“Mi fido di te”: la forza della fiducia e della comunicazione

Quanto è importante una buona comunicazione nella vita di tutti o giorni? In famiglia, al lavoro, con gli amici, tra genitori e figli, nelle coppie…
La comunicazione è alla base di ogni relazione autentica.

Saper comunicare in modo efficace, rispettoso e sincero è una competenza fondamentale — eppure, quasi nessuno ce la insegna.
E sarebbe così importante impararla fin da piccoli. 🌱

Viviamo in una società dove spesso mancano modelli positivi, esempi concreti di ascolto, empatia e dialogo costruttivo.
E allora la domanda è: che esempio diamo ai nostri bambini?

Ogni bambino cresce grazie allo sguardo di chi gli sta accanto.
Famiglia e scuola sono i suoi primi specchi: attraverso le parole, i gesti e i silenzi, il bambino impara chi è e quanto vale. 🌱

Una comunicazione efficace, basata su ascolto e fiducia, è la chiave per costruire una relazione che fa crescere.
Non riguarda solo la scuola, ma ogni momento della vita: in famiglia, tra amici, sul lavoro.
Comunicare in modo empatico significa far sentire l’altro visto, accolto e capace.

Nel mio lavoro, nei percorsi di crescita ed evoluzione e come docente di comunicazione e competenze trasversali, incontro spesso adulti che non sono consapevoli delle proprie capacità — persone che, da bambini, non hanno ricevuto parole di fiducia, ma messaggi che li hanno fatti dubitare di sé.
Questo accade più spesso di quanto immaginiamo.

💬 Le parole contano.
Alcune frasi, anche dette senza cattive intenzioni, possono ferire o limitare:

“Non sei capace.”
“Lascia stare, lo faccio io.”
“Non combinare guai.”
“Sei sempre il solito!”

Altre, invece, aprono possibilità e costruiscono autostima:

“Prova, sono sicuro che ce la puoi fare.”
“Hai fatto del tuo meglio, e va bene così.”
“Sono qui se hai bisogno, ma fidati di te.”
“Mi fido di te.”

Ogni volta che un adulto comunica fiducia, semina dentro il bambino la convinzione di potercela fare.
Ed è da quella fiducia che nasce l’autonomia, la consapevolezza e la sicurezza interiore.

Come scriveva Bernhard Bueb:

“Nessun bambino è perduto se una maestra ha fiducia in lui.”

E potremmo aggiungere: nessun bambino è perduto se anche un genitore, ogni giorno, trova il coraggio di dirgli — con parole, gesti e sguardi —
💛 “Mi fido di te.”

La Magia dei Libri Antichi. Le Fiabe di Leonardo Da Vinci

Sono sempre alla ricerca di libri antichi, soprattutto di Fiabe: da sempre amo i libri. L’odore della carta stampata ha sempre avuto il potere di farmi sentire bene. Di farmi sentire a casa.

L’odore della carta di un vecchio libro, delle sue pagine ingiallite, della sue imperfezioni e fragilità che sono il Dono degli anni – e proprio per questo hanno un grande valore – mi fanno sentire avvolta in amorevole abbraccio. Un abbraccio forte, e tenero nello stesso tempo, un abbraccio profumato di vecchio e pulito. L’odore buono che hanno i nonni.

Una passione, un nutrimento. Quando ho trovato una vecchia edizione del libro Favole e Leggende di Leonardo da Vinci, sono rimasta incantata. Anche perché non le avevo mai lette – e conoscete la magia dei libri no? Loro e le loro storie ci vengono a cercare solo quando è arrivato il momento giusto di incontrarsi.

Trovare le parole antiche – ancora così attuali – che hanno raccontato storie, create dalla penna di un personaggio così geniale e unico, e forse per questo così misterioso, è stato davvero un Dono prezioso.

Leonardo Da Vinci segnava le sue storie, per la maggior parte inventate, sui sui famosi codici. L’unico e costante personaggio delle sue favole e leggende, è la natura: l’acqua, l’aria, il fuoco, la pietra, le piante e gli animali hanno una vita, un pensiero, una parola. L’uomo invece vi compare e agisce come strumento inconsapevole del Fato, la cui azione, cieca e inarrestabile, distrugge spesso vinti e vincitori.

