L’abete

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Illustrator Patrizia Kovacs

Chi abita sull’abete
tra i doni e le comete?
C’è un Babbo Natale
alto quanto un ditale.
Ci sono i sette nani,
gli indiani,
i marziani.
Ci ha fatto il suo nido
perfino Mignolino.
C’è posto per tutti,
per tutti, c’è un lumino
e tanta pace per chi la vuole,
per chi sa che la pace
scalda anche più del sole.

Gianni Rodari- L’abete di Natale

Il primo fiocco di neve

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Il piccolo villaggio era in attesa; il freddo era arrivato, era dicembre e nelle case i camini ardevano donando il loro generoso calore. Tutto era pronto: gli alberi erano addobbati con luci dorate e sfere colorate; era la vigilia  di  Natale.

A dire il vero quasi tutto era pronto. Il sindaco del villaggio uscì dal Comune e guardando il cielo disse fra sé : – mah… –

Camminando, passò davanti al negozio del barbiere, che in attesa di nuovi clienti aspettava sulla porta del suo negozio. I due si guardarono  con la stessa domanda:

-Ma la neve? –

La stessa domanda era disegnata silenziosa come un grosso punto esclamativo sul viso del panetterie, su quello del dottore che andava di fretta perché con il primo freddo tutti si erano presi il raffreddore, e sulla faccia della signora Agostina che, in silenzio, non smetteva di scrutare il cielo.

Ma dov’era la neve? Quell’anno non voleva proprio saperne di arrivare, e non era mai capitato, mai, da quando era nato il primo abitante del piccolo villaggio.

– E che Natale è senza neve? – diceva la maestra della scuola, pensierosa, mentre i bambini, erano tristi perché non potevano nemmeno fare un piccolo pupazzo.

Alla fine la domanda passò di bocca in bocca e tutti si ritrovarono nella piccola piazza del paese a commentare il fatto.

-Cosa succederà ora senza neve? – chiese la moglie del lattaio

– Sicuramente è un brutto segno- disse  la pasticcera che per la preoccupazione non riusciva più a fare le sue buone torte.

Tutti guardavano il cielo grigio pieni di speranza ma niente, non si vedeva nemmeno un piccolo fiocco di neve. 

-Possiamo dargli un po’ della  nostra neve? – disse Gemma che era sempre generosa con tutti.

-Perché erano così preoccupati che non arrivava la neve?- chiese più pratico il piccolo Keil.

– Perché a volte le persone si abituano alle cose e le danno per scontate, ma poi ogni piccolo cambiamento le spaventa.- rispose la nonna.

Non si ricordavano più di quanto si erano lamentati gli anni prima della neve, ogni anno accadeva – e la neve era troppa, ed erano bloccati per mesi, e poi dovevano spazzare le strade ogni giorno. E quando i bambini uscivano a giocare, le mamme si arrabbiavano perché tornavano a casa tutti bagnati e sporcavano dappertutto.

Gli uomini si dimenticano presto delle cose. E desiderano subito quello che credono di aver perso, e che prima ignoravano – disse la nonna e poi continuò – solo i bambini desideravano sempre la neve e a loro mancava davvero. E solo il desiderio del loro cuore puro fu esaudito. Mentre tutti i grandi parlavano e parlavano, cercando ragioni e facendo supposizioni, e dopo  po’ cominciarono ad addossarsi la colpa l’un l’altro per la scomparsa della neve, i bambini andarono tutti insieme nel bosco a cercare la neve. 

Quando tornarono, il gruppo di adulti stava ancora discutendo: i bambini si infilarono nel mezzo e il più piccolo di tutti, Tommy alzò la sua manina paffuta e l’aprì, e i grandi rimasero improvvisamente in silenzio, a bocca aperta.

Un  fiocco di neve, candido ed elegante, un piccolo brillante prezioso si guardò intorno sorpreso da tutta quella attenzione e poi  si sciolse in preziose perle umide, nella manina del piccolo Tommy.

-Oooohhhh-disse il Sindaco

-Ohhhh- disse il barbiere

-Ohhhhh- disse la pasticcera.

