«Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.» Gianni Rodari
«Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.» Gianni Rodari
Bellissimo “pomeriggio da fiaba” nella bella cornice della Biblioteca Di Padenghe che da oggi porta il nome di Alda Merini, meravigliosa, indimenticabile poetessa.
Poi, le premiazioni dei vincitori del “Concorso un paese da Fiaba”:
– Gedeone – 1′ classificato categoria autori – Davide Neva
– Jim e la cerva del lago – 1′ classificato categoria ragazzi – Valentina Tonin
– Doppio incantesimo per Bignè – menzione speciale – Lucia Tameni.
E ancora i disegni dei bambini, e il bellissimo spettacolo del Teatro Il Telaio.
Grazie alla amministrazione comunale di Padenghe, nella persona del nostro Sindaco Patrizia Avanzini, all’assessore alla cultura Luisella Girardi, al nostro consigliere comunale , area cultura, Gabriella Alati – bravissima presentatrice – sempre presente e instancabile, alle preziose Federica Zanoni e Flavia De Togni della biblioteca comunale.
Grazie alle mie fantastiche colleghe di giuria: Alice Paghera, Elena Stefania Pietra
Veronica Sorza, Laura Valente con le quali ho condiviso una bellissima esperienza.
E grazie a tutti voi che avete condiviso con noi questo giorno speciale!
A breve saranno pubblicate le fiabe vincitrici!
Kitawaga Utamaro
La fama di questa fanciulla diventa così grande da arrivare anche all’Imperatore, che la corteggia ma viene rifutato; perchè la principessa viene dalla luna e lì, alla fine della storia, farà ritorno. Ai suoi genitori lascerà in ricordo la sua veste, mentre all’Imperatore donerà una lettera e l’elisir di immortalità, che il sovrano deciderà di bruciare sulla sommità del monte Fuji, il punto più vicino del Giappone alla Luna.
Questa fiaba antica e molto bella – sembra che la prima versione risalga al X secolo – è una storia molto conosciuta che ha ispirato molti fumetti e manga, e che racconta, come molte fiabe giapponesi, le tradizione e le leggende popolari: ancora oggi molti raccontano di vedere il fumo dal Monte Fuji.
Le fiabe giapponesi iniziano quasi sempre raccontando le vicende di un vecchio, o di una coppia di anziani e i luoghi descritti non sono mai poco definiti, come succede nelle fiabe occidentali – i nostri: in un paese lontano… in un piccolo villaggio… danno un senso indispensabile di indefinitezza; i luoghi son ben definiti e fanno sempre riferimento a posti reali.
Anche l’avvicendarsi del racconto non segue un ritmo evolutivo che porta ad un conseguente concatenarsi di eventi, come accade nelle fiabe occidentali:
“Da una parte infatti le fiabe giapponesi – e in particolare le cosiddette “fiabe di magia” – si configurano spesso come espressione di una condizione statica e immutabile piuttosto che di una situazione dinamica di progresso psicologico-esistenziale. Il racconto tende a seguire un andamento ciclico (e non lineare come avviene in Occidente), dove il motivo della “trasgressione di un divieto” non si traduce necessariamente in una concatenazione di avventure meravigliose e quello della ” separazione ” non si trova all’inizio della vicenda, ma spesso la conclude”Fiabe Giapponesi a cura di M.T. Orsi edizioni Fabbri.
Il finale positivo delle fiabe, necessario per assolvere al suo compito educativo, non è così scontato nelle fiabe giapponesi, e spesso, il viaggio, metafora del percorso di crescita interiore e di passaggio, accade alla fine della storia. Viene narrata la bellezza della natura, il rispetto per la famiglia e per gli anziani. Sono presenti, molto spesso, gli animali, che rappresentano l’ elemento magico – non esistono fate, elfi e gnomi -e sanno parlare e ricambiano il favore all’ uomo che li ha salvati:
Volpe è un animale furbo e scaltro di cui non fidarsi; può mutare la sua forma.
Tartaruga, saggezza e longevità; Lupo, a differenza del cattivo lupo occidentale rappresenta il protettore dei villaggi. E non mancano i mostri con corna e artigli, come il nostro orco, e una terribile vecchia, Yama – la strega occidentale o la Baba Yaga russa, che vive in montagna e divora gli uomini con una grande bocca che sta sulla sua testa nascosta dai capelli ma che allo stesso tempo può elargire saggi consigli.