L’uomo è il Guastatore d’ogni cosa creata- scrisse Leonardo nel libro delle profezie, e mai come oggi , nella lunga storia del nostro pianeta, una sentenza è stata più vera e più tragicamente attuale” Leonardo da Vinci – Favole e leggende – Edizioni Giunti Nardini Editore.

Non smettiamo mai di leggere le Fiabe…

Consigli di Pasqua

Cosa possiamo fare in questi giorni di festa e rinascita?

Trascorrere questi giorni con chi amiamo, a due e quattrozampe,

praticare gentilezza e cura, per noi stessi e per gli altri,

leggere una fiaba.

Buona Pasqua da Fiabeincostruzione e AnimalREIKI

Fiabe e Reiki: Un Viaggio di Crescita Personale

Le fiabe, come il REIKI sono antiche, potenti archetipi che da sempre accompagnano la vita dell’uomo. Da quando ho iniziato questo Viaggio con loro, ormai più di 10 anni fa, ho affrontato Draghi e Mostri, mi sono persa nel Bosco, ma ho trovato magici aiutanti e immensi tesori. Uno di questi è stato proprio REIKI: loro mi hanno portato alla consapevolezza che Reiki e le Fiabe hanno lo stesso meraviglioso compito: portare l’individuo alla propria crescita ed evoluzione. Ho compreso che il Viaggio porta sulla stessa, unica, meravigliosa strada che conduce alla consapevolezza, al ricordo di sé.

Questo è il Tempo in cui il mondo ha bisogno della saggezza millenaria delle Fiabe, della guarigione antica del cuore che solo Reiki e le Energie di Mandre Terra sanno donare. E’ il Tempo in cui molti Uomini e Donne ricorderanno che possono ancora scegliere il loro cammino, e sceglieranno di essere Custodi di questo mondo.

Così, per l’inizio di questi nuovi giorni, ecco un’antica e bellissima fiaba dei fratelli Grimm.

Questo è il Tempo…

La chiave d’oro, racconta di un ragazzo poverissimo che in mezzo alla neve sta cercando un po’ di legna per accendere il fuoco.

Con le mani gelate, cerca ovunque finchè trova un piccola chiave dorata. Sorpreso, pensa che se c’ è una chiave ci deve essere per forza anche una serratura.

Scava nella gelida neve e infine trova una piccola scatola di ferro, e pensa che se riesce ad aprirla con la piccola chiave d’oro, troverà sicuramente qualcosa di valore.

Cerca la serratura e poi la trova, piccola piccola

“Così si mise a cercare il buco della serratura, ma non riusciva a trovarlo. Alla fine lo vide, ma era così piccolo che lo si poteva appena vedere. Provò la chiave e questa entrò perfettamente. La girò una volta e… adesso dobbiamo aspettare che sollevi il coperchio per sapere quali grandi meraviglie la scatola contiene.”

La fiaba finisce così, e non possiamo sapere quali tesori contenga  la piccola scatola.

Ognuno di noi ha un tesoro che aspetta solo di essere portato alla luce; a volte è nascosto così profondamente che nemmeno sappiamo di averlo.  A volte siamo troppo pigri per guardare così a fondo, o per faticare nella ricerca.

A volte fa un pò paura perchè l’idea di cambiare qualcosa ci spaventa. A volte la scatola che lo contiene non ha nemmeno la serratura.

E allora, tanta fatica per cercare una scatola che non possiamo nemmeno aprire?

Intanto vi do un indizio: noi siamo la chiave!

Buona ricerca!

Dieci Anni di Fiabe: un Viaggio di Emozioni

Dieci anni fa il primo post, la partenza di Fiabe in costruzione, l’inizio di un Sogno, partito leggero quasi per gioco che è diventato, poi, una incredibile realtà. Il testimone allora era il mio Cesar, inconsapevole assistente, che ancora non sapeva quanto era ed è importante per il mio lavoro. Ogni storia scritta lui era, ed è accanto a me.

Non basterebbe un post, ma nemmeno 100 post, per raccontare i Doni, le Fatiche, le Delusioni e gli incredibili Successi di questi 10 anni. Le persone che si sono unite al Viaggio e hanno fatto un tratto di strada insieme a me, hanno lasciato tracce preziose del loro passaggio e io ne sono immensamente grata. Gli incontri, i progetti, la stanchezza a volte. Ma sempre la voglia di raccontare, di scrivere, di emozionare ed emozionarsi.

