Nella Casa nel bosco un’altra fiaba su misura è stata confezionata ! È arrivata al cuore di chi ce l’ha richiesta. E noi ringraziamo tutte le persone che ci permettono di preparare con cura e magia le fiabe su misura. Le fiabe su misura sono un regalo speciale, intimo e unico. Non solo per i bambini ma anche per gli adulti e per innumerevoli occasioni: nascite, compleanni, matrimoni , per molte altre ancora, per i messaggi speciali che vogliamo comunicare e per tutte le persone che amiamo. Le nostre fiabe su misura sono scritte e illustrate da noi con l’aiuto di tutti gli alberi e gli animali del bosco. E ora che stanno arrivando i giorni più magici e importanti dell’anno :Santa Lucia e Natale si avvicinano.
Sono due occasioni per le quali poter scegliere un dono artigianale, artigiani della parola e dell’arte capaci di dare vita a fiabe straordinarie che calzano a pennello.
Bianca Dall’Osto (i suoi disegni li trovate anche su instagram https://instagram.com/affectus.in.charta) ha condiviso con noi l’immagine della sua Cappuccetto rosso, rendendoci molto felici. GRAZIE BIANCA!
Ma su questa fiaba passiamo la parola alla nostra Mariarosa Ventura, la nostra Cappuccetto che cammina fianco a fianco con il lupo.
“Fin da piccola ho amato la fiaba di Cappuccetto Rosso: un po’ perché lei era così coraggiosa da attraversare il bosco e affrontare il lupo. Un po’ perché nella mia versione personale della fiaba, lei e il lupo erano inseparabili. Lo sono ancora oggi, che da adulta ho studiato le fiabe antiche, ho scoperto il loro potere pedagogico ed evolutivo. Portano messaggi antichi, ci parlano attraverso il linguaggio simbolico e la metafora. La fiaba di Cappuccetto Rosso è una fiaba di crescita ed evoluzione. Il bosco è il luogo di iniziazione, per ogni individuo, dove tutto può accadere; il lupo rappresenta la nostra parte inconscia, quella parte un po’ ombra, aggressiva e selvaggia. Quanti di noi sono affascinati – come succede alla piccola
Cappuccetto Rosso – da questa parte primitiva, remota, istintuale che ci appartiene, ma soffochiamo, crescendo, nel bisogno di conformarci a una società che ne ha paura, e che il lupo rappresenta? Il successo di questa fiaba, ancora oggi così amata, nasce proprio da questo.
Solo quando accogliamo la nostra parte ombra, siamo completi. “
Lei e il suo Lupo sempre al fianco, gironzolando fra le stanze della casa nel bosco, chiacchierano, generano energia, producono e accolgono nuove idee.
Leggono fiabe, scrivono fiabe, abbracciano gli alberi organizzano corsi, ascoltano i viandanti e organizzano feste con tutti gli animali del bosco.
Nella seconda immagine un riassunto di Mariarosa, ma c’è molto molto di più.
Vi capita mai di pensare che non esiste un modo diverso e giusto di fare le cose rispetto a quello che conoscete?
Capita a tutti, giusto?
È perché il contesto in cui viviamo non ci ha abituato a ribaltare le cose, a osservarle da sopra, da sotto, da sinistra da destra, a credere che esiste sempre un’altra prospettiva.
Abbiamo bisogno di stabilità, ma se ogni tanto non modifichiamo gli schemi non ci prepariamo a creare il cambiamento che serve nei momenti di difficoltà, quelli in cui avremmo bisogno di “vedere” un nuovo panorama possibile, di individuare un’altra strada da percorrere per essere o tornare a essere carichi di gioia e di energia.
Per fortuna, esistono le fiabe: quelle da leggere e quelle da scrivere.
Abbiamo già detto e ripetuto che le fiabe sono un processo di cambiamento e continueremo a dirlo e ripeterlo.
Leggerle ci rende più leggeri, ci riempie di speranza, ci aiuta a credere in noi stessi mostrandoci che il nostro mondo interiore ha molteplici sfaccettature e che dentro di noi ci sono tutte le risorse necessarie per cambiare.
