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Evviva i cattivi
“La vecchia fingeva di essere benigna, ma era una cattiva strega, che insidiava i bambini e aveva costruito una casetta di pane che aveva costruito soltanto per attirarli. Quando un bambino cadeva nelle sue mani, l’uccideva, lo cucinava e lo mangiava; e per lei quello era un giorno di festa. Le streghe hanno gli occhi rossi e la vista corta, ma hanno un fiuto finissimo, come gli animali, e sentono l’avvicinarsi di creature umane. E quando si avvicinarono Hansel e Gretel, ella rise malignamente e disse beffarda: “Sono in mio potere non mi scappano più”. Di buon mattino, prima che i bambini fossero svegli, si alzò, e quando li vide riposare così dolcemente, con le gote rosse e tonde, mormorò fra sé: ‘ Diventerà un buon boccone ‘. Afferrò Hansel con la mano rinsecchita, lo portò in una stia e lo richiuse dietro un’inferriata; e per quanto egli gridasse, non gli giovò. Poi essa andò da Gretel, la svegliò con uno scossone e gridò: “Alzati, poltrona, porta l’acqua e cucina qualcosa di buono per tuo fratello, che è là nella stia e deve ingrassare. Quando è grasso, voglio mangiarmelo”. Gretel si mise a piangere amaramente, ma fu tutto inutile, dovette fare quel che voleva la cattiva strega”.
Hansel e Gretel dei fratelli Grimm è una delle fiabe più conosciute e una delle più “cattive”: i genitori troppo poveri per sfamare i propro figli decidono di abbandonarli e la terribile strega li cattura per mangiarli.
Il tema forte dell’abbandono, e il tradimento del genitore, della madre soprattutto che è considerata la fonte principale di nutrimento per il bambino, simboleggiano le ansie e le paure insite nel percorso di crescita, nel distacco dalla famiglia e nella ricerca della propria autonomia. E la figura della strega cattiva simboleggia la punizione per il bambino per la sua avidità orale, perchè cede alle tentazione di mangiare la casa di marzapane – chi non vorrebbe darle un bel morso – e soddisfa così i propri primitivi desideri.
Le fiabe popolari, tramandate nella tradizione orale e poi trascritte dai grandi autori, anche se via via, nelle varie e successive versioni edulcorate e addolcite dalle originali, pongono il bambino di fronte ai principali problemi umani, problemi esistenziali che interessano non solo i piccoli ma anche i grandi, che spesso si portano nella vita adulta il pesante fardello di situazione non affrontate e irrisolte.
La moderna letteratura per l’infanzia è priva di questi riferimenti, ma il confronto con essi, per il bambino è fondamentale; è necessario per lui avere suggerimenti in forma simbolica per affrontare le difficoltà della vita. I messaggi delle fiabe arrivano al suo inconscio e lo guidano.
“C’era una volta una madre che aveva tre figlie; la maggiore era superba e cattiva, la seconda era già molto meglio, per quanto avesse anche lei i suoi difetti, ma la più giovane era una bimba buona e pia. Pure, la madre era così bislacca che prediligeva proprio la maggiore e non poteva soffrire la minore” San Giuseppe nel bosco – F.lli Grimm
Nelle fiabe il male è presente tanto quanto il bene, come è nella vita reale e nell’essere umano, che ha in sè entrambi. Questo dualismo è la base del problema morale, che chiede la lotta per superarlo.
Molti genitori, e anche qualche addetto al lavoro, pensano che certe fiabe, soprattutto nelle loro versioni originali siano poco adatte al mondo infantile.
“C’è un diffuso rifiuto a permettere al bambino di sapere che gran parte degli inconvenienti della vita sono dovuti alla nostra stessa natura; alla propensione di tutti gli uomini ad agire in modo aggressivo, asociale, egoistico, spinti dall’ira e dall’ansia”. Si vuole far credere al bambino che l’essere umano è intrinsecamente buono, ma i bambini stessi sanno di non essere sempre buoni, e ciò, in opposizione a quanto detto dai genitori, fa nascere l’idea al bambino di essere un mostro.” Il mondo incantato B. Bettelheim.
Si vuole nascondere ai bambini, ma spesso anche gli adulti preferiscono non saperlo, il lato oscuro presente in ognuno di noi.
“… La fiaba semplifica le situazioni. I suoi personaggi sono nettamente tratteggiati, e i particolari, a meno che non siano molto importanti, sono eliminati. Tutti i personaggi sono tipici anziché unici.” Bettheleim
Nelle fiabe il male e il bene sono sempre ben delineati; i personaggi sono o buoni o cattivi, non ci sono mezze misure; il carattere di ognuno è ben tracciato, e il bambino può facilmente identificarsi; può imparare ad accettare e a convivere con il proprio lato oscuro, perché lo vive indirettamente attraverso il racconto; sa che esiste, ma sa anche il buono della fiaba, normalmente l’eroe, avrà poi la meglio sul male.
E a proposito della strega di Hansel e Gretel: la figura della strega esiste nella fantasia ansiosa di ogni bambino,” ma una strega che egli può spingere nel forno e farla bruciare viva è una strega di cui il bambino può ritenersi liberato.” Bettlheim – Il mondo incantato.
I messaggi delle fiabe
Abbiamo lavorato un sacco e abbiamo consegnato in tempo le nostre fiabe di Natale.
Così Alessandra, Silvia e Francesca, ad esempio, sono diventate fatine o si sono trasformate in piccoli pony colorati, Anastasia ha cucinato insieme a nonna Elfa, e Tommaso ha aiutato Babbo Natale a consegnare i regali ai bambini di tutto il mondo. E ancora Massimo, Andrea, le gemelline Sara ed Antonia e la piccola Sofia.
E Nonna Paola; anche lei ha ricevuto il prezioso messaggio portato dalla sua fiaba, un messaggio di amore e gratitudine da parte di tutta la sua famiglia.
Ma siamo ancora in periodo di feste e regali e potete ancora acquistare le nostre bellissime fiabe limited edition.
Per sapere come, andate alla pagina dedicata.
Tre anime, un unico grande cuore
“Visse la meraviglia dei loro primi anni, vedendole crescere, cambiare, e riconoscendosi, con gioioso stupore nei loro gesti, nei loro modi di fare, nei loro capricci e riflettendosi, come davanti ad uno specchio, nel loro sorriso.
L’ amore per un uomo ti pervade, ti possiede, a volte ti annienta; l’amore per un figlio ti consola, ti sorregge; è imperituro”.
Come dire ad una mamma quanto sia speciale, unica, e tanto amata? Ecco la fiaba di Claudia, che Roberta e Sara hanno regalato alla loro mamma meravigliosa.