Siamo entrate piano piano nella Vita delle persone che avevano una storia che chiedeva di essere narrata, ma non trovavano le parole. Che grande privilegio poter trovare il filo prezioso delle loro emozioni.

Ho studiato le fiabe antiche, letto, insegnato e imparato e a ogni passo le fiabe sono sempre state accanto a me, potenti, umili e Maestre di Vita. Mi hanno lasciato andare via quando ho seguito la strada di altri Sogni, di altre Chiamate, e ho scoperto che loro ne facevano parte. Sempre.

Le Fiabe fanno parte della vita dell’uomo e da sempre la raccontano.

Il Viaggio dell’eroe delle Fiabe è anche il Viaggio dell’eroe di AnimalREIKI, e le ho ritrovate su questo sentiero tanto amato che mi ha connesso ai Maestri Animali, anime immense.

Pazienti e amorevoli le fiabe mi sono state accanto anche in questo cammino.

Ma quando è arrivato il momento, si sono ripresentate, nel modo unico e speciale che solo loro sanno avere: una storia ascoltata alla radio – un cantastorie improbabile, perché la stazione è di musica rock – mentre ero in macchina e fuori pioveva, che mi ha fatto riprovare l’emozione di sentire una fiaba narrata. E una chiave, trovata, ritrovata per terra, che mi ha fatto ricordare che da lì tutto era partito.

Per festeggiare e onorare questo anni di incredibile crescita ed evoluzione, voglio ripercorrere i primi passi di Fiabe in Costruzione… proprio come se raccontassi una vecchia fiaba.

Abbiamo bisogno di fiabe, più che mai ora in questo mondo.

Regala una fiaba su misura


Nella Casa nel bosco  un’altra fiaba su misura è stata confezionata !
È arrivata al cuore  di chi ce l’ha richiesta.
E noi ringraziamo tutte le persone che ci permettono di preparare con cura e magia le fiabe su misura.
Le fiabe su misura sono un regalo speciale, intimo e unico.
Non solo per i bambini ma anche per gli adulti e per innumerevoli occasioni: nascite, compleanni, matrimoni , per molte altre ancora, per i messaggi speciali che vogliamo comunicare e per tutte le persone che amiamo.
Le nostre fiabe su misura sono scritte  e illustrate da noi con l’aiuto di tutti gli alberi e gli animali del bosco.
E ora che stanno arrivando i giorni più magici e importanti dell’anno :Santa Lucia e Natale si avvicinano.

Sono due occasioni per le quali poter scegliere un dono artigianale, artigiani della parola e dell’arte capaci di dare vita a fiabe straordinarie che calzano a pennello.

Mariarosa Ventura e Simona Platè sapranno costruire una fiaba magica fatta apposta per voi!

Fiabe in costruzione

Come se fosse reale – parte seconda

Continuano le avventure di Bea e Pallino nel Villaggio Lemax che è improvvisamente diventato reale e con misteri da risolvere.

Grazie ancora alla giovanissima autrice Beatrice Fraccalvieri per la sua fantasia e passione! Davvero bravissima

Capitolo 5. Di nuovo quell’odorino

Entrammo nel negozio di dolciumi, c’era un buon odore di cioccolato, cannella, biscotti. Era così buono, dolce, natalizio, gustoso… mi venne sonno…

Annusai ancora, ero stanchissima, chiusi gli occhi. Quando li riaprii vidi Brenda osservarmi dall’alto. Ero distesa sul parquet di legno. Mi rialzai massaggiandomi la testa, il pasticcere disse con l’aria di una persona che sa tutto: “Che ti è successo? Era buono quell’odore vero?”.

“Sei stato tu! Fin da quando mi sono rimpicciolita per finire in questo villaggio di ceramica!” urlai “sei tu che mi hai fatto svenire” urlai. Brenda con un gemito cadde a terra, subito corsi a soccorrerla.

“Loro non possono saperlo” disse il negoziante sorridendo “sarà un segreto tra te e me” continuò “e tu non lo dirai a nessuno! Il nostro villaggio potrebbe andare distrutto e non animarsi più” disse con aria disperata “e tu devi promettermi che non dirai questo a nessuno del villaggio o a qualche tuo amico irresponsabile!”. Io non risposi, guardai Brenda sdraiata sulle mie ginocchia.

