Il Figlio di Dio.

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Patrizia Kovacs

La sera era quieta e silenziosa. Attorno alla piccola stalla si erano radunati i pastori, che avevano camminato tutta la notte e metà del giorno, guidando il gregge ordinato.

Aveva camminato tutta la notte anche la donna senza amore, e ad ogni passo, avevo sentito il cuore più leggero.

L’aveva accompagnata la musica della piccola chitarra del suonatore, che aveva fatto la strada con lei. Si erano guardati, e senza dirselo avevano capito che per quel cammino potevano essere ottimi compagni di viaggio. Ora attendevano, sorridenti.

L’usignolo, che aveva accompagnato Maria per tutto il viaggio, stava sul ramo di un piccolo ulivo, pronto a cantare la sua gioia.

Il cielo terso, e l’aria pulita; la Stella brillava immensa sopra la piccola casupola: era il tempo.

Gli angeli, bellissimi e potenti scesero sulla Terra; ogni uomo, ogni animale, la natura intera, e l’intero universo erano in attesa dell’arrivo del loro Re, il Figlio Di Dio.”

Apriamo insieme la casellina dell’ultimo giorno di Avvento.

Insieme abbiamo percorso la strada,  e abbiamo raccontato, ascoltato e disegnato il cammino di Maria e Giuseppe e la nascita del Piccolo Re.

In questo giorno importante facciamo gli auguri di Buon Natale a Tutti, davvero a tutti:

auguri a tutti coloro che si fermano per ascoltare una storia, a chi pensa di non avere tempo per farlo, ma poi si lascia incantare da un tramonto.

Auguri a chi ci ha raccontato i propri desideri e i propri sogni e ci ha dato il privilegio di rappresentarli su carta, auguri a chi lo farà, auguri a chi sa che un sorriso è l’arma migliore, ed auguri a chi ancora non lo sa ma lo imparerà presto.

Auguri a tutti gli animali, le piante, la natura, perchè ogni più piccolo essere vivente ha un’anima da rispettare e proteggere.

Buon Natale di cuore a tutti voi da tutto lo staff di Fiabe in Costruzione :Maria, Patrizia, Chiara, Elena, Elisabetta, Federica, Debora .

La chiamata

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Patrizia Kovacs

Il cielo era terso e splendente. Il mondo guardava incantato la luce della Stella, ascoltava le sue parole ed accettava il suo invito.

Il lago gelido divenne cristallo lucente al riflesso della Stella, e la montagna ebbe un sussulto lontano.

L’usignolo che aveva il capo sotto l’ala si svegliò gioioso e il suo canto svegliò la natura addormentata.

I pastori che sostavano davanti al fuoco si alzarono in piedi e guardandosi sopresi si incamminarono verso Betlemme, rispondendo alla stessa chiamata.

La donna senza amore, si alzò dal suo letto, ora intonso e spiando dalla finestrella la Stella, sorrise e il suo viso pulito si illuminò. Si avvolse nel mantello e usci in strada verso Betlemme.

22 giorno di Avvento.

Illustrator Patrizia kovacs

Betlemme

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Patrizia Kovacs

Ormai non seguivano più il sentiero, ma seguivano  la luce che la Stella, magnifica nel cielo, indicava loro.

Maria camminava senza fatica ora, e Giuseppe, senza saperne il motivo e avvolto dal mistero della sua giovane moglie, avanzava con una nuova energia.

Erano arrivati a Betlemme a notte inoltrata. Avevano seguito la luce della Stella incuranti del freddo, finchè erano arrivati ad una piccola stalla, illuminata da una piccola lanterna. Giuseppe aveva aperto piano la porta e aveva visto che il terreno era cosparso di morbido fieno.

All’interno un piacevole tepore. Una mucca ruminava tranquilla in un angolo e dall’altro lato c’era un piccolo asino.

Giuseppe sorrise. Erano arrivati.