Se oltre a leggerle, impariamo a scriverle, magari a scrivere la nostra fiaba, la nostra metamoforsi sarà ancora più significativa.
A proposito di differenti punti di vista, la nostra libreria si è arricchita di due nuove favole che arrivano dall’altra parte del Mediterraneo. Grazie a Silvia che il mondo lo gira in lungo e in largo, per cambiarlo in meglio.
Quando abbiamo ricevuto il dono e abbiamo iniziato a sfogliare i due libri, la prima cosa che abbiamo pensato è che ci fosse un errore di stampa.
Già! Perché siamo talmente immerse nella nostra abitudine di sfogliare i libri e leggerli da sinistra verso destra che ci siamo dimenticate che questo non vale per tutto il mondo.
Questi due doni preziosi, che arricchiscono la nostra libreria, sono scritti in arabo, riportano anche la traduzione inglese, e quindi si sfogliano da destra a sinistra.
Trovarci davanti ai limiti che le nostre abitudini creano al nostro pensiero e alla nostra creatività ci ha riempite di gioia, perché anche oggi abbiamo ricevuto una bella lezione e abbiamo riattivato una parte della nostra mente che si era un po’ assopita.
E adesso parliamo un po’ di queste favole ricevute in dono.
Fanno parte della più famosa e probabilmente la più antica raccolta di favole indiane: Pañchatantra.
Le nostre versioni sono la traduzione di Ibn al-Muqaffa (Baghdād 757 circa) nella sua raccolta Kalila wa Dimna; considerato il primo capolavoro della letteratura araba in prosa.
La nostra colazione è pronta! Vi salutiamo e ci accomodiamo a leggere le favole!
Ed eccoci ad Agosto. Per molti il mese del riposo, delle vacanze e del divertimento.
Anche noi ci riposiamo, e ci divertiamo. E prendiamo una pausa. Ma le nostre pause sono dedicate allo studio, ai progetti e alle nuove idee. Ci rilassiamo nella stanza delle energie, o ci divertiamo nella stanza delle parole. O facciamo un pisolino sulle consunte ma comode poltrone nel bosco.
Per il mese di Agosto fermiamo i post e le storie, ma solo perché ne stiamo preparando e inventando di nuove. E poi abbiamo un bel daffare con la preparazione del nuovo anno della piccola Scuola di fiabe, scrittura e…
Tante novità e sorprese.
Naturalmente la nostra Casa nel Bosco resta aperta e potete venire a trovarci quando volete, siete i benvenuti.
Che bello quando qualcuno risponde al richiamo del lupo. Lo vedete? Si è nascosto fra gli alberi! Non molto lontano dalla casa nel bosco. Aveva tanta voglia di ascoltare le vostre brevi storie sul mistero dei calzini scomparsi. Eccolo accontentato! La prima storia è arrivata da Elena Rossi di Bimbi & Storie. Il lupo ringrazia e noi stiamo gustandoci la storia sulla terrazza della casa nel bosco. CHE BEL REGALO! CHE SPLENDIDA GIORNATA! GRAZIE! Mille volte grazie! Ed ecco a voi la storia.
IL MISTERO DEI CALZINI SMARRITI
Sinino, il calzino sinistro, si vantava sempre con Destrino, il calzino destro, che un giorno lui avrebbe scoperto il mistero dei calzini che sparivano.
Era una missione speciale che dovevano risolvere insieme, ma Sinino voleva essere il primo a sapere tutto.
Sinino si intrufolava in ogni cassetto e ogni armadio possibile per chiedere informazioni ai vestitini e alle mutandine. Non si fermava mai, neanche con il caldo dell’estate.
Un giorno, mentre Destrino riposava nel suo cassettino, vide arrivare di corsa Sinino.
“Ho capito! Ho capito!” urlò Sinino. Destrino scolorì per un attimo i suoi sgargianti colori. Chissà quale calzoneria si era inventato Sinino!
“I calzini non si perdono in lavatrice, ma cambiano colore e non si riconoscono più con i loro gemelli!”, spiegò Sinino.
Ma come era possibile?! Si chiese Destrino.