Il pasticcere mi prese per le spalle e mi scosse dicendo “Ti prego…”. La sua voce si addolcì e il suo volto diventò triste “mi è già accaduto una volta” sussurrò, una lacrima rigò la sua guancia paffuta.

Guardai Brenda: non era altro che un pezzo di ceramica animato… sembrava così viva, vera e lo era infatti. Mi alzai e misi una mano sulla spalla del pasticcere “Io te e nessun altro” dissi sorridendo.

Capitolo 6. La protettrice del villaggio

Il pasticcere mi sorrise e disse “Ora che sai il segreto devi andare nella grande torre per non finire nei guai e per avere il giusto equipaggiamento”.

“Sarò un guardiano come lei?” dissi entusiasta.

No, sarai la protettrice, il ruolo più importante! Adesso va e proteggi il villaggio” disse dandomi una boccetta per Brenda. Corsi sulla neve e feci bere il composto a Brenda che riprese le energie e dimenticò tutto.

Risalita la collinetta, iniziò a fare veramente freddo, intravedemmo le luci di un edificio, non esitammo ed entrammo chiudendoci la porta alle spalle.

“Chi siete?” sentii urlare. Davanti a me c’era un bambino di circa 7 anni con occhiali rotondi e mocassini neri. Ci bloccò la strada.

“Chi sei?” chiesi.

Sono Simon. E voi non siete le benvenute. Allora intervenne un adulto togliendocelo davanti e scusandosi. Eravamo in un rifugio di montagna. Subito ci accolsero dandoci delle camere calde. Brenda accese il camino e i proprietari misero a scaldare i nostri vestiti fradici. Ci accomodammo nei caldi letti di legno e spegnemmo la luce. Brenda dormiva, allora uscii fuori dal balconcino e osservai le stelle. Alla fine rientrai e dormii profondamente. Al mattino mangiammo, indossammo un tutone, pronte per sciare!

Arrivati sulla pista, Brenda mi insegnò ad andare sugli sci e piano piano imparai, mentre Simon, abituato fin da piccolo, sciava a gran velocità. Io invece ero affondata nella neve, caduta per la millesima volta! Passammo tutto il pomeriggio a sciare, poi salutammo tutti perché dovevamo rimetterci in viaggio. Zaino in spalla, ci incamminammo velocemente verso la collinetta tortuosa.

Capitolo 7. Riprende il viaggio

Brenda prese dal suo zaino una corda, che lanciò in modo che si agganciasse saldamente alla fine della tortuosa collinetta. Ci annodammo un pezzo di corda alla vita e iniziammo ad arrampicarci. Per evitare le pietre camminammo lateralmente saltellando per spostarci. Eravamo quasi arrivati. Vedemmo una bancarella. Era decorata con stelle di Natale, addobbi e alberelli. L’insegna diceva Chistmas Crafts e aveva dei cartelloni a forma di alberello con scritto Hand painted ornaments. Appese c’erano delle simpatiche lucine colorate che sfarfallavano; sulle mensole c’erano molti oggetti artigianali. Infatti un signore col grembiule era indaffarato a creare addobbi per il villaggio. Io mi avvicinai e presi in mano un delfino di legno.

“Non è nemmeno colorato!” disse il signore.

E’ bella nella sua semplicità!” risposi girando la statuetta tra le mani. Il signore me la tolse dalle mani e disse gentilmente “Questa è una delle prima decorazioni che ho fatto”. Poi si voltò a guardare altre palline sofisticate e disse “Sicura che non ne vuoi qualcun’altra? Questa non è nemmeno di Natale”. Io scossi la testa. Brenda intervenne comprando molte palline e festoni, mise tutto nello zaino e fece cenno di andarcene. Io presi velocemente tutte le palline, stavo per andarmene ma il signore mi fermò porgendomi il delfino di legno: “Offre la casa!”, mi fece l’occhiolino e mi diede una leggera spinta verso Brenda.

Capitolo 8. La torre

Finalmente eravamo arrivate. Una torre alta sorgeva accanto a noi. Aveva megafoni, orologi, campane e perfino un sistema per il conto alla rovescia dei giorni che mancavano a Natale. Io guardavo perplessa, mentre Brenda sgranocchiava un biscotto pandizenzero.

