
Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima.
(Vincent van Gogh)

Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima.
(Vincent van Gogh)
Nuova lezione del corso di Scrittura Fiabe organizzato con Idrafactory, e non poteva mancare la scrittura itinerante in un bosco incantato. Del resto, qui, scriviamo fiabe!
Abbiamo lasciato la suggestiva location di Idra – nella splendida cornice di Palazzo MO.CA Martinengo Colleoni, nel centro di Brescia – che ci ha ospitato in questi mesi, e siamo andati in posto diverso, e altrettanto meraviglioso: Catena Rossa alla Porta delle Fate, un luogo magico, abitato da una vera fata, Fata Smemorina e da creature fatate, che ci hanno accompagnato nel bosco, nel nostro piccolo viaggio a contatto con gli spiriti immensi e saggi dei grandi alberi millenari.
Abbiamo ascoltato la loro voce antica, e annusato i doni dei loro profumi. Abbiamo ricevuto l’energia preziosa e vitale della loro generosa linfa, e ascoltato il canto struggente del bosco. E abbiamo scritto, scritto ogni emozione, ogni sensazione, ogni pensiero.
Una mattina speciale, un gruppo di lavoro speciale, con una bellissima energia: Simona, Silvia, Letizia, Sara, Serena, Angela, e Ugo. Mancava Greta, per l’influenza, ma l’abbiamo portata lo stesso con noi. Grazie di cuore per la vostra voglia di mettervi alla prova, di giocare, di raccontare e condividere. Per le vostre preziose storie, per le vostre parole, per la vostra trasformazione. Che è stata anche la mia.
Grazie a Fata Smemorina che ha un cuore immenso, e Marilenonna, che conosce ogni segreto sulle erbe magiche, per la loro calda accoglienza – le fate amano avere ospiti e preparano per loro, cose deliziose – per averci raccontato nuove storie del bosco e delle creature magiche che lo abitano.
Grazia a Idrafactory che ha permesso l’organizzazione di questo corso, e ci ha accolto nelle sue bellissime stanze, con la loro antica eleganza e i vecchi muri che sussurrano parole antiche, a chi vuole ascoltare.
Questa sarebbe dovuta essere l’ultima lezione del nostro corso, ma tante storie devono essere ancora raccontate, perciò ci sarà un nuovo, ultimo incontro.
Il viaggio continua…

“Le piante sono organizzate in modo orizzontale diffuso e decentralizzato, come internet. Basterebbe questo a renderle il simbolo stesso della modernità. Sono molto più resistenti di noi e si basano sulla comunità con tutti gli esseri viventi. La cosa più straordinaria è che le piante non possono spostarsi da un luogo in cui sono nate. Possono sopravvivere solo se hanno un ecosistema completo e per questo tutta la loro evoluzione è basata sul mutuo appoggio, la simbiosi e la comunità, piuttosto che sulla competizione o sulla predazione come invece sono i rapporti animali.”
Stefano Mancuso, scienziato di fama mondiale, studia il mondo vegetale per raccontare i segreti del meraviglioso mondo degli alberi, e della natura. Ha scritto alcuni libri che vi consiglio di leggere: parole che ci mettono, senza veli, di fronte alla presunzione umana, e che aiutano a guardare la natura, gli alberi, con occhi diversi e profondo rispetto. Il nostro futuro dipende da loro.
Il messaggio è chiaro: per immaginare il futuro dell’umanità, e per migliorare la nostra vita, dobbiamo proteggere le piante, e ispirarci a loro. Perché le piante hanno dimostrato straordinarie capacità di adattamento, possono vivere in ambienti estremi, si mimetizzano per sfuggire ai predatori, si muovono senza consumare energia, producono molecole chimiche con cui manipolare il comportamento degli animali e degli uomini.
Silenziosi Maestri della Vita che noi, continuamo a distruggere!
«Immagini un bosco, un bosco originale, non piantato dall’uomo. Quel bosco è come se fosse un organismo unico. Cioè non costituito da tanti individui ma da una rete di piante che sono connesse le une con le altre. Possono essere direttamente connesse, attraverso le radici, a centinaia, letteralmente centinaia, di piante vicine. Qual è il mutuo appoggio? Il mutuo appoggio sta nel fatto che attraverso queste radici le piante si scambiano informazioni sullo stato dell’ambiente, e si scambiano nutrienti, acqua. Immagini un semino che cade in una foresta, un luogo buio. Il seme, prima di poter arrivare ad un’altezza tale da poter fare la fotosintesi, deve attendere molti anni. Come fa questo seme a vivere? È l’infanzia dell’albero. Lei non ci crederà ma in quel momento sono gli alberi adulti che lo alimentano, attraverso le connessioni radicali. Si chiamano cure parentali. E se consideriamo le cure parentali come un indice di complessità della specie come definire allora la straordinaria capacità “genitoriale” delle piante?». Stefano Mancuso – Corriere della Sera
Quante cose possiamo imparare da loro?