“Quando finiscono in lavatrice insieme a noi due, uno dei nostri colori sgargianti, quei furbetti, a scelta, si mescola e colora alcuni degli altri calzini per rendere i cassetti pieni di colori diversi e vivaci, come un grande arcobaleno.”
Io e Mariarosa le fiabe le amiamo tutte, ma abbiamo le nostre preferite.
La sua è Cappuccetto rosso, è quasi inutile sottolinearlo, mentre io ho un amore smisurato per Pollicino.
Charles Perrault, all’età di 55 anni, nel 1697 pubblicò il volume “Racconti e storie del passato con una morale”, col sottotitolo: I racconti di Mamma Oca, una raccolta di 11 fiabe.
Fra queste ci sono anche Cappuccetto Rosso e Pollicino.
Ma ve la ricordate la fiaba di Pollicino?
1 taglialegna e sua moglie, 7 figli, 1 foresta foltissima, 1 orco, 7 figlie dell’orco, 2 stivali delle 7 leghe?
E ancora…la carestia, la fame, briciole di pane, sassolini bianchi, l’ingegno?
Se non vi ricordate di Pollicino, perché alcune fiabe antiche vengono lasciate a prendere polvere, vi consigliamo di rispolverarla.
Questa fiaba racchiude più di un tema e noi vorremmo soffermarci soprattutto su uno dei suoi temi.
Il distacco, la separazione.
E, in una interpretazione attuale, noi aggiungiamo al distacco e alla separazione anche la fiducia e la capacità di lasciar andare e crescere.
Già! Per i genitori, i propri figli non sono mai abbastanza grandi, non hanno mai abbastanza risorse e competenze per affrontare il mondo. Bisogna proteggerli il più a lungo possibile.
Il distacco viene posticipato all’infinito perché i nostri timori ci portano a non avere fiducia nelle competenze e capacità dei nostri figli, a meno che non corrispondano in pieno alle nostre aspettative o credenze. Mascheriamo le nostre paure spostando la responsabilità su un mondo diventato più pericoloso. Ma Pollicino ci mostra un ambiente davvero crudele. Forse è nelle nostre competenze che non abbiamo fiducia?
Quando l’amore si trasforma in un eccesso di protezione e timori, non c’è crescita.
All’inizio della fiaba di Pollicino, Perrault racconta che la cosa che tormentava di più il taglialegna e sua moglie era “che il minore veniva su delicato e non parlava mai: e questo che era un segno manifesto di bontà del suo carattere, lo scambiavano per un segno di stupidaggine.Il ragazzo era minuto di persona, e quando venne al mondo, non era più grande di un dito pollice; per cui lo chiamarono Pollicino.”
Per i genitori è il più debole dei figli, quello che non sarà in grado di dare una mano alla famiglia una volta diventato grande e che forse non riuscirà a sopravvivere o che non riuscirà a trovare nessun posto nel mondo.
Pollicino non corrisponde alle aspettative o agli schemi mentali dei suoi genitori. In una famiglia di taglialegna servono figli forti, perché così è giusto, perché così è sempre stato.
Nonostante la fame sia il tema dominante nel racconto, Pollicino rinuncia anche a mangiare e impara a usare la sua intelligenza. Al contrario, gli altri personaggi della fiaba pensano soprattutto a mangiare e dormire. Questo punto è fondamentale nella storia per comprendere le grandi capacità di Pollicino.
Lui parla poco, non perché sia sciocco, ma perché non è avventato, è coraggioso ma riflette, pondera, previene, poi agisce e risolve quando si trova nelle condizioni di doverlo fare.
Tutto il percorso del nostro eroe e dei suoi sette fratelli si svolge in un ambiente ostile, crudele (ma se una fiaba non è un po’ crudele che fiaba è?) e molto diverso da quello delle fiabe moderne che seppur belle sono spesso eccessivamente edulcorate, frutto, forse e ancora, di un eccessivo bisogno di protezione.
Nonostante la paura, questa fiaba, come tutte quelle antiche, ci riempie di speranza e ci insegna che anche il più piccolo, anche nelle condizioni più difficili immaginabili, riesce a far emergere le sue competenze e ad affrontare le situazioni. Pollicino non solo riesce a tornare a casa, ma addirittura migliora la condizione iniziale sua e della sua famiglia. Trova la sua strada, diversa da quella dei suoi genitori.