“Entriamoci!” gridai correndo all’entrata.

“Questa torre c’è in ogni paesino, per far ricordare a tutti gli abitanti quanti giorni mancano a Natale, non possiamo!”.

Ormai ero già alla porta e l’aprii dicendo “Io sono la protettrice e posso!”. Brenda mi seguì alzando il sopracciglio. La porta si chiuse alle nostre spalle. Camminammo a lungo per mano in un corridoio buio, quando sentimmo rumori robotici, di macchinari, come quello di una stampante. Finalmente vedemmo la luce! Enormi e rumorosi macchinari creavano… carta da regalo!?! Guidati da elfi? Tutto era decorato in modo natalizio.

“Fred! Alfred! Eccovi, vi ho trovati!”. Urlò un elfo spingendoci avanti e incollandoci sul giubbotto due cartellini con i nomi Fred e Alfred. Io ero Fred.

“Andate alla sezione 1949 a lavorare i regali e già che ci siete cercate i miei occhiali” e con questo ci spinse via. Io e Brenda ci guardammo con aria interrogativa. Lo stanzone era popolato di bassi elfi con scarpe stravaganti con un campanellino sulla punta, lo stesso che stava alla fine del cappello.

Io e Brenda ci incamminammo verso la sezione 1949. Una volta arrivate, ci mettemmo in un posticino davanti ad un rullo su cui c’erano i nostri nomi segnati. Il rullo ci passò una scatola di cartone con dentro un regalo; dovevamo incartarlo, ma il rullo era talmente veloce che non feci in tempo a finire e andò avanti! Allora mi gettai sul rullo per riprenderlo. Saltai parecchi regali e quando ero quasi vicina al regalo non incartato, una pinza mi prese per il cappuccio e mi sollevò! Pallino nel frattempo mi si era attaccato al cappotto con le unghie e miagolava di disapprovazione.

Fummo depositati in un pacco pieno di palline di polistirolo che conteneva una Ferrari rossa giocattolo. Il rullo andava avanti e ci venne spruzzata addosso una raffica di brillantini argentati. Il rullo finì in un’enorme vasca di pacchi che man mano scivolavano in un tubo! Rimasi appesa ad uno spigolo con i pacchi che mi cadevano sulla testa! Afferrai quello non incartato e mi lasciai cadere nella vasca.

Capitolo 9. I travestimenti

Arrivate agli armadietti degli elfi, raggiungemmo quelli di Fred e Alfred. Così quando nessuno ci osservava, avremmo potuto travestirci con quegli abiti. Nascondemmo i lunghi capelli sotto al berretto e ci togliemmo le gonne vaporose, infilandole nell’armadietto. Nel frattempo Pallino scampanellava in giro con il cappellino e le scarpine, mentre io e Brenda ci attaccavamo i cartellini dei nomi. Misi Pallino in borsetta e corremmo via! Non vi dico la faccia di un elfo a vedere le gonne negli armadietti!

Brenda mi raggiunse e risalimmo assieme. Finii di incartare il pacco e presi da parte Brenda:

“Non si può andare avanti così, cosa proponi di fare?”.

“Ah, guarda, che ne dici di esplorare la torre fingendoci elfi?” ridacchiò Brenda.

“Buona idea!” dissi trascinandola verso un corridoio.

“Ma scherzavo…” mi rispose.

“Lo sapevo!” urlò. Io e Brenda attraversammo varie stanze di lavoro fino ad arrivare alla sala pranzo. Prendemmo un vassoio al self service: uova, spaghetti al sugo, panettone e bastoncino di zucchero! Che lusso! Trangugiammo anche qualche frittella e bevemmo un po’ di latte, poi ci incamminammo verso altre stanze.  Ci trovammo davanti a una porta con scritto “Accesso vietato!”. Ci nascondemmo nei nostri caldi vestiti e aprimmo la porta.

Capitolo 10. Il distintivo

Appena lo vidi, quasi urlai. Eccolo, il distintivo più importante, quello del protettore del villaggio. Lo afferrai e me lo nascosi nel giubbottino, tirai via Brenda che mi guardava con aria interrogativa. Appena usciti, un trambusto mi travolse facendomi cadere a terra. Milioni di elfi urlavano correndo e urlando “La cupolaaa!!”.