Un secondo fiocco di neve scese leggero dal cielo, ondeggiando elegante come un ballerino che si è fatto attendere un po’ per la prima del suo spettacolo, seguito poi da tanti altri.

I grandi, si salutarono l’un l’ altro augurandosi Buon Natale e tornarono a casa, forse sentendosi un po’ imbarazzati,ma già presi dal altre faccende; solo i bambini restarono a giocare insieme con la neve e le loro risate gioiose raggiunsero il cielo.

L’Angelo Rosso

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Illustrator Patrizia Kovacs

 

L’ANGELO ROSSO

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 L’Angelo Rosso della seconda Domenica d’Avvento, legge nel nostro cuore e accoglie la forza del nostro Amore. La porta su in alto, nelle sfere celesti donandoci luce e forza vitale per la nostra Anima. L’Amore riconosciuto che nutre e che ci fa sentire più Vivi.

 

L’alberello

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Illustrator Patrizia Kovacs

 

Tanto, tanto tempo fa c’era un piccolo alberello che  se ne stava tutto solo in cima ad una collina.

Forse il vento aveva portato il suo seme dalla foresta che era molto lontana da lì, o forse qualche insetto operoso dopo aver bevuto la linfa delle margherite selvatiche che crescevano sulla montagna vicina, aveva  mangiato un po’ della sua essenza e l’aveva portata sulla cima della collina, e la sua volontà di vita aveva messo le prime radici e  aveva cominciato a crescere; il suo fusto leggero era diventato sempre più forte e i suoi rami sottili erano cresciuti tesi al cielo; all’arrivo della dolce primavera si era riempito di foglie verdi che fremevano alla carezza della brezza notturna e si svegliavano con la prima rugiada del mattino.

L’alberello era contento e in realtà non si era mai sentito solo, perché da lì vedeva sorgere il sole ogni mattina, e i suoi primi raggi generosi lo inondavano di  luce dorata. Il giorno, i suoi rami offrivano l’ombra a chiunque volesse riparo dal calore della giornata e la sua ombra era fresca e rigenerante.  Quando pioveva, gli uccellini si riparavano sotto le sue larghe foglie e una volta aveva ospitato per qualche tempo una famiglia di scoiattoli birichini.

Poi era arrivato il suo primo inverno e il freddo aveva fatto cadere le sue foglie e la neve candida aveva coperto ogni cosa;  l’ alberello,generoso, aveva ospitato altri piccoli animali nel suo tronco, per ripararli dal gelo di dicembre.

Una notte mentre  ammirava il paesaggio candido di neve guardò  il cielo brillante di stelle e come spesso faceva ascoltò i loro discorsi.

Lo sapete vero, che le stelle quando brillano nel cielo si raccontano le storie di noi piccoli essere umani? – Chiese la nonna.

-Raccontano anche di noi? – chiese incantata la piccola Gemma; lei adorava le stelle.

-Certo – rispose la nonna, – loro vedono tutto –

Quella notte le stelle raccontavano dell’arrivo del  piccolo Re, e di come avrebbero donato  la loro luce per rendere  omaggio alla sua meraviglia e il piccolo alberello, ascoltandole, si sentì improvvisamente triste, perché con  il freddo aveva perso tutte le sue belle foglie e non aveva niente da donare ad un piccolo Re.

Ma il buon Dio sapeva  che l’ alberello aveva donato se stesso, ogni giorno, a tutti gli animaletti che ospitava sui suoi rami, che proteggeva dagli improvvisi temporali, a cui offriva la sua fresca ombra e la linfa preziosa delle sue foglie, e volle premiarlo:  l’Angelo delle stelle lanciò dal cielo  tantissime piccole stelline lucenti che come pioggia dorata si posarono sull’alberello che diventò bellissimo  e pieno di luce.

-Proprio come il nostro albero di Natale – disse Keil con occhi sognanti. Anche lui amava le stelle…

Incontro

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illustrator Patrizia Kovacs

Era la sera di Natale e la mamma rimboccò le coperte del bambino, che agitato, aspettava l’arrivo di Babbo Natale. 

-Quando arriva Babbo Natale? Posso vederlo? Che regalo mi porta?

