
Patrizia Kovacs
La notte scese quasi improvvisa, e con essa il freddo pungente. Avevano incontrato una sola locanda, e Giuseppe aveva chiesto se potevano riposarsi in un angolo per la notte, ma l’oste li aveva respinti in malo modo, e aveva minacciato di slegare il suo grosso cane, un mastino rabbioso, che teneva alla catena.
Proseguirono il cammino in silenzio; Giuseppe con le spalle curve, e Maria gli prese la mano -Non importa, troveremo un posto per dormire –
Si fermarono nell’angolo di un muro diroccato che una volta era stata una casa e Giuseppe coprì Maria con il suo mantello, ma sapeva che il freddo le avrebbe impedito di dormire.
L’oste, sbraitando, liberò il cane della catena per la notte, perchè facesse la guardia. L’aveva addestrato per questo, ed erano più i calci che le carezze, ma il cane gli ubbidiva sempre. Non lo amava, non poteva conoscere l’amore perchè non ne aveva mai ricevuto, ma era il suo padrone.
Il cane, libero dalla catena cominciò ad annusare nervosamente l’area attorno alla locanda, cercando il nuovo odore che aveva invaso la sua piccola anima.
E poì partì, correndo sul sentiero buio, incurante delle grida dell’uomo. Seguì l’odore senza problemi, era un perfetto segugio, e arrivò in breve alla casa diroccata, dove si erano fermati Maria e Giuseppe.
Si fermò ansante, e mentre Giuseppe, vedendolo, stava prendendo il suo bastone, si accucciò di fronte a Maria, la testa bassa, emettono piccoli guaiti in segno di resa e di rispetto.
Maria tese la mano, ed il cane si avvicinò, leccandola, e poi si accucciò vicino al suo ventre, coprendola e riparandola con il suo caldissimo e ispido pelo per tutta la notte.
– 14°giorno di Avvento-
Ilustrator Patrizia Kovacs