Mi affacciai ad una finestra e vidi che la volta del cielo aveva un buco: da lì intravedevo casa mia! Il segreto sarebbe stato svelato e gli abitanti sarebbero svaniti, dovevo intervenire! Spinsi Brenda e alcuni elfi in una stanza che chiusi a chiave. Continuai così finchè non c’era nessun elfo in giro. Sulla cupola del cielo c’era un deltaplano che gli elfi utilizzavano a Natale per lanciare agrifogli e dolci. Salii le scale, Pallino mi trotterellava dietro con passo veloce.

“Ok Pallino, ora salta nella tasca e copriti bene” dissi mentre afferravo il deltaplano. Ero sul terrazzone, non ero vestita adeguatamente e congelavo, non ero sicura di quello che stavo facendo, avrei potuto morire. Ormai la mia identità era stata svelata perché i capelli svolazzavano al vento. Ero sul ciglio, presi la rincorsa e mi lanciai. Il capello da elfo volò via, mi direzionai verso il buco. Mi stavo avvicinando sempre di più, intanto contemplavo il paesaggio dall’alto. Era ancora più magico! Ero vicina al buco, chiusi gli occhi e mi lasciai cadere, strinsi fortissimo Pallino e….Doing! fece proprio così: Doing!

Ero atterrata nel cortile della famiglia Biondi, per fortuna su un bel cumulo di neve che il padre aveva appena finito di spalare.

Ciao Philip! Ciao Margot!”. Philip sbiancò di colpo.

Alzai lo sguardo e vidi il deltaplano incastrato nel buco del cielo, lo aveva tappato. “Siiii!” urlai alzando in aria Margot e saltando con lei. “Siiii” ripeté lei. Mi lasciai cadere e sospirai.

“Perchè siamo felici?” disse Margot.

Perché ho salvato il villaggio e perché sono viva!!”

Ritornai da Brenda che mi urlò di non farlo mai più e che ero pazza e stupida, ma poi mi abbracciò. Guardai il distintivo rubato, brillava. Capii e urlai “Brenda, elfi!” tutti guardarono il distintivo che brillò intensamente. Tutti immobili con lo sguardo perso nel nulla, grazie al forte bagliore avevano dimenticato tutto… Mi tolsi il distintivo, tutto riprese come se niente fosse. Gli elfi ripresero il lavoro, mentre io e Brenda uscimmo dalla torre.

Credo sia vostro” dissi consegnando il distintivo al panettiere.

“Ora non più” disse facendomi l’occhiolino.

“Ma cosa ha causato tutto ciò?”.

“Qualcuno è entrato senza annusare la mia essenza. D’altronde se gli abitanti possono vivere qui è grazie a quest’aroma”.

“L’odore di biscotti?” chiesi.

“Sì, piccola pasticciona! Piuttosto devo preoccuparmi di come abbia fatto a crearsi. Quel buco, chiunque sia stato… non è semplice come sembra!” disse facendomi l’occhiolino.

Nevicava, come era bella la neve, mi cadeva delicatamente sul viso tramutandosi in leggere goccioline d’acqua. Che bel colore bianco intenso, era così forte e avvolgente! e che buon odore di biscotti!

Intravedevo Brenda ridere saltellando, allungava la lingua per assaggiare la neve, vidi il furbo sorriso del panettiere e…

Eh? Ero a casa mia? Mi ero addormentata? È stato tutto un sogno? Corsi accanto al villaggio Lemax, mi inginocchiai e scrutai ansiosamente tutto: Brenda, Margot e perfino Philip erano immobili, inanimati. Ero sbalordita, ma poi vidi qualcosa brillare…il distintivo! Avevo il distintivo attaccato al pigiama! Era tutto vero quindi… Guardai la statuina del pasticcere che… mi fece l’occhiolino! Dopo aver spalancato gli occhi, ricambiai affettuosamente con un occhiolino.

Ma … chissà, chi avrà mai tentato di entrare nel villaggio? Lo scopriremo il prossimo Natale…

Fine … aspettando la prossima avventura!

Leggiamo ad alta voce?

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Sabato 23 maggio inizia il nostro corso ON LINE  Leggere le fiabe ad alta voce. Perché leggere le fiabe e come leggerle”.

Siete ancora in tempo per iscriversi entro giovedì 21, e la frequentazione del corso rilascia 7,5 crediti ECP.

