“C’era una volta un giovane pastore che si sarebbe sposato volentieri, e conosceva tre sorelle, una più bella dell’altra, sicché‚ la scelta era difficile, ed egli non sapeva decidere a chi dare la preferenza. Allora domandò consiglio a sua madre, che disse:
-Invitale tutt’e tre, offri loro del formaggio e guarda come lo tagliano-.
E così fece; ma la prima inghiottì il formaggio con la crosta; la seconda tagliò via la crosta in gran furia, così di furia che vi lasciò attaccato del formaggio, e buttò via tutto insieme; la terza invece, levò la crosta per bene, nè troppo nè poco. Il pastore raccontò tutto a sua madre, che disse: -Sposa la terza-. Così egli fece, e visse con lei, felice e contento.”
Molte delle fiabe dei Grimm – quelle delle prima edizione dal 1812 al 1815 – sono l’elaborazione dei racconti popolari tramandati oralmente, raccontate dai grandi per i grandi: sono infatti, in alcuni casi, più fiabe popolari che di magia, strettamente connesse agli eventi del tempo e, nonostante siano vecchie di secoli, contengono una morale genuina e indicazioni di buon senso, ancora attuali ai nostri giorni.
Così il figlio che deve scegliere la moglie chiede consiglio alla vecchia madre, che saggia, lo aiuta a scegliere la migliore: quella che non spreca, e non vuole troppo: la moglie ideale è quella parsimoniosa!