Oggi è il primo giorno di Inverno che coincide con il primo giorno di Yule , la festa del Solstizio d’Inverno, il momento dell’anno in cui la notte è più lunga e il giorno più breve.
È il punto di massimo buio… e proprio per questo il punto in cui la luce ricomincia a tornare.
Da Yule in poi, anche se quasi impercettibilmente, le giornate iniziano ad allungarsi.
Un tempo nuovo di silenzio, interiorità, riposo. Preparazione. La natura non chiede di fare, chiede di stare.
Yule non celebra la luce che splende, ma la luce che nasce nel buio e ci ricorda che la Luce non arriva quando tutto è risolto. Arriva quando il buio è stato attraversato, onorato, abitato.
Nel giorno della notte più lunga non celebriamo la fine dell’oscurità, ma la sua trasformazione. Celebriamo il momento in cui la vita, silenziosamente, decide di continuare.
La Luce che ritorna non è improvvisa né fragorosa. È un sussurro. Un seme. Una promessa fragile e potentissima allo stesso tempo.
Yule ci invita a rallentare, a deporre le armature, a riconoscere che anche ciò che è stato difficile ha avuto un senso nel nostro cammino.
Gli Animali conoscono Yule da sempre: rallentano, risparmiano energie, si ritirano. Ascoltano. Non oppongono resistenza al buio. Lo attraversano.
Per questo Yule è anche un tempo di: rispetto dei ritmi, quiete condivisa, presenza senza richiesta.
In questo passaggio non ci viene chiesto di essere forti, ma veri. Di accogliere ciò che siamo diventati e di affidarci al nuovo ciclo con fiducia.
La Luce ritorna. E con lei, la possibilità di rinascere, non come eravamo prima, ma come siamo pronti ad essere ora.
Alla vigilia di Novembre i folletti sono particolarmente tristi, perché secondo il vecchio calendario gaelico, questa è la prima notte d’inverno.
In questa notte danzano con gli spettri e il pooka ( spirito animale) si aggira, e le streghe lanciano i loro incantesimi, e le fanciulle imbandiscono una tavola nel nome del diavolo, affinché l’ombra del loro futuro innamorato possa entrare attraverso la finestra ed assaggiare il loro cibo.Fiabe irlandesi – Yates
Questo è il periodo più misterioso di tutto l’anno; fate attenzione nelle lunghe notti nebbiose, odorose e umide; i piccoli elfi e persino le fate diventano particolarmente dispettosi e non sapete chi potreste incontrare: E se vi sentite chiamare, e siete nel bosco, non prestate attenzione, anche un viso amico potrebbe rivelarsi nella sua forma reale.
Queste sono le notti in cui ogni magia , buona o terribile, si può realizzare…
Gli antichi popoli celti la chiamavano la notte del Samhain che significa rinascita, il seme che si stacca dalla terra per congiungersi alla Madre Terra, la fine di un ciclo vitale. E la natura si prepara a dar vita a una nuove nascita con la preparazione dei nuovi semi a fecondare la Terra. Ogni nuovo ciclo era un momento magico: allora come oggi. È il momento di seminare nuove cose, di scegliere la terra più fertile e liberarla dalle vecchie sterpaglie ormai secche; e il tempo di nutrirle, di averne cura e di lasciare riposare perché possano mettere forti radici e svegliarsi in teneri germogli.
E’ il momento di onorare gli Avi, gli Anziani che vegliano su di noi, e di onorare gli Spiriti Animali che ci camminano accanto. Onorarli e ringraziarli. Possiamo preparare per loro un po’ di frutta, noci, dolci e fiori. Perché siano accolti con dolcezza. E una candela accesa accanto, perché il loro cammino sia avvolto dalla Luce.
È il momento di scegliere cosa lasciare morire per lasciare spazio alla nuova vita…possiamo scrivere su un foglio quello che non ci serve più e mentre lo ringraziamo per i doni che ti ha lasciato, lo bruciamo.
Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni; ma ora le forze lo abbandonavano e di giorno in giorno diveniva sempre più incapace di lavorare. Allora il padrone pensò di toglierlo di mezzo, ma l’asino si accorse che non tirava buon vento, scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto fare parte della banda municipale. Dopo aver camminato un po’, trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada, ansando come uno sfinito dalla corsa. “Perché‚ soffi così?” domandò l’asino. “Ah,” rispose il cane, “siccome sono vecchio e divento ogni giorno più debole e non posso più andare a caccia, il mio padrone voleva accopparmi, e allora me la sono data a gambe; ma adesso come farò a guadagnarmi il pane?” – “Sai?” disse l’asino. “Io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu e fatti assumere nella banda.” Il cane era d’accordo e andarono avanti. Poco dopo trovarono per strada un gatto dall’aspetto molto afflitto. “Ti è andato storto qualcosa?” domandò l’asino. “Come si fa a essere allegri se ne va di mezzo la pelle? Dato che invecchio, i miei denti si smussano e preferisco starmene a fare le fusa accanto alla stufa invece di dare la caccia ai topi, la mia padrona ha tentato di annegarmi; l’ho scampata, è vero, ma adesso è un bel pasticcio: dove andrò?” – “Vieni con noi a Brema: ti intendi di serenate, puoi entrare nella banda municipale.” Il gatto acconsentì e andò con loro. Poi i tre fuggiaschi passarono davanti a un cortile; sul portone c’era il gallo del pollaio che strillava a più non posso. “Strilli da rompere i timpani,” disse l’asino, “che ti piglia?” – “Ho annunciato il bel tempo,” rispose il gallo, “perché‚ è il giorno in cui la Madonna ha lavato le camicine a Gesù Bambino e vuol farle asciugare; ma domani, che è festa, verranno ospiti, e la padrona di casa, senza nessuna pietà, ha detto alla cuoca che vuole mangiarmi lesso, così questa sera devo lasciarmi tagliare il collo. E io grido a squarciagola finché‚ posso.” – “Macché‚ Cresta rossa,” disse l’asino, “vieni piuttosto con noi, andiamo a Brema; qualcosa meglio della morte lo trovi dappertutto; tu hai una bella voce e, se faremo della musica tutti insieme, sarà una bellezza!” Al gallo piacque la proposta e se ne andarono tutti e quattro.
I nostri quattro amici arrivano davanti a una casa e lì decidono di fermarsi perchè sono stanchi e affamati. Spiando alla finestra vedono una tavola imbandita con ogni ben di Dio e dei briganti seduti attorno ad essa; i quattro decidono di cacciare i briganti e dopo averci ragionato, hanno un’idea: il cane salta sulla groppa dell’asino, il gatto su quella del cane e il gallo su quella del gatto, e cominciano a fare un gran baccano.
Uno raglia, uno abbaia, uno miagola e l’altro canta così forte che i briganti si spaventano e scappano, pensando ci sia uno spettro. Così i nostri amici entrano in casa e ne prendono possesso, e quando i briganti tornano per vedere se davvero c’è un mostro, riescono a scacciarli definitivamente usando, ognuno, le proprie armi: un bel calcio, unghie affilate, un morso, e un chicchirichì gridato nelle orecchie.
Inutile dire che i nostri eroi rimangono nella casa, per sempre sereni e contenti: una bella rivincita, per chi, ritenuto troppo vecchio e ormai incapace di produrre lavoro, viene messo in disparte, metaforicamente, viene fatto morire.
Questa bellissima fiaba dei fratelli Grimm, I musicanti di Brema, ci mostra due cose importanti: l’essere umano ha la capacità di non farsi abbattere dalle difficoltà ma può sempre trovare nuove soluzione utilizzando le proprie risorse interiori, soprattutto quando opera in gruppo – attivazione del team building: ogni personaggio trova un suo ruolo specifico attraverso cui riesce a realizzare le proprie personali attitudini e capacità – Bastone. Le fiabe raccontate agli adulti – e proprio dal lavoro comune trova la forza di diventare un ottimo problem solving e riesce a raggiungere il proprio fine.
E come non notare che il gruppo si realizza al meglio proprio grazie alla diversità di ognuno di loro? Sono le loro caratteristiche, uniche e personali che riescono a cacciare i briganti!
Un messaggio di integrazione ancora più attuale ai nostri giorni, in un Tempo pervaso da egoismo e individualismo. Lavorare insieme per raggiungere un obiettivo che diventa comune e rafforza competenze importanti, la creatività, la negoziazione, e la consapevolezza delle proprie capacità.
Mi occupo del benessere psicofisico dei 2 e 4 zampe, con gli insegnamenti dei Maestri Animali, la Saggezza millenaria del Reiki e delle Fiabe Millenarie…
Fiabeincostruzione – AnimalREIKI Vuoi saperne di più? Scrivi a fiabeincostruzione@gmail.com oppure compila il modulo di seguito
Quali parole usi ogni giorno? Abracadabra deriva dalla parola aramaica avrah ka dabra, io creo quello che dico. Non è magia anche se nella loro meravigliosa simbologia, nelle fiabe – antiche e sagge messagere – è la parola magica che crea incantesimi.
Avrah ka dabra, è la realtà che tu crei ogni giorno a seconda delle parole che usi per raccontarla. Quando smetti di pensare che ogni cosa accade per colpa di qualcun altro o qualcos’altro, e ti assumi la responsabilità, non la colpa, comprendi che solo tu sei il meraviglioso CO-CREATORE della tua Vita.