Scopriremo insieme perché è così importante leggere le fiabe ai bambini e perché è così importante che anche i grandi leggano le fiabe.

Il nostro corso è rivolto ai genitori, educatori, insegnanti , operatori olistici, a tutti gli addetti ai lavori coinvolti nell’educazione del bambino, e a chi ama la lettura e le fiabe.

A chi ama scrivere – io consiglio sempre, di leggere le bozze dei propri  scritti ad alta voce, perché aiuta la correzione e la verifica di ritmo e punteggiatura del testo. Inoltre leggere bene, la propria storia, vuol dire onorarla.

E poi, aiuta la respirazione,  coinvolge il nostro pubblico e ci rende più sicuri.

Non vi sembra proprio l’inizio di un viaggio meraviglioso?

Per le informazioni sul corso clicca qui

Per iscriverti al corso o avere più informazioni compila questo modulo

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Le fiabe ad alta voce!

Perché è importante leggere le fiabe ai bambini? A che età è bene iniziare a leggere le fiabe?
Quali fiabe leggere? È giusto leggere le fiabe che fanno paura? Come leggere una fiaba?
E se volessi inventare una fiaba con il mio bambino?
Sono un’insegnante di scuola primaria, come coinvolgere i bambini con le fiabe?
Come leggere ad alta voce ad un gruppo di bambini?
Tante domande che spesso trovano tante risposte diverse e magari creano un po’ di confusione.
Le fiabe sono fondamentali per accompagnare la crescita e lo sviluppo infantile ed è importante leggere le fiabe ai bambini, in casa, a scuola, nelle biblioteche.
La lettura ad alta voce per gli altri ma anche per sé stessi aiuta ad utilizzare in modo consapevole il proprio respiro e dare il giusto tono, rispettare il ritmo e rappresentare, al meglio, il testo che stiamo leggendo.
 
Il corso è rivolto agli amanti delle fiabe e della lettura, ai  genitori, educatori, insegnanti, e tutti gli operatori coinvolti nell’educazione dei bambini piccoli.
4 lezioni ON LINE: ci vedremo in una classe virtuale, ma proprio come se fossimo nella stessa stanza: ti serve solo il computer e la connessione internet.

lunedì 11 maggio 20.00-22.30

lunedì 18 maggio 20.00-22.30

lunedì 25 maggio 20.00-22.30

lunedì    1 giugno 20.00-22.30
Il corso è rivolto agli amanti delle fiabe e della lettura, ai  genitori, educatori, insegnanti, e tutti gli operatori coinvolti nell’educazione dei bambini piccoli.

Il costo totale è di 90,00 euro ma considerando questi giorni strani, è scontato a 70 euro

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Qui, noi, scriviamo fiabe…

Scrivere fra i muri saggi di una biblioteca, o nelle stanze antiche di un teatro; o nel bosco incantato abitato da una fata. O camminando per le vie della città, nei negozi dello shopping. Scrivere mentre piove. O tira un vento fortissimo.

Scrivere, scrivere e scrivere ancora. Scrivere fiabe, leggere fiabe.

Lo so, mi ripeto, ma non conosco un mezzo migliore delle scrittura e delle fiabe per farsi accompagnare nei tratti di strada più bui, o contorti. Ma sono splendide compagne di viaggio anche nei momenti di bellezza, e di serenità, perché ti aiutano a vedere la reale bellezza delle cose. Quella che spesso non riusciamo a vedere.

Scrivere fiabe è una cura per l’anima; vuol dire liberare la fiaba, la nostra, quella che abbiamo nel cuore e che chiede solo di essere raccontata.

Un corso di scrittura fiabe è un percorso, meraviglioso nella fantasia, nella creatività. Ti permette di entrare nel tuo vissuto interiore, con grande delicatezza, a piccoli passi, e ti mostra le emozioni velate che nemmeno sai di avere.

Ti aiuta a esprimerle in parole, parole bellissime e potenti che diventano storie.

Non ti serve molto, perché tutto è già dentro di te. Io, ti darò una cassetta degli attrezzi, ma sarà una cassetta magica, perché qui noi, scriviamo fiabe…

Idrafactory

Biblioteca Alda Merini di Padenghe sul Garda

Catena Rossa alle porte delle Fate

Per informazioni: fiabeincostruzione@gmail.com