Lascia di quando in quando i sentieri battuti e inoltrati fra i boschi. Troverai certo qualcosa che non hai mai visto prima. Probabilmente si tratterà di una piccola cosa, ma non ignorarla.
(Alexander Graham Bell)
Ci sono betulle che di notte levano le loro radici e tu non crederesti mai che gli alberi, di notte, camminano o diventano sogni. Alda Merini
Oggi, abbraccia un albero – ogni giorno – e ringrazialo per il suo dono meraviglioso

Tra le fronde degli alberi stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito; tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo: realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte.
Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita.
(Hermann Hesse)
E loro, umili nella loro immensità, non chiedono altro che di essere ascoltate…

Domani, continuerò ad essere. Ma dovrai essere molto attento per vedermi. Sarò un fiore o una foglia. Sarò in quelle forme e ti manderò un saluto. Se sarai abbastanza consapevole, mi riconoscerai, e potrai sorridermi. Ne sarò molto felice.”
(Thich Nhat Hanh)
Gli alberi, saggi e millenari, hanno sempre preziosi messaggi per chi sa guardare…

Fotografia di Guido Bonvicini – Emontzioni
Secondo una leggenda degli Indiani Anasazi del Virgin River (ora Zion Nat. Park), una potente sciamana e strega del popolo dei Parrusit (tribù meridionali degli indiani Paiute), decise di esiliarsi sul monte Aries (Ariete) per nascondersi dal suo rivale e grande sciamano di magia nera chiamato Heyoka Azazuk.
Heyoka Azazuk, racconta la leggenda, era lo sciamano più potente di tutto il territorio delle tribù del Nord e del Sud, aveva la capacità di occultarsi in moltissime forme, animali e vegetali allo scopo di sorprendere le sue vittime.
Azazuk, era uno sciamano perduto, un “Acyasaiko”, o uomo non cresciuto e Heyoka, cioè colui che opera al contrario.
Il suo potere più grande era quello di assorbire l’energia vitale di uomini e animali attraverso riti magici di grandissima potenza; durante le notti della luna rossa, diventava così assetato di energia umana che lasciava le sue ignare vittime senza forza e con la mente offuscata.
Solo Hollyoak, la strega Anasazi sapeva come tenergli testa.
Lo stregone provò per molte lune a rubare l’energia a Hollyoak ma non gli fu mai possibile.
Lo stregone è molto potente, un potere che gli dona il bastone della montagna e, ogni notte, ruba l’energia agli uomini deboli, e diventa sempre più potente e cattivo, mentre Hollyoak, la strega, cerca di tenergli testa, con il supporto del natura e degli animali che le sono amici.
Una lotta millenaria, finchè un giorno Hollyoak riesce a strappargli il bastone e scappa sulla montagna :
La Sciamana allora spariva per molto tempo, andava a rigenerare le proprie energie sulle montagne rocciose intorno al Virgin River, in alto, sopra pareti verticali dove gli animali faticavano ad arrivare e dove Azazuk, a causa della troppa roccia non si azzardava ad avventurarsi.
Ma la lotta è sempre più difficile: lo stregone teme gli alberi, perchè non può ingannare il loro spirito puro, ma ha sempre più potere, perchè sempre più sono gli uomini che cercano l’apparenza e non la verità delle cose, e per questo, sono sue facili prede.
Hollyoak sa che, presto, lui salirà le montagne rocciose per riprendersi il suo bastone, e sarà la fine dell’uomo; così decide di trasformarsi in albero:
La Grande Sciamana Hollyoak da allora chiamata Lordly Holly Oak sacrificò se stessa trasformandosi in un maestoso albero, sapendo che mai Azazuk avrebbe osato toccarla.
Gli uomini del popolo Parrusit sanno che Lordly Holly Oak tornerà tra loro; lo farà
solo quando Heyoka Azazuk sarà troppo vecchio e debole per riuscire a combatterla.
Ma quel momento non è ancora arrivato. Finchè ci saranno uomini e donne Acyasaiko, solo attenti all’apparire e al possedere, Heyoka Azazuk non potrà essere definitivamente sconfitto
Una bellissima leggenda indiana che mi è stata donata da un sognatore, appassionato di montagna e sempre alla ricerca di emozioni, da provare e da donare : Guido Bonvicini, guida alpina, che ha creato Emontzioni e ha coinugato la sua esperienza, la sua preparazione, e la sua passione, con la voglia di trasmettere la bellezza e le emozioni che la Montagna, immota e immortale Signora, sa donare.
Nel tuo viaggio, incontri sempre chi sta percorrendo i tuoi stessi sentieri e, a volte, condividi il cammino, costruendo nuove strade, nuove idee e progetti…
Da quel giorno il ginepro della strega, protegge tutti gli scalatori, camminatori ed esploratori dello Zion National Park.
A loro non importa da dove vieni e come ci sei arrivato. Non importa di che colore sei. Non giudicano chi ami e come ami. Non importa se sei buono e cattivo, ma sappi che sanno riconoscere le emozioni.
Loro ti offrono il loro tronco per appoggiarti, ti accolgono sotto le loro figlie per proteggerti, ti offrono i loro frutti per nutrirti.
Potrebbero farti sentire piccolo piccolo, ma ti donano la loro immensità 