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La Luce di Yule: Trasformazione attraverso il Buio
Oggi è il primo giorno di Inverno che coincide con il primo giorno di Yule , la festa del Solstizio d’Inverno, il momento dell’anno in cui la notte è più lunga e il giorno più breve.
È il punto di massimo buio… e proprio per questo il punto in cui la luce ricomincia a tornare.
Da Yule in poi, anche se quasi impercettibilmente, le giornate iniziano ad allungarsi.
Un tempo nuovo di silenzio, interiorità, riposo. Preparazione. La natura non chiede di fare, chiede di stare.
Yule non celebra la luce che splende, ma la luce che nasce nel buio e ci ricorda che la Luce non arriva quando tutto è risolto. Arriva quando il buio è stato attraversato, onorato, abitato.
Nel giorno della notte più lunga non celebriamo la fine dell’oscurità,
ma la sua trasformazione.
Celebriamo il momento in cui la vita, silenziosamente, decide di continuare.
La Luce che ritorna non è improvvisa né fragorosa.
È un sussurro.
Un seme.
Una promessa fragile e potentissima allo stesso tempo.
Yule ci invita a rallentare, a deporre le armature, a riconoscere che anche ciò che è stato difficile ha avuto un senso nel nostro cammino.
Gli Animali conoscono Yule da sempre: rallentano, risparmiano energie, si ritirano. Ascoltano. Non oppongono resistenza al buio. Lo attraversano.
Per questo Yule è anche un tempo di: rispetto dei ritmi, quiete condivisa, presenza senza richiesta.
In questo passaggio non ci viene chiesto di essere forti, ma veri.
Di accogliere ciò che siamo diventati e di affidarci al nuovo ciclo con fiducia.
La Luce ritorna.
E con lei, la possibilità di rinascere,
non come eravamo prima,
ma come siamo pronti ad essere ora.
Buon Yule…
Regala una fiaba su misura

Nella Casa nel bosco un’altra fiaba su misura è stata confezionata !
È arrivata al cuore di chi ce l’ha richiesta.
E noi ringraziamo tutte le persone che ci permettono di preparare con cura e magia le fiabe su misura.
Le fiabe su misura sono un regalo speciale, intimo e unico.
Non solo per i bambini ma anche per gli adulti e per innumerevoli occasioni: nascite, compleanni, matrimoni , per molte altre ancora, per i messaggi speciali che vogliamo comunicare e per tutte le persone che amiamo.
Le nostre fiabe su misura sono scritte e illustrate da noi con l’aiuto di tutti gli alberi e gli animali del bosco.
E ora che stanno arrivando i giorni più magici e importanti dell’anno :Santa Lucia e Natale si avvicinano.
Sono due occasioni per le quali poter scegliere un dono artigianale, artigiani della parola e dell’arte capaci di dare vita a fiabe straordinarie che calzano a pennello.
Mariarosa Ventura e Simona Platè sapranno costruire una fiaba magica fatta apposta per voi!
Buon Natale!
Buon Natale viaggiatori…
Il 1° giorno…

Sulla strada per Betlemme, la Stella guidava gli uomini e gli animali al loro piccolo Re e nella casupola la sua luce entrava da una finestra, regalando un lucente bagliore.
Il cielo era terso e splendente. Il mondo guardava incantato la luce della Stella, ascoltava le sue parole e accettava il suo invito.
Il lago gelido divenne cristallo, lucente al riflesso della Stella, e la montagna ebbe un sussulto lontano.
L’usignolo che aveva il capo sotto l’ala si svegliò gioioso e il suo canto svegliò la natura addormentata.
I pastori che sostavano davanti al fuoco si alzarono in piedi e guardandosi sopresi si incamminarono verso Betlemme, rispondendo alla stessa chiamata.
La donna senza amore, si alzò dal suo letto, ora intonso, e spiando dalla finestrella la Stella, sorrise e il suo viso pulito si illuminò. Si avvolse nel mantello e uscì in strada verso Betlemme.
L’asino si avvicinò a Maria che esausta si distese sulla paglia resa tiepida dalla vecchia giovenca ruminante. Avvicinando il muso al suo viso la scaldò con il suo caldo e umido respiro. Giuseppe con il cuore colmo di gratitudine guardò la sua giovane moglie riprendere colore sul viso.
Era giunto il momento… Era l’inizio, era il primo giorno…
E’ il primo giorno, è il giorno dell’attesa, e della quiete. E’ il giorno del tempo prezioso donato a chi amiamo, di incontri, di famiglia e di emozioni. E’ il giorno in cui esprimere i propri desideri, scriverli su carta preziosa e appenderli all’albero di Natale, perché siano illuminati dalla sua magia.
E’ il giorno in cui raccontare i ricordi come se fossero bellissime storie, guardandoci negli occhi.
Vi auguriamo uno splendido Natale…
Il secondo giorno