Il piccolo suonatore

il suonatore

Patrizia Kovacs

Il piccolo suonatore di chitarra non aveva cibo da giorni. Spesso nel villaggio suonava nella piazza, o davanti alle porte chiuse delle case, e ogni tanto rimediava un pezzo di pane, e se andava bene, una zuppa calda.

Ma le sere erano sempre più fredde, e la generosità degli uomini era sempre meno.

Quella notte, infreddolito e affamato, guardò la sua compagna di sempre, la sua chitarra, e  pensò che era davvero inutile, che non serviva a sfamarlo. Con rabbia pensò che avrebbe potuto bruciarla, almeno l’avrebbe scaldato!

Con le lacrime agli occhi stava cominciando a romperla quando si sentì chiamare, e vide la coppia.

Sembravano più infreddoliti ed affamati di lui, ma la donna le chiese di suonare per loro, perche la sua musica avrebbe alleviato il loro cammino.

Il piccolo suonatore restò incantato dal suo dolce sorriso, e con un nuovo calore nel cuore, prese in mano la chitarra e suonò per loro, incurante del freddo e della fame.

Suonò tutta la notte, e la sua musica li accompagnò gioiosa, e da allora al piccolo suonatore non mancò mai un pasto caldo e un posto per dormire perchè portava in sè la Grazia di Dio.

Illustrator – Patrizia Kovacs

La ninna nanna del Re

coniglio

La lepre stava cercando cibo, in fretta perchè non era buona cosa stare fuori dalla propria tana a lungo.
Era una femmina, e aveva da poco avuto i cuccioli che la aspettavano

affamati. Temeva di incontrare altri animali, altrettanto affamati che avrebbero visto in lei un ottimo pranzo e temeva di incontrare l’uomo, il più pericoloso di tutti gli animali.

Prima di vederli annusò il loro odore, e l’istinto le disse di scappare.

Ma mentre si stava puntando con le lunghe zampe posteriori pronta al balzo verso la sua tana, pronta alla fuga, sentì il canto.

Una voce dolcissima, una ninna nanna cantata per far dormire tutti i bambini del mondo, tutti i cuccioli di ogni animale, senza nessuna distinzione di razza, genere o colore.

La lepre si voltò e con piccoli saltellì si avvicinò, senza paura, alla donna che avanzava cantando con le mani sul ventre; cantava per il suo piccolo Re.

Il canto dell’usignolo

Scendeva nuovamente la notte

Maria camminava di fianco all’asinello e Giuseppe scrutava l’orizzonte silenzioso. Maria  guardò la notte e pensò a quando, nel suo vecchio villaggio, nelle serate terse e stellate come quella, la musica accompagnava i balli fino all’alba.

Come le mancava la musica.

Fu così che un piccolo uccellino si posò sulla sua spalla e volendo accontentarla cercò di cantare.

Il suo canto fu così bello e melodioso  che Maria sentì il proprio cuore leggero. Il piccolo uccellino restò accanto  a lei per tutto il viaggio.

Da allora gli usignoli cantano quando cala la sera per allietare il cuore degli uomini

giorno 7 a

Il profumo delle rose

 

2 sett 3 gionro

Patrizia Kovacs

Giuseppe camminava silenzioso accanto a Maria che pareva assorta. Passarono vicino ad un cespuglio senza fiori che però emanava un profumo intenso,  e Giuseppe, per alleviarle il cammino, colse un piccolo ramo e lo  donò a Maria   che sorrise e continuò a camminare portando l’arbusto sul ventre.

Improvvisamente arrivarono dei soldati che li bloccarono e chiesero aspramente a Maria, che si era coperta il ventre con le mani, cosa portasse sotto il mantello e lei rispose,  “fiori”…

“Mostrameli” disse il soldato.

Si aprì il mantello mostrando il piccolo arbusto che era diventato un magnifico ramo di rose che le coprivano il ventre, proteggendolo…

Illustrator – Patrizia Kovacs