La Vigilia di Mezza Estate

sgiovanni.jpg

Non pensate che i folletti siano sempre piccoli. Ogni cosa è mutevole in loro, anche la grandezza. Sembra che assumano ogni dimensione o forma desiderata. Le loro principali occupazioni sono far festa, lottare, fare all’amore e suonare la musica più bella. C’è solamente una persona industriosa in mezzo a loro, il Leprecano, il calzolaio fatato. Forse i folletti consumano le scarpe a forza di ballare. Vicino al villaggio di Ballisodare c’è una donnetta che è vissuta con loro per sette anni. Quando ritornò a casa le sue scarpe non avevano più le punte: le aveva consumate ballando. 

Hanno tre grandi feste: la Vigilia di Maggio, la Festa di Mezza Estate e la vigilia di Novembre.

… Alla Vigilia di Mezza Estate quando su ogni collina sono accesi i falò in onore di San Giovanni, il popolo fatato è nel momento di maggior allegrezza, e a volte rapisce belle fanciulle mortali per farne sue spose.

Quando sono arrabbiati, i folletti paralizzano uomini e bestie con le loro frecce magiche.

Quando sono allegri, cantano. Molte sventurate fanciulle li hanno sentiti e, per amore di quel canto si sono consumate di dolore.” Williams Butler Yeats – Fiabe Irlandesi

Andate a raccogliere le erbe preziose nei campi e fate attenzione, questa è la notte delle streghe, potreste incontrare una, ma se avete con voi un piccolo fiore di iperico non vi disturberà. E‘ la notte per ricongiungersi alla Madre Terra  e offrirle le nostre cure e il nostro rispetto.

Questa è la notte degli incantesimi, la notte dei falò e la notte dei desideri. E’ la notte in cui potete incontrare  l’amore, quello vero, ma solo se lo desiderate con tutto il vostro cuore. 

Buona Vigilia di Mezza Estate.

 

Il fascino delle fiabe irlandesi

20150228_145654

 William Butler Yeats nacque a Dublino nel 1865 e fu drammaturgo, scrittore ed  uno dei grandi poeti del nostro secolo; cultore appassionato delle tradizioni della  sua terra e dell’immaginazione magica – fu definito un mistico – dedicò ai racconti  popolari irlandesi, un lungo, accurato, prezioso lavoro di ricerca e di trascrittura,  che portò alla luce una deliziosa antologia di tutti i racconti popolari del folklore  irlandese, popolati da fate, streghe, leprecani, gnomi calzolai che fabbricano le  scarpe per le danze della fate, sirene che escono dal mare per pettinarsi, e folletti  dispettosi.

 Fiabe Irlandesi, questo testo nell’edizione dell’editore Einaudi è impreziosito da  miniature tratte dal libro di Kells, raccoglie il patrimonio orale tramandato dai  vecchi dei villaggi, e alcuni racconti di autori Irlandesi che hanno saputo dare voce  ai miti, alle leggende e alle credenze di una bellissima tradizione popolare.

Così scopriamo che:

“i folletti non sono sempre piccoli, perché ogni cosa è mutevole, anche la loro  grandezza. La loro principale occupazione sono le feste, lottare, fare all’amore e  suonare la musica più bella. C’è solamente una persona industriosa accanto a loro, il leprecano, il calzolaio fatato; sembra che i folletti consumino le scarpe a forza di ballare.

Hanno tre grandi feste all’anno: la vigilia di maggio, la festa di mezza estate, e la vigilia di novembre.  Ogni sette anni, alla vigilia di Maggio vanno in giro ad azzuffarsi un po’ dappertutto, per accaparrarsi le spighe più belle, e nelle loro risse fanno volare di tutto –  persino, raccontò una volta un vecchio che passava di lì, fecero volare il tetto di una casa –  e muovono un gran vento. Per questo, quando il vento fa turbinare le foglie e fuscelli, sono i folletti che s’azzuffano, e i contadini si tolgono i cappelli e dicono «Dio li benedica».

A novembre i folletti sono un po’ tristi perché secondo il vecchio calendario gaelico, questa è la prima notte di inverno: danzano con gli spettri, e le streghe lanciano i loro incantesimi.

Non fate arrabbiare un folletto perché possono paralizzare uomini e bestie; ma quando sono allegri cantano, e molte fanciulle sventurate, per amore di quel canto si sono consumate di dolore, e poi morte.

«Avete mai visto folletti o qualcosa di simile?», chiesi ad un vecchietto della contea di Sligo. «Per carità», fu la risposta, «mi tormentano continuamente!».

E le fate? In Irlanda vivono ancora e sono prodighe di doni con le persone gentili, e tormentano quelle sgarbate. Fate attenzione!

20150228_144254