Ricorda: il cambiamento che cerchi negli altri, parte dal tuo. Le parole possono intossicare il tuo corpo o guarirlo, sono semi che crescono nella tua mente e nella tua anima.
Abbi cura delle parole che usi, e avrai cura di te. Quali parole scegli di lasciare andare oggi? Quali parole nuove vuoi portare nella tua vita per raccontare i nuovi luminosi giorni che stanno arrivando?
“Se domani gli alberi dovessero scomparire dalla Terra, la vita dell’uomo durerebbe poche settimane, forse qualche mese, non di più.” Stefano Mancuso
Eppure continuiamo a distruggerli, a non rispettarli, a devastarli. E loro, immensi Guardiani della Vita dell’uomo non smettono mai di prendersi cura di noi.
“Non pensate che i folletti siano sempre piccoli. Ogni cosa è mutevole in loro, anche la grandezza. Sembra che assumano ogni dimensione o forma desiderata. Le loro principali occupazioni sono far festa, lottare, fare all’amore e suonare la musica più bella. C’è solamente una persona industriosa in mezzo a loro, il Leprecano, il calzolaio fatato. Forse i folletti consumano le scarpe a forza di ballare. Vicino al villaggio di Ballisodare c’è una donnetta che è vissuta con loro per sette anni. Quando ritornò a casa le sue scarpe non avevano più le punte: le aveva consumate ballando.
Hanno tre grandi feste: la Vigilia di Maggio, la Festa di Mezza Estate e la vigilia di Novembre.
… Alla Vigilia di Mezza Estate quando su ogni collina sono accesi i falò in onore di San Giovanni, il popolo fatato è nel momento di maggior allegrezza, e a volte rapisce belle fanciulle mortali per farne sue spose.
Quando sono arrabbiati, i folletti paralizzano uomini e bestie con le loro frecce magiche.
Quando sono allegri, cantano. Molte sventurate fanciulle li hanno sentiti e, per amore di quel canto si sono consumate di dolore.” Williams Butler Yeats – Fiabe Irlandesi
Andate a raccogliere le erbe preziose nei campi e fate attenzione, questa è la nottedelle streghe, potreste incontrare una, ma se avete con voi un piccolo fiore di iperico non vi disturberà. E non addormentatevi sotto l’edera perché potreste dimenticare chi siete. E non abbiate paura, se siete puri di cuore potrete attraversare il Bosco in tutta tranquillità…
E‘ anche la notte per ricongiungersi alla Madre Terra e offrirle le nostre cure e il nostro rispetto.
Questa è la notte degli incantesimi, la notte dei falò e la notte dei desideri. E’ la notte in cui potete incontrare l’amore, quello vero, ma solo se lo desiderate con tutto il vostro cuore.
Oggi è la giornata nazionale degli alberi Gli alberi sono custodi di storie, fiabe, favole e leggende. Qui, nella Casa nel bosco, oggi si onorano gli alberi passeggiando fra loro e ascoltando i loro racconti. L’albero è una delle immagini archetipe che ricorrono spesso nelle fiabe, nel folclore, nei miti. L’albero, fonte di vita e di protezione.
Ed eccoci ad Agosto. Per molti il mese del riposo, delle vacanze e del divertimento.
Anche noi ci riposiamo, e ci divertiamo. E prendiamo una pausa. Ma le nostre pause sono dedicate allo studio, ai progetti e alle nuove idee. Ci rilassiamo nella stanza delle energie, o ci divertiamo nella stanza delle parole. O facciamo un pisolino sulle consunte ma comode poltrone nel bosco.
Per il mese di Agosto fermiamo i post e le storie, ma solo perché ne stiamo preparando e inventando di nuove. E poi abbiamo un bel daffare con la preparazione del nuovo anno della piccola Scuola di fiabe, scrittura e…
Tante novità e sorprese.
Naturalmente la nostra Casa nel Bosco resta aperta e potete venire a trovarci quando volete, siete i benvenuti.
E siamo arrivati alla fine di questo anno. Lasciate andare quello che non vi serve più, i nuovi giorni che verranno saranno colmi di doni se avrete posto per accoglierli.
Il messaggio più importante arriva dagli spiriti animali che hanno sempre insegnamenti preziosi per noi: “l’amore è ovunque, ci dice lo spirito dell’Usignolo, e ricorda: quando calano le tenebre e cresce la paura che l’alba non arrivi più, sii certo che il sole tornerà ancora a risplendere.
Con la sua luce potrai vedere l’amore e l’abbondanza che ti circonda. Canta ora, per te e per gli altri. Canta nello spazio vuoto per portare amore e luce, e così potrai sentire altri canti come il tuo.
Così si dà luce alla speranza.”
Vi auguriamo meravigliosi, luminosi giorni nuovi
L’oracolo degli spiriti animali – Colette Baron Red