La ragnatela

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Patrizia Kovacs

Una sera, Maria e Giuseppe avevano trovato rifugio in una caverna per passare la notte. Al loro ingresso, un ragno stava incrociando il loro cammino. Giuseppe volle cacciarlo con il loro bastone, ma Maria gli disse gentilmente: “ Lascia in pace questa creatura, Giuseppe. Quel che Dio crea non può intimorirmi. Dopo tutto la caverna è abbastanza grande per tutti noi.” Poco dopo, si coricarono per dormire.

 

Quella notte, il vento soffiava con violenza. Spolverava le stelle: il cielo doveva luccicare per la nascita del Bambino Gesù. A Natale gli astri dovevano scintillare come oro puro. E così il vento soffiava con tutte le sue forze. Nella caverna, Maria era intirizzita dal freddo e non poteva addormentarsi. Si era avvolta come meglio aveva potuto sul suo mantello trapuntato di stelle, ma il vento s’infilava dappertutto. Giuseppe, steso al suo fianco, era già addormentato da tempo e non si accorgeva di quanto Maria soffrisse.

Ma qualcuno si accorse di quanto stava accadendo: il ragno. Esso portava Maria nel suo piccolo cuore, perché lei aveva pronunciato delle parole tanto benevoli nei suoi confronti. Si mise all’opera e tessé all’ingresso della caverna una meravigliosa e fine tela, che solo lui sarebbe stato in grado di fare così bene. Voi penserete, senza dubbio, che una ragnatela non trattiene il vento. Ebbene, questa era efficace come una grossa tenda. Era tessuta in modo così fitto e solido che il vento non si riversò più all’interno della caverna. Maria ben presto si addormentò.

Quando, al mattino, Maria si svegliò e vide la sottile tela all’ingresso della caverna, comprese chi l’aveva aiutata e ringraziò di cuore il ragno che, nascosto in una fenditura della roccia, era colmo di gioia.

La luce nella lanterna – Georg Dreissig

Illustrator Patrizia Kovacs

L’ inchino della montagna

Sulla strada trovarono una montagna impervia. Nemmeno l’asinello sarebbe riuscito ad attraversarla.

Giuseppe si sentì sfinito. “Ti porterò fra le mie braccia se servirà, ma troveremo il modo di passare.”

Maria guardò quell’uomo buono. Sorrise.

La montagna si inchinò alla Regina che portava il piccolo Re nel suo ventre, aprendosi in un lungo sentiero.

Patrizia Kovacs – L’inchino della montagna

Lei porta la vita

Il giorno si levò, e Maria e Giuseppe ripresero il viaggio sulla terra arida e secca. Maria guardò triste il suolo senza vita e fece un sospiro.

Sottili, ma forti, lunghi steli di verde linfa nacquero al suo passaggio…

Lei portava la vita…

Patrizia Kovacs

La stella

Scese la notte cupa e fredda.  “Dobbiamo fermarci, è troppo buio per continuare” . Giuseppe si tolse il mantello e con rispetto coprì le esili spalle di  Maria, e guardò preoccupato i suoi occhi lucidi ammirare il cielo. Vide il suo improvviso, bellissimo sorriso. Si voltò a scrutare la notte e guardarono insieme la lucente Stella.

Patrizia Kovacs

Il dono del fiume

Patrizia Kovacs – il dono del fiume

 

Durante il loro cammino Maria e Giuseppe incontrarono un fiume che non potevano attraversare. Maria era tanto stanca e non potevano nè  continuare nè fermarsi.

Il fiume intenerito si ghiacciò per farli passare…

Il sentiero sassoso verso Betlemme

Patrizia Kovacs -

Patrizia Kovacs –

Oggi è il primo giorno d’Avvento, e il primo giorno del nostro Calendario dell’Avvento.

Aprite la prima finestrella, e ascoltate la storia che parla  di un lungo cammino…

Maria e Giuseppe erano in cammino verso Betlemme. L’asinello trotterellava allegramente davanti a loro. Giuseppe era abituato a camminare e aveva un buon bastone, così poteva camminare di buon passo. Maria, la dolce Madre di Dio, faceva quanto meglio poteva per andare al suo ritmo, ma sulla via i suoi piedi delicati inciampavano spesso contro i sassi scuri e appuntiti. Stringeva i denti per nascondere il dolore. Ma poi si lasciò sfuggire una lacrima, che non riuscì a trattenere. L’asinello non si accorse di nulla e nemmeno Giuseppe che era preoccupato di non perdere la strada. Però l’Angelo che accompagnava i viaggiatori notò che Maria piangeva. Si chinò verso di lei e le disse: “Perché piangi, piccola serva amata dal Signore? Sei in cammino verso Betlemme, dove darai alla luce il Bambino Gesù: non ne sei felice?”. Maria gli rispose: “Il pensiero del Bambino che fra poco nascerà mi riempie di gioia. Ciò che disturba il mio cammino sono questi sassi scuri e appuntiti contro i quali inciampo e mi scortico i piedi”. A queste parole l’Angelo volse il suo sguardo verso le pietre. Le guardò con i suoi occhi chiari, irraggianti luce. Ed ecco: sotto il suo sguardo le pietre si trasformarono; arrotondarono i loro angoli e spigoli e presero dei riflessi colorati. Alcune diventarono addirittura trasparenti come vetro, rilucendo sulla strada illuminate dall’Angelo.
Allora Maria avanzò con passo sicuro. Davanti a Lei la strada scintillava e riluceva di mille luci, e nessuna pena venne più a infastidire la sua marcia verso Betlemme.”

