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Il gatto

“Ai tre figli che aveva, un mugnaio non lasciò altro che un mulino, un somaro e un gatto. La divisione fu presto fatta senza bisogno di notaio o procuratore, che s’avrebbero mangiato essi tutto il misero patrimonio. Il maggiore ebbe il mulino, il secondo l’asino, e l’ultimo il gatto”.
Il gatto con gli stivali – Charles Perrault
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La libreria viva

Patrizia Kovacs – La libreria viva
Scriviamo fiabe, le disegnamo; vi raccontiamo le fiabe antiche, la loro saggezza millenaria e i loro preziosi messaggi.
Il nostro blog è in un certo senso la nostra casa, in una dimensione che non chiede lo spazio e il tempo, quasi onirica e nello stesso così vera, tipica delle fiabe; ogni volta che pubblichiamo qualcosa vi invitiamo ad entrare, a sedervi comodamente sulla nostra poltrona preferita – mettetevi comodi – ve la cediamo volentieri, perchè per “sentire” le fiabe, bisogna essere in armonia con la loro voce profonda e sincera.
Magari avete voglia di bere un buon the caldo, e so che non farete caso alle nostre tazzine un pò sbeccate e di varie forme e colori, questa non è una casa come le altre: vi potrebbe capitare di bere nella stessa tazza in cui ha bevuto il the una certa Alice;
e magari il gatto di casa arriva a chiedervi un pò di coccole e si addormenta sulle vostre ginocchia.
Questa è la nostra casa, e abbiamo sempre più voglia di sentirla vera, di renderla accogliente, di darle un posto, uno spazio.
Chissà… quello che è certo che vi stiamo preparando alcune sorprese.
Intanto arrediamo la nostra casa, per renderla ancora più bella : in una casa che racconta le fiabe può mancare una libreria? Certamente no, così, dopo aver bevuto il suo caffè, la nostra Patrizia Kovacs ha disegnato – creato, sognato – la nostra nuova libreria, ma come vi ho già detto, la nostra casa non è come le altre, e la nostra libreria non può che essere una libreria viva:
“La nostra libreria è come un caldo cappotto. Si nascondono lunghissime ali; dentro le sue tasche le mani incontrano altre mani, di un boscaiolo o di una regina, è vita! E quante cose possono raccontare due tasche vuote? Oh, è vita! Nel taschino interno, proprio quello vicino al cuore, attraverso gli occhiali della nonnina potremo vedere tutto ciò che può essere visto, e più le lenti sono spesse più ci apparirà l’anima. Ho le tasche vuote e tanti libri ” Patrizia Kovacs.
Non vi venuta voglia di prendere un libro?
Curarsi con le fiabe