-anch’io voglio vedere Babbo Natale – disse la piccola Gemma che non perdeva occasione di esprimere il suo parere.

La nonna continuò sorridendo- la mamma gli rispose che doveva chiudere gli occhi e dormire, perché Babbo natale arrivava proprio quella notte e avrebbe potuto vederlo nei sogni, e per il regalo doveva desiderare forte forte il suo dono, e Babbo Natale  l’avrebbe sentito.

La piccola Gemma ubbidiente chiuse gli occhietti e fece finta di dormire, mentre Keil, la guardava con affettuosa sufficienza – lui era troppo grande per queste cose!

La nonna continuò. Il bambino allora chiuse gli occhi e desiderò, desiderò così forte che strinse i pugni e il suo desiderio puro arrivò fino al cielo, oltre le stelle… e poi si addormentò.

Quella stessa notte Mina arrivò nel villaggio: era una cagnolina dolcissima e, da tempo, non si ricordava più di chiamarsi così. Una volta aveva una casa e qualcuno che le voleva bene, ma poi quel qualcuno l’aveva abbandonata. Una volta aveva un bel pelo morbido colore champagne, e usciva tutti i giorni a fare una bella passeggiata con il suo umano, che l’aveva accudita finché lei era stata una cucciola profumata e coccolona, ma quando Mina  era cresciuta, l’ uomo aveva smesso di amarla;  perché non era più un giocattolo morbido  – a volte l’uomo può essere così stupido – e un giorno l’aveva abbondata nel bosco.

Mina aveva aspettato a lungo, certa che sarebbe tornato a riprenderla, ma poi era diventato buio, e lei era rimasta davvero da sola.  Si era sentita molto triste e, nei giorni seguenti, aveva camminato un sacco per poter tornare a casa, ma non aveva trovato la strada. Aveva imparato che gli umani spesso hanno un odore cattivo e bisognava starne lontani.

Anche Pongo arrivò nel villaggio quella notte; anche lui era un quattro zampe peloso, proprio come Mina, e anche lui si era scordato di chiamarsi Pongo, e di avere avuto una casa, perché da tanto tempo nessuno lo voleva più, ma era un cagnone allegro e giocherellone.

La neve era scesa copiosa e i rami dei grandi pini silvani si piegavano sotto il  suo peso. Le case del villaggio erano tutte illuminate nonostante fosse quasi mezzanotte, perché quella era la notte Santa e ogni famiglia stava seduta davanti al fuoco, in attesa.

Mina, nell’aria annusò un odore buono, che non era quello del cibo che usciva dalle case, nonostante le finestre chiuse, e le faceva brontolare lo stomaco. Era un odore che la faceva stare bene. A testa bassa seguì la traccia odorosa, dimenticando il freddo, la fame e la stanchezza. Fu così che conobbe Pongo, che ascoltando lo stesso buon odore era arrivato fino a lei, naso contro naso, e i due si guardarono stupiti. “Ecco da chi arriva questo buon odore”, pensarono insieme e si guardarono, occhi negli occhi, e sotto quel meraviglioso cielo stellato di dicembre le loro anime pure e semplici si scambiarono e restarono incatenate per sempre. Da quel momento non sarebbero mai più stati soli.

-Ohhh- disse Gemma che era romantica, mentre Keil faceva il duro: l’amore era roba da donne. Ma poi chiese:

-e restarono sempre insieme? –

-Sempre – rispose la nonna con un sorriso – ma non solo. Insieme seguirono un altro buon odore; un odore di coccole, di casa, di amore e fuoco acceso, di amicizia infinita, di corse insieme nei prati a primavera. Seguendo quell’odore meraviglioso arrivarono alla casa del bambino  che li aveva desiderati forte forte, e nel sonno li stava già incontrando.

Mina e Pongo si accucciarono sotto la finestra della camera del bambino e attesero insieme il Natale.

Una piccola renna

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Illustrator Patrizia Kovacs

C’era una volta  di tanto, tanto tempo fa,  un piccolo villaggio, così piccolo che aveva solo tre case e un fienile.

