Il Pooka

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Williamo Butler Yeats nacque a Dublino nel 1865 e fu drammaturgo, scrittore ed  uno dei grandi poeti del nostro secolo; cultore appassionato delle tradizioni della  sua terra e dell’immaginazione magica – fu definito un mistico – dedicò ai racconti  popolari irlandesi, un lungo, accurato, prezioso lavoro di ricerca e di trascrittura,  che portò alla luce una deliziosa antologia di tutti i racconti popolari del folklore  irlandese, popolati da fate, streghe, Pooka, leprecani, banshee , gnomi calzolai che fabbricano le  scarpe per le danze della fate, sirene che escono dal mare per pettinarsi, e folletti  dispettosi.

 Fiabe Irlandesi  raccoglie il patrimonio orale tramandato dai vecchi dei villaggi, e alcuni racconti di autori Irlandesi che hanno saputo dare voce ai miti, alle leggende e alle credenze di una bellissima tradizione popolare; ma sappiate che sono moltissime le testimonianze di chi ha incontrato  alcune di queste creature magiche.

Fate attenzione: in questi giorni, potreste anche incontrare un Pooka, uno spirito  animale novembrino che vive tra le montagne solitarie e le rovine, e ha  aspetto terribile tanto che  appartiene al genere degli incubi.

Si manifesta sempre ai primi di novembre, infatti il primo di novembre è il giorno sacro al Pooka; anche se è uno spirito notturno potreste incontrarlo anche durante il giorno, soprattutto,  il  1° novembre, e se è di buon umore,  diventa socievole e risponde  volentieri alle domande, dona consigli e regala profezie affidabili, se richieste.

“il Pooka assume molte forme: certe volte è un cavallo, altre un asino o un toro, o una capra o ancora un’aquila. Come tutti gli spiriti è solo per metà nel mondo delle forme” William Butler Yeats – Fiabe irlandesi

Si racconta che un giorno, un giovane suonatore di cornamusa – appassionato di musica ma un po’ tonto – incontrò un Pooka, terribile, con lunghe corna nere, che se lo caricò in spalla.

Il giovane tonto inveì contro la bestiaccia nera dicendogli di lasciarlo andare perché doveva tornare a casa da sua madre. Per tutta risposta il Pooka disse al giovane di tenersi forte alle sue corna e di suonare per lui.

Il giovane, che come detto era tonto, pur amando la musica sapeva suonare solo una canzone con la sua cornamusa, e quando lo disse al Pooka, lui gli disse di non preoccuparsi perché  avrebbe fatto in modo di farlo diventare uno dei migliori suonatori di musica.

Il Pooka condusse il giovane attraverso colline, paludi e lo portò fino al monte Croagh Patrich, davanti ad una grande porta che si aprì, mostrando una bellissima sala con al centro una tavola d’oro, alla quale erano sedute un centinaio di Banshee – le Banshee sono vecchie fate, che seguono una famiglia, e solo quella, e fanno sentire il loro canto per avvisare un presagio di morte. –

-Mille volte benvenuto Pooka di novembre, chi è quel tipo che ti sei portato appresso? – Chiesero le vecchie fate.

-Il miglior suonatore di cornamusa di Irlanda- rispose il Pooka e il giovane cominciò a suonare per le vecchie e queste, ballarono per tutte la notte, finché furono stanche.

Alla fine della serata ogni Banshee pagò il suonatore con un pezzo d’oro e il giovane tornò a casa ricco, e raccontò a la sua storia alla madre e ai suoi compaesani, ma nessuno gli credette perché i pezzi d’oro erano diventati foglie e lui era solo un povero tonto.

Allora il giovane prese la sua cornamusa e cominciò a suonare musiche così belle e melodiose che da allora non ci fu un suonatore di cornamusa bravo quanto lui in tutta la contea.

Il suonatore di cornamusa e il Pooka – Fiabe Irlandesi – William ButlerYeats

 

Il fascino delle fiabe irlandesi

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 William Butler Yeats nacque a Dublino nel 1865 e fu drammaturgo, scrittore ed  uno dei grandi poeti del nostro secolo; cultore appassionato delle tradizioni della  sua terra e dell’immaginazione magica – fu definito un mistico – dedicò ai racconti  popolari irlandesi, un lungo, accurato, prezioso lavoro di ricerca e di trascrittura,  che portò alla luce una deliziosa antologia di tutti i racconti popolari del folklore  irlandese, popolati da fate, streghe, leprecani, gnomi calzolai che fabbricano le  scarpe per le danze della fate, sirene che escono dal mare per pettinarsi, e folletti  dispettosi.

 Fiabe Irlandesi, questo testo nell’edizione dell’editore Einaudi è impreziosito da  miniature tratte dal libro di Kells, raccoglie il patrimonio orale tramandato dai  vecchi dei villaggi, e alcuni racconti di autori Irlandesi che hanno saputo dare voce  ai miti, alle leggende e alle credenze di una bellissima tradizione popolare.

Così scopriamo che:

“i folletti non sono sempre piccoli, perché ogni cosa è mutevole, anche la loro  grandezza. La loro principale occupazione sono le feste, lottare, fare all’amore e  suonare la musica più bella. C’è solamente una persona industriosa accanto a loro, il leprecano, il calzolaio fatato; sembra che i folletti consumino le scarpe a forza di ballare.

Hanno tre grandi feste all’anno: la vigilia di maggio, la festa di mezza estate, e la vigilia di novembre.  Ogni sette anni, alla vigilia di Maggio vanno in giro ad azzuffarsi un po’ dappertutto, per accaparrarsi le spighe più belle, e nelle loro risse fanno volare di tutto –  persino, raccontò una volta un vecchio che passava di lì, fecero volare il tetto di una casa –  e muovono un gran vento. Per questo, quando il vento fa turbinare le foglie e fuscelli, sono i folletti che s’azzuffano, e i contadini si tolgono i cappelli e dicono «Dio li benedica».

A novembre i folletti sono un po’ tristi perché secondo il vecchio calendario gaelico, questa è la prima notte di inverno: danzano con gli spettri, e le streghe lanciano i loro incantesimi.

Non fate arrabbiare un folletto perché possono paralizzare uomini e bestie; ma quando sono allegri cantano, e molte fanciulle sventurate, per amore di quel canto si sono consumate di dolore, e poi morte.

«Avete mai visto folletti o qualcosa di simile?», chiesi ad un vecchietto della contea di Sligo. «Per carità», fu la risposta, «mi tormentano continuamente!».

E le fate? In Irlanda vivono ancora e sono prodighe di doni con le persone gentili, e tormentano quelle sgarbate. Fate attenzione!

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