare dai falsi esperti e il loro giudizio non può toccarci, nè impoverirci.

E tu, hai trovato il tuo oro?