Inoltre, Pollicino non lascia indietro nessuno dei suoi fratelli e non solo perché li ama. Sa che, anche se è lui l’attore principale dello sviluppo della storia, insieme si è più forti.
Questa fiaba, questo personaggio, sono un balsamo contro le nostre paure, ci riempiono di fiducia e di speranza, rafforzano la nostra autostima e quella dei bambini. Aiutano a crescere noi e loro.
Per cui, se non l’avete ancora letta ai vostri figli, è giunto il momento di farlo.
Il mondo è un luogo che può essere pericoloso, certo, ma se non si impara ad affrontarlo lo diventerà sicuramente di più.
Nel 2001, di questa fiaba, è stato fatto anche un film, nonostante qualche libertà narrativa rispetto all’originale, la trama è abbastanza rispettosa e riesce anche a rendere bene le atmosfere.
Tanto tempo fa, quando i bambini e le bambine lamentavano la fame, le mamme raccontavano fiabe e favole. I racconti non saziavano la pancia, ma facevano volare lo spirito e rendevano sopportabile l’attesa del cibo.
Il cibo era un “condimento narrativo” presente in tutte, o quasi, le fiabe e le favole. Cibi di tutti i tipi e per tutti i gusti.
Per la Festa della Mamma, noi della Casa nel bosco e le fate della nostra cucina, abbiamo scelto un cibo speciale e molto semplice. Un piatto di una volta che ancora ci accompagna.
LA FOCACCIA! Lo scriviamo tutto in maiuscolo perché a noi la focaccia piace tantissimo e pensiamo sia un cibo perfetto per questa stagione e anche per questa festa.
La focaccia è buona, è saporita, si può fare in tantissime versioni e soprattutto si può decorare a piacimento, magari ricreando la scena di una fiaba con: pomodorini, acciughine, zucchine, cipolle, formaggi. Insomma, aprite il vostro frigo e la vostra dispensa e lasciatevi ispirare dalle fiabe e dalle favole o potete anche sbirciare le Favole da forno di Laura Rizzo – Cucina Mancina.
La focaccia è anche un cibo per l’anima. Ci ristora, ci coccola e ci consola!
Se volete fare un bel regalo alla mamma ecco che, sempre in tema, vi proponiamo il libro La focaccia genovese
Oppure se anche la mamma ama scrivere fiabe, potreste regalarle il nostro minicorso gratuito di creatività e scritture di fiabe.
Ricapitolando:
– sabato comprate un bel libro per la mamma. o scegliete il nostro corso gratuito, e acquistate gli ingredienti per preparare la focaccia.
-domenica preparate una bella focaccia insieme alla mamma e decoratela come una fiaba. Noi vi proponiamo questa ricetta scoperta su internet che l’autrice ha chiamato La focaccia della mamma. Ci è piaciuta proprio per questo, ma di ricette ce ne sono tantissime e anche molto facili da preparare.
E le fiabe? Le abbiamo dimenticate?
Ma certo che no!
Ovviamente, domenica mattina, pomeriggio e sera, prendetevi del tempo insieme alla mamma per leggere delle belle fiabe che parlino anche di focacce. Potete raccontarvele accoccolati sul divano o anche sdraiati in un prato.
Ecco alcune fiabe e favole che abbiamo raccolto nella nostra Biblioteca e qua e là nel bosco di internet, cercatele! Grazie ai racconti che parlano di focacce abbiamo fatto un bel viaggio e potete farlo anche voi.
La Focaccia fuggita (fiaba norvegese)
Cappuccetto Rosso (più versioni)
Pelle d’asino (di Perrault)
I desideri inutili (di Perrault)
Sbagliare le storie (di Rodari)
Il contadinello (dei fratelli Grimm)
Sgalmaron (fiaba veneta)
Betta Pilusa (fiaba siciliana)
Momotaro (fiaba giapponese)
L’oca d’oro (fratelli Grimm)
Storia di Abu Qir e Abu Sir (fiaba da Le mille e una notte)