Come lo accoglieremmo oggi? Un bambino povero, di un paese lontano, portato dai genitori che hanno fatto un lunghissimo e faticoso viaggio – per scappare dalla paura e dalla morte – e che cercano solo quiete e un posto caldo. Come lo accoglieremmo?
Il secondo giorno
Ormai non seguivano più il sentiero, ma seguivano la luce che la Stella, magnifica nel cielo, indicava loro.
Maria camminava senza fatica ora, e Giuseppe, senza saperne il motivo e avvolto dal mistero della sua giovane moglie, avanzava con una nuova energia.
Erano arrivati a Betlemme a notte inoltrata. Avevano seguito la luce della Stella incuranti del freddo, finché erano arrivati ad una piccola stalla, illuminata da una piccola lanterna. Giuseppe aveva aperto piano la porta e aveva visto che il terreno era cosparso di morbido fieno.
All’interno un piacevole tepore. Una mucca ruminava tranquilla in un angolo e dall’altro lato c’era un piccolo asino.
Giuseppe sorrise. Erano arrivati.
Il 3° giorno

Il 3° giorno…
E’ ancora il Tempo… Il nostro, ed e’ prezioso.
Tutti, in questo Tempo, alziamo la testa al cielo…
La Stella salì alta nel cielo.
Era il Tempo.
La sua luce era splendente, ed era più grande e forte di tutte le altre stelle. Al suo arrivo, le altre stelle intimidite le fecero spazio, quasi inchinandosi, e guardando ammirate la sua scia dorata.
Il cielo, fiero la accolse nel suo immenso, e lei prese il suo posto nell’Universo.
Era il Tempo.
La sua luce illuminò la notte. Tutti, in tutto il mondo, nello stesso momento, levarono la testa al cielo.
Il 4’ giorno

A volte siamo così presi dalle cose che facciamo ogni giorno e non ci rendiamo nemmeno conto di quanto ci pesano. Non lo sappiamo. Non lo sappiamo che cambiare il nostro sguardo sul proprio mondo, lo cambia, lo trasforma. A volte è come svegliarsi da un lungo sonno…
Il 4′ giorno
Il pastorello sedeva vicino ad un albero, distratto e assonnato. Si era alzato prima dell’alba, come sempre, per portare fuori le pecore, ed ora, nel pomeriggio inoltrato aveva mangiato quasi tutto il formaggio e il pane che gli aveva dato la madre, e aveva bevuto il latte caldo di mungitura.
Aveva fame. Ma non voleva mangiare l’ultimo pezzo di formaggio rimasto, era lunga arrivare a sera. E aveva sonno.
Le sue pecore pascolavano quiete, quando improvvisamente una di loro, la solita, scappò verso il sentiero. Il pastorello le corse dietro, chiamando, imprecando e ridendo perchè finalmente poteva correre un pò. Era quasi come giocare, e non gli capitava spesso. Raggiunse la pecora che si era fermata vicino alla strada sterrata che andava verso Betlemme, ed era rimasta li immobile a guardare lontano.
Forse fu il silenzio improvviso, o la notte che scese avvolgendolo, ma sentì il proprio cuore sussultare.
Guardò il cielo e vide la stella lucente, magnifica che brillava nel cielo luminoso, e la sua piccola anima semplice si sentì chiamare.
Doveva andare. Prese la pecora e tornò al resto del gregge. Doveva andare a Betlemme.
Il quinto giorno

La malattia non è solo nel fisico. La malattia può essere la paura del diverso, la meschinità dell’odio, la fragilità dell’ignoranza. Ma ci sono doni semplici e preziosi…
Il quinto giorno
La sera scese silenziosa. Buia. Fredda.
Maria camminava a fatica e persino l’asinello sembrava affaticato.
Giuseppe la guardava preoccupato; sembrava sfinita. Si avvicinarono ad un vecchio casolare rovinato, che sembrava abbandonato, ma poi, avvicinandosi alla porta videro la donna seduta su un piccolo seggiolino di legno.
Li guardò, e poi faticando si alzò e andò loro incontro. Si muoveva a fatica,il viso segnato dalla sofferenza e dalla malattia. Ma quando vide Maria il suo volto si aprì ad un bellissimo sorriso, che rivelò la bellezza di un tempo.
– Vivi qui da sola? – chiese Giuseppe alla donna.
-Vivo con la mia malattia -rispose la donna – lei sta sempre con me, non mi lascia mai. E’ la mia unica compagnia. Io parlo con lei. A volte la maledico. A volte la onoro. A volte la combatto. A volte le parlo. Mi ha tolto tanto, ma non tutto. Non mi ha tolto la speranza. Non mi ha tolto il sorriso. E questo io dono ai viandanti che, come voi, passano dalla mia casa. Perchè questi sonoi doni più grandi che mi ha dato la mia malattia. Non il dolore. Non la paura. Ma la forza della speranza, e la bellezza di un sorriso.
Giuseppe si commosse ma si preoccupò un pò, perchè non voleva che lei potesse essere contagiosa. Ma Maria si avvicinò alla donna e la abbracciò a lungo.
Sopresa, la donna si lasciò andare al calore del suo abbraccio e sentì piano piano il proprio corpo liberarsi dalla tensione, e dal dolore.
-Grazie per i tuoi bellissimi doni-le disse Maria.

