L’uomo e la tartaruga

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“Mentre stavano andando alla porta, Marcus si fermò.

«Ah… Mi stavo dimenticando». Tornò in cucina e con il dito indicò un angolo buio, fra il tavolo e la porta finestra, che dava su un minuscolo terrazzino.

«Quella è la mia tartaruga», indicando quella che sembrava una scatola da scarpe.  «Ma non preoccuparti non ti disturberà». Sorrise, soddisfatto per la battuta, e poi, finalmente, se ne andò.

L’uomo chiuse la porta e vi si appoggiò con un sospiro, l’ennesimo.

Fece mentalmente un rapido resoconto della situazione: ok, non sembrava male. A parte la tartaruga. Ci mancava solo uno stupido animale. Marcus non gli aveva detto di darle da mangiare o altro, e menomale, non aveva certo il tempo di badare a niente e a nessuno.  Ce la faceva a malapena con sé stesso.

Improvvisamente distrutto, andò in camera, si stese sul letto e dopo due minuti dormiva profondamente.

La tartaruga, nella sua scatola, si puntò sulle zampine e tirò in alto il muso annusando l’aria. C’era un odore nuovo: odore di umano ok, misto a quello della paura, della solitudine, e del dolore. Li riconosceva, lei aveva lo stesso odore.

Ma ne sentiva un altro, diverso da tutti gli altri. Era un odore buono.”   L’uomo e la Tartaruga

Quando un animale entra nella nostra vita, anche il più piccolo, non è mai per caso, ma accade perché ha un compito importante da portare a termine con noi.

Quando noi ci prendiamo cura di un animale, anche il più piccolo, forse non sappiamo che ci stiamo prendendo cura anche  della nostra anima.

Puoi acquistare L’ uomo e la Tartaruga , una favola metropolitana con la bella copertina di Elena Bertoloni, pubblicata da  Giovanelli Edizioni, presso FeltrinelliIBSil Libraccio.

 

 

 

I Grimm: le fiabe ancora da scoprire

Duecento anni fa veniva pubblicata la prima raccolta di Fiabe dei fratelli Grimm, Jacob Ludwig Karl e Wilhelm Karl, e forse non tutti sanno che dal primo anno di pubblicazione – nel 1812 –  al 1857, i due laboriosi fratelli elaborarono altre 6 edizioni delle loro fiabe, epurando, tagliando e aggiungendo. Molte fiabe sono rimaste nascoste al pubblico e riappaiono oggi, in un delizioso libro che raccoglie 42 storie tutte da scoprire.

Principessa Pel di Topo, editore Donzelli, curato da Jack Zipes, con bellissime tavole originali disegnate da  Fabian Negrin.

La storia di queste fiabe ritrovate è lunga, tortuosa e segnata dal caso molto più di quanto si possa immaginare il lettore oggi – come ogni fiaba che si rispetti, del resto. Per questo Zipes ce la racconta magistralmente nelle pagine che seguono, svelandone i tanti retroscena, al punto che ci pare, quasi, di vederli i due fratelli, alle prese con gli affanni della vita e i dilemmi degli autentici pionieri,  in testa a tutti le eterne polarità che si contendono la letteratura fiabesca, come una coperta sempre troppo corta – storie per grandi o per bambini?”

Nel libro troviamo fiabe che già conosciamo, nella loro inaspettata versione originale, come Raperenzolo, o come Biancaneve, e storie nuove, davvero molto belle.

Come, ad esempio, La chiave d’ oro,  che venne pubblicata come fiaba numero 70, nel 1815,  e subì varie modifiche nel corso degli anni. I Grimm diedero molta importanza alla sua collocazione, perchè questa fiaba comparve sempre in chiusura delle raccolte, “a significare la natura eterna e sempre aperta delle fiabe popolari che, nella loro concezione, non smette mai di evolversi e modificarsi nel tempo” (fonte Marie Hassenpflug)”

Un ragazzo povero sta cercando della legna  per potersi scaldare dal freddo gelido; nella neve trova una chiave d’oro, e pensa che se c’è una chiave ci deve essere per forza una serratura. Cerca e cerca e alla fine trova uno scrigno, con una piccolissima apertura:

Provò, e la chiave era proprio giusta, la girò una volta, e adesso ci tocca aspettare finchè non l’avrà aperta del tutto. E un giorno sapremo pure cosa c’è dentro.

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