Adolf Borne – Marchen -Goldman Verlag
Verena Kast, psicoterapeuta; insegna all’università di Zurigo, e all’istituto C.G.Jung della stessa città. Nel 1985 presentò durante le Settimane di Psicoterapia di Lindau, le interpretazioni di alcune fiabe in una relazione dal titolo “Il significato delle fiabe nel processo terapeutico”.
Da questo relazione, e stimolata dal grande interesse suscitato da questo argomento, la Dott.ssa Kast scrisse poi un libro ” Le fiabe che curano”: il racconto di alcuni casi clinici e del loro trattamento con le fiabe.
Come abbiamo già detto e non ci stancheremo di ripetere mai, le fiabe parlano al profondo dell’essere umano, attraverso simboli e metafore.
“Il semplice ascolto della fiaba, se lasciamo che le sue immagini agiscano su di noi, ha già un effetto terapeutico. Già durante a lettura, ci accorgeremo che alcuni motivi ci toccano e ci colpiscono più di altri. Questi motivi diventano indicatori di un nostro stato psicologico, che non siamo in grado di cogliere in un altro modo. I conflitti che non riusciamo a mettere in parole e che spesso si traducono in un ostato di disagio, possono trovare espressione simbolica nell’immagine di una fiaba.”Verena Kast.
Cappuccetto Rosso dei Grimm, la Regina delle Nevi di Andersen, e La principessa sfortunata, una fiaba italiana – la versione originale è trascritta in dialetto siciliano – e recuperata da Calvino, nella sua ricerca di Fiabe Italiane; queste sono solo alcune delle fiabe impiegate dalla Dott.ssa Kast per accompagnare i suoi pazienti verso il recupero da diverse situazione di sofferenza e disagio.
Un racconto molto bello, umano e a volte anche sofferto: le fiabe in terapia diventano l’oggetto transizionale, nel senso più conosciuto del termine, e continua la sua funzione di abbraccio e supporto anche dopo la seduta con il terapeuta.
“Il contatto con le immagini della fiaba promuove l’esperienza di qualcosa di universale; la storia personale e la sofferenza individuale assumono nuovi significati, perchè visti da un punto di vista più ampio, del patrimonio di esperienze dell’intera umanità.”Kast
Inoltre il paziente che si identifica nell’eroe della fiaba, sente che l’aiuto arriva dal personaggio, piuttosto che dal terapeuta, e trova il coraggio per prendere decisioni importanti e sperimentare nuove soluzione creative.
“Questi elementi erano presenti nella maggior parte degli esempi da me riportati.” Kast
Un altro elemento comune nei pazienti trattati con le fiabe e la volontà di plasmare con l’immaginazione i simboli incontrati con le fiabe, perchè esse offrono una struttura libera, uno spazio sicuro, su cui basare le proprie fantasie.
L’ elaborazione creativa dei processi simbolici rappresentati nella fiaba, l’autonomia e l’energia emozionale che ne derivano sono elementi essenziali per la psicoterapia.
Verena Kast -Le fiabe che curano – edizioni Red
Il figliol prodigo
Patrizia Kovacs – illustrator – tavola 100×70
Carta da collage, matita, pennarelli, cartoncino e tanto Amore.
Il figliol prodigo (Luca 15,1-32)
Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
Il servo gli rispose: E’ tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.
Bellissima la parabola del figliol prodigo che simboleggia la purezza del perdono. Perchè una parabola? Parola deriva dal termine latino parabola, parabolare, parlare.
Parlare, raccontare; le parabole raccontano, come le fiabe. E i disegni li rappresentano. Come nasce il disegno? Ce lo racconta la nostra illustrator Patrizia Kovacs:
“Ho voglia di illustrare una Parabola, quella parabola! Non so ancora come, comincio così a tracciare dei segni su fogli A4, hm… banali! Devo oziare un pochino e fare finta di non pensarci… gioco con la ” ragione” che non deve sapere che la sto raggirando, la distraggo con un caffè e della musica. Il papà, penso ai papà e mi viene in mente il mio zio Giagante, il mio primo papà che mi ha aiutata a venire al mondo e … ILLUMINAZIONE! Alle sue MANI GIGANTI! Ecco qua l’immagine dell’Albero Padre. Attenta Patrizia! Sorseggia il caffè bollente senza scottarti! ILLUMINAZIONE! Quando senti dolore vedi tutto nero e sei incazzata e hai voglia di urlare e non ti fermeresti neanche davanti ad un Gigante, le parole escono dal Buio, io moscerino incompreso. Il mio ego smisurato vuole la matita! Il mio Ego, i miei pasticci, le mie vergogne, la mia Prigione!!! Ecco le altre tavole; le due facce della stessa medaglia. Però non mi va di disegnare il figlio bello e l’altro brutto; io a volte sono bella e a volte sono brutta… Ecco le figurine nere! A questo punto il caos! L’ALBERO, i figli, alberi con le figurine nere, ALBERI, ALBERI… CAOS, CAOS, CAOS, CAOS=UNIVERSO… Noi. La mano dispettosa infischiandosene bellamente della “ragione” ascolta il cuore, da cosa nasce cosa e il disegno diventa un disegno-collage, c’è caos di matite, pennarelli, forbici, il profumo della colla Cocoina mi fa ritornare bambina, quando avevo voglia di assaggiarla, e meravigliose carte colorate, e anche quando sembra tutto finito la mano dispettosa ci mette un piccolo ragno appeso, forse ancora manca qualcosa…
Caffèèèè!”
Patrizia Kovacs – illustrator
Cosa regali a Natale?
“La fiaba è un contenitore straordinario di fatti meravigliosi” (Denti).
Le fiabe parlano all’inconscio; il loro messaggio è profondo, diretto, educativo e terapeutico; per i bambini, che si avvicinano alla realtà che li circonda, anche quella negativa, attraverso gli immaginifici filtri della metafora, e tramite il racconto protetto dell’adulto;
e per gli adulti, che, possono mettere in atto modalità di comportamento, per superare difficoltà e paure.
Regalare una fiaba è un gesto bellissimo che racchiude in sè un prezioso messaggio.
Natale è un momento magico, di condivisione e raccoglimento sempre molto atteso dai bambini, che chiedono alle stelle di esaudire i propri desideri; quale regalo migliore di una fiaba che parla proprio di loro?
Una fiaba da regalare alla migliore amica, per dirle quanto tieni alla vostra amicizia, o una fiaba per i genitori, per dire loro quanto sono importanti; o una fiaba per la maestra, da parte di tutti suoi alunni, per ringraziarla di tutte le cose meravigliose che sa insegnare…
Oppure non avete ancora deciso che regalo fare ai vostri migliori clienti per ringraziarli di aver scelto la vostra azienda? Le fiabe parlano al profondo dell’animo umano e sempre più vengono usate nella comunicazione, e nella formazione mangeriale e aziendale, “che oggi è alla ricerca di strumenti e metologie nuove , ma contemporaneamente familiari” (Le fiabe raccontate agli adulti – Antonella Bastone)
Usate lo storytelling, per raccontarvi e raccontare la vostra storia aziendale. Un regalo diverso, una storia che parla di emozioni, del vostro lavoro, del vostro impegno e dei vostri dipendenti.
Le cose preziose richiedono tempo e cura per la loro preparazione; noi, come piccoli elfi laboriosi siamo già al lavoro per preparare le vostre fiabe da regalare a Natale o per Santa Lucia.
Vi aspettiamo; raccontateci cosa desiderate e noi lo creeremo per voi: fiabeincostruzione@gmail.com.