La luce nella lanterna Georg Dreissig

Illustrator – Patrizia Kovacs

 

I doni di Santa Lucia

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Santa Lucia, nacque nel 283 d.C. a Siracusa e fu una martire cristiana, ed è venerata come Santa sia dalla religione cristiana, che da quella ortodossa.

La storia racconta che Lucia era una giovane donna di una buona famiglia, fidanzata ad un ragazzo del suo paese. Quando la madre si ammalò, Lucia andò  in preghiera a Catania, sulla tomba di Sant’Agata, per invocarne la guarigione. Qui la Santa le apparve e le chiese di dedicare la sua giovane vita all’aiuto dei più poveri e deboli, predicendole il martirio.
Lucia tornata  a Siracusa, trovò la madre guarita e decise di rompere il fidanzamento per dedicarsi ai poveri e bisognosi . Il fidanzato lasciato, per vendicarsi, la denunciò accusandola di essere cristiana, e  Lucia che non tradì la sua fede fu condannata a morte. La storia dice che, al momento di portarla via il suo corpo minuto da ragazzina assunse una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riuscirono  a smuoverla. Morì il 13 dicembre 304 d.C.

Molto amata, e festeggiata in alcune regione d’ Italia, il 13 dicembre è il giorno a lei dedicato. La notte del 12 dicembre, la notte più lunga dell’anno, la Santa arriva, accompagnata dal suo asinello  e porta i doni ai bambini.

Una tradizione antica e molto bella, che è rimasta nei cuori degli adulti, compresa la sottoscritta, che da piccoli attendevano con ansia il suo arrivo durante la notte, e che è ancora forte e molto sentita dai nostri bambini oggi: dopo aver preparato latte e biscotti per l’asinello, tutti a nanna, agitati per i regali che porterà;  con un po’ di timore,  perché Santa Lucia non vuole essere vista, e se incontra qualcuno può gettare una polvere negli occhi.

E poi, la gioia del risveglio, perché la casa è piena di giochi bellissimi. Una meraviglia che si rinnova ogni anno, anche per i genitori che vedono la sorpresa e l’incanto negli occhi dei loro figli.

Ogni bambino deve scrivere una letterina alla Santa per richiedere i doni che desidera, ma se non è stato proprio bravo, Santa Lucia porterà solo carbone nero.

E proprio per capire cosa scrivono, e chiedono i bambini di oggi a Santa Lucia, ho chiesto una consulenza ad un’esperta del settore, preparata e qualificata: Emma, treenne, la mia splendida nipotina; un’adorabile fatina che ha le idee abbastanza chiare, e ha dettato, e firmato con disegno,  la sua letterina di Santa Lucia alla mamma Rossella che l’ha fedelmente trascritta e in qualche caso interpretata.

Una lista troppo divertente e dolce: Emma vorrebbe i Turuc ( i trucchi) – sorprendentemente Stammemen (Spiderman),  e Ucck ( L’incredibile Ulk),  le unghie della mamma, un gioco con le ruote (e qui non sappiamo darvi spiegazione) e qualcosa di blu, lo vuole blu (non sappiamo cosa sia, ma sicuramente Santa Lucia lo sa!), e una fattoria grande come il sole!

Per finire un sacco di dolci e cioccolatini!

E i vostri bimbi hanno preparato la letterina per Santa Lucia? Mandatela a fiabeincostruzione@gmail.com e la pubblicheremo.

I desideri dei bambini sono meravigliosi!

 

IL PRANZO DI NATALE

C’era una volta…

e c’e’ ancora, un bosco fatato, Felce odorose, coprono  i sentieri contorti, e le alte piante del bosco si sussurrano i loro segreti. In Inverno, la neve candida e soffice, copre ogni cosa, e quando arriva il giorno di Natale,  gli abitanti del bosco, gli  uccellini colorati, il riccio con la sua famiglia, il tasso Oreste, la marmotta Carlotta, i coniglietti, e i piccoli scoiattoli, si incontrano con gli elfi silvani, nella casa di pietra, nascosta dai fitti cespugli di caprifoglio. E’, in realtà, la casa di Babbo Natale, e sua moglie, la dolce elfa Clara. prepara il pranzo per tutti gli abitanti del suo bosco e per il suo vecchio marito, che torna stanco, dopo aver lavorato tutta la notte, per consegnare i doni a tutti i bambini del mondo.

Anche oggi, l’elfa Silvana Clara è in cucina per preparare il pranzo di Natale e il Babbo, aiutato dagli elfetti, sta caricando la slitta per la lunga notte di lavoro.
Domani sarà tutto pronto per il grande pranzo, Vuoi venire anche tu? Segui il sentiero di felci. e fatti guidare dalle risare degli elfetti dispettosi, e dal fumo profumato che esce dal comignolo della vecchia casa, Ti aspettiamo!

Tanti auguri per un magico NATALE da tutto lo staff di Favole in Costruzione:

Maria, Chiara, Elena e Debora.