
Patrizia Kovacs
Il melograno era al limite del sentiero; i poveri rami secchi e senza vita.
Un tempo era stato ricco di linfa, e donava i suoi prelibati frutti rossi e dorati, generoso e senza riserve, e offriva protezione con i suoi folti rami.
Poi un fulmine l’aveva colpito, spezzandolo con un terribile bagliore e da allora si innalzavava con i rami sterili, al cielo, in una muta preghiera.
Maria e Giuseppe arrivarono vicino all’albero e Giuseppe ebbe un moto di disappunto; quella pianta rinsecchita non avrebbe offerto nessun riparo, ma Maria gli rispose che andava bene e che si sarebbe potuta appoggiare per riposare. Mentre Giuseppe sistemava il terreno per renderlo più morbido, Maria appoggiò la mano sul tronco rovinato, ringraziandolo.
Tale fu la gioia e la commozione del vecchio albero, che la sua muta preghiera arrivò al cielo.
La mattina dopo, Giuseppe si svegliò e vide con stupore che la pianta aveva già alcune foglie verdi lucenti, e un unico grande frutto dorato che pendeva da un ramo vicino al suo viso. Lo colse con entrambe le mani e lo porse a Maria.