Erano famiglie con brave donne e uomini lavoratori, e tanti bambini,  tutti molto poveri, ma invece di aiutarsi l’un l’altro, litigavano ogni giorno per ogni cosa: uno era il proprietario del fienile, e una dell’unica mucca e uno era il contadino che aveva tre galline. Il proprietario della mucca voleva mettere il suo animale nel fienile, per scaldarlo e farlo mangiare, e in cambio avrebbe dato un pò di latte, ma il proprietario del fienile voleva più latte in cambio, e dare meno fieno.  Entrambi volevano le uova fresche delle galline del contadino, ma questo voleva troppo latte, e voleva un posto nel fienile,  e così via; ogni giorno queste persone litigavano, e le mogli litigavano insieme a loro.

-E i bambini? – chese la piccola Gemma un pò triste perchè non poteva sopportare i litigi.

-I bambini fanno quello che insegnano i genitori – rispose la nonna, -e anche loro litigavano per ogni sciocchezza.

Quell’anno era stato molto duro, le tre famiglie non avevano quasi nulla da mangiare e invece di dividere il poco a disposizione, litigavano ancora di più. Era la vigilia di natale e aveva iniziato a nevicare,  e i figli del contadino guardavano incantati fuori dalla finestra lo spettacolo del bosco imbiancato, quando la più piccola gridò:

-C’è un animale fuori! –  Uscirono nel grande prato, nonostante il freddo gelido, magari potevano catturarlo e avrebbero avuto qualcosa da mangiare per il loro natale, ma quando arrivarono davanti all’animale si accorsero che era una bellissima, piccola renna, un cucciolo, che li guardava con grandi occhi spaventati; forse si era perso, e doveva essere davvero lontano dal suo branco perchè non si era mai vista una renna da quelle parti.

Anche le altre famiglie, curiose, erano uscite a vedere cosa stesse succedendo, ed ora erano tutti insieme a guardare il cucciolo di renna che sembrava affamato e infreddolito.

– E’ la renna di babbo natale! – dissero i bambini emozionati.

-Avrà fame? – disse una donna.  – E sicuramente avrà freddo – disse un’altra.

-Portiamolo nel fienile – dissero i bambini.

Insieme, entrarono nel fienile e, insieme, sistemarono la mucca, che ebbe un  po’ di fieno, accanto alla piccola renna, che ebbe anche il suo latte. La piccola renna li guardava con i suoi occhi quieti e dolcissimi ed era bello essere lì tutti insieme. I bambini si sedettero attorno a lei per coccolarla e le donne si sorrisero  l’un l’altra.

Il contadino allora decise di portare le poche uova e il vino rosso che aveva in casa per dividerlo con gli altri, e il proprietario della mucca portò il latte tiepido per i bambini; il proprietario del fienile portò il pane che la moglie faceva in casa, e per la prima volta mangiarono tutti insieme, parlando e ridendo come non avevano mai fatto, e quando venne la mezzanotte, e i bambini si erano ormai  addormentati accanto alla piccola renna , si guardarono e si sorrisero: era stata una bellissima vigilia di Natale.

L’Angelo blu

Oggi 27 novembre è il 1° giorno di Avvento, il tempo liturgico che precede il Santo Natale, un momento prezioso di Attesa, di Riflessione e di Condivisione.

Oggi accendiamo la prima candela della Corona d’Avvento, e apriamo la prima finestrella del nostro Calendario, e come vi abbiamo promesso vogliamo farlo insieme a voi, giorno per giorno.

E ogni nuovo giorno, una nuova sorpresa, una nuova emozione,  per piccoli e grandi, con le bellissime illustrazioni di Patrizia Kovacs e i nostri pensieri, le nostre piccole storie.

Buon Avvento! Il nostro piccolo Angelo blu vi accoglie…

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Illustrator Patrizia Kovacs

 

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 Un grande mistero, in questa prima notte d’avvento, ci svela l’Angelo Blu.

Egli canta ai nostri cuori

di stare desti,

di aprire la porta della nostra anima,

di iniziare a preparare il Natale

con canti, preghiere, accendendo candele

e con tanta, tanta

Gioia nel